‘Food, Inc. 2’, le mille facce dell’industria alimentare
Dopo il successo di Food. Inc., Robert Kenner e Melissa Robledo tornano alla ribalta con un nuovo documentario che indaga a fondo l'industria alimentare, mettendone in luce le contraddizioni.
Dopo il successo di Food, Inc, distribuito nel 2008 e candidato agli Oscar 2010 come miglior documentario, Robert Kenner e Melissa Robledo ci immergono nuovamente nel labirinto dell’industria alimentare, un mondo dove abbondanza e carenza, profitto e sostenibilità, convivono in un precario equilibrio.
Food, Inc. 2,questo il titolo del documentario, fa parte della selezione ufficiale in concorso all’Euganea Film Festival, giunto alla 23esima edizione.
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Il trailer
Non solo cibo. Le mille facce dell’industria alimentare
L’opera di Kenner e Robledo è un vero e proprio viaggio nel tempo. A partire dai primi anni ’40, in cui l’industria alimentare americana era gestita da un numero più vasto di companies e in cui anche culturalmente la famiglia era il target primario del consumo, fino ad arrivare ai giorni nostri, ai suoi protagonisti e alle mille sfaccettature che caratterizzano un’industria complessa e capitalista.
Alla radice, ma non solo, delle problematiche odierne legate alla produzione di cibo, vi è sicuramente una concentrazione del potere nelle mani di poche, potentissime compagnie, che si arricchiscono enormemente mentre ai livelli più bassi della catena produttiva vi è sempre più povertà.
Food, Inc. 2si concentra anche sui lavoratori: toccante è la storia di Fran Marion, madre single che da vent’anni lavora nella nota catena di fast food McDonald’s, arrivando a stento a fine mese e senza una vera possibilità di fare carriera.
Le condizioni aberranti degli allevamenti intensivi e le implicazioni etiche e ambientali di una dieta basata sulle proteine animali è ovviamente un punto centrale del documentario, che offre un excursus interessante sugli sviluppi della carne coltivata in laboratorio e dei suoi benefici futuri.
Ma non solo.
Cibo, cervello e manipolazione
Uno dei capitoli più interessanti dell’opera di Keller e Robledo è quello che racconta di come il nostro cervello, un tempo abituato a godere del sapore genuino degli alimenti, abbia subito nel tempo una vera e propria manipolazione attraverso l’utilizzo di aromi artificiali; un bombardamento sensoriale che ha , di fatto, inibito la capacità dell’uomo di metabolizzare il cibo.
Abbiamo perso la saggezza alimentare, che ci guida a mangiare ciò che ci serve. Invece che nutrirci per sopravvivere, ci ingozziamo fino alla morte.
Ciò che abbiamo scandagliato è solamente la punta dell’iceberg del lavoro ben più complesso e strutturato che è Food, Inc. 2; un’opera utile, raccontata con un linguaggio chiaro e diretto, dalle immagini toccanti ma mai esplicitamente crude, che ne rendono la fruizione adatta anche ad un pubblico di giovanissimi, magari all’interno di un programma didattico dedicato alla consapevolezza alimentare, alle problematiche industriali e alle soluzioni per progredire al meglio.
Perché, ormai è chiaro, il cibo non è solo fonte di nutrimento, ma è uno strumento potente nelle nostre mani, e la sua delicata gestione è perennemente in delicato equilibrio.
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