Ad aprile, alcuni critici televisivi dell’Hollywood Reporter si sono seduti al tavolo per stabilire le 50 migliori serie tv uscite dal 2000 a oggi. Come scrivono loro stessi, non è stata una passeggiata. Guardare centinaia, addirittura migliaia di prodotti in poco tempo sarebbe stato impossibile, perciò hanno stabilito due criteri imprescindibili. Le serie tv dovevano essere in lingua inglese e dovevano aver debuttato dopo il 31 dicembre 1999.
Le guide di questo genere sono sempre stimolanti da scrivere – o riportare – e da leggere, per l’ampia conoscenza che esse portano circa i prodotti cinematografici. Così, la redazione di TaxiDrivers ha deciso che sarebbe stato emozionante riferire e omaggiare il lavoro dei colleghi americani. Quindi, ecco qui di seguito l’elenco delle 50 migliori serie tv del 21 secolo (per ora) secondo Hollywood Reporter.
Fatta questa dovuta premessa, consiglio di munirvi di patatine e di una bevanda. Fidatevi, per quanto possa essere un’attività intrigante, 50 serie sono tante. Detto questo, buona lettura!
50. Sex and the City (1998-2004)
La lista di Hollywood Reporter sulle 50 migliori serie tv degli ultimi venti anni comincia con Sex and the city. Anche se tecnicamente ha debuttato alla fine degli anni 90, la sua influenza sui prodotti successivi è troppo ampia per non inserirla in questo elenco. Un’intera generazione ha sognato la vita di Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon), Charlotte (Kristin Davis) e Samantha (Kim Cattrall). Le quattro donne affrontano il lavoro, l’amore e l’amicizia, circondate dallo sfavillante sfondo della Grande Mela.
Sex and the City, ideata da Darren Star e ispirata al libro di Candace Bushnell, esce nel 1998 riscuotendo un enorme successo. Può essere inserita in quel filone letterario definito Chick lit, ovvero un genere rivolto principalmente a un pubblico di giovani donne single che conciliano amore e carriera. Assieme a Sex and the City troviamo negli stessi anni anche Il diario di Bridget Jones (Helen Fielding) e pochi anni dopo I love Shopping (Sophie Kinsella) e Il diavolo veste Prada (Lauren Weisberger).
49. Avatar: La leggenda di Aang (2005-2008)
Il dodicenne Aang (Zach Tyler Elsen) si trova a dover riappacificare le quattro nazioni in guerra grazie alle sue abilità nel controllare l’aria. I due creatori Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko sono riusciti a trovare un perfetto equilibrio tra le questioni adolescenziali e le manovre geopolitiche, inserendo in un world-building ben congeniato personaggi sfaccettati. Dietro alla facciata di prodotto per bambini, tuttavia, si trova anche una profonda riflessione sul potere della pace e sul costo della guerra.
48. South Side (2019-2022)
Ambientato a South Chicago, South Side deve sicuramente molto a prodotti come 30 rock, ma a differenza di altri (L’invincibile Kimmy Schmidt, Great News e Girls5eva) riesce a catturarne la brillantezza e l’assurdità. Simon (Sultan Salahuddin) e Kareme (Kareme Young) si sono appena laureati al college quando cominciano a escogitare piccole truffe e imbrogli. Nonostante la stramberia della serie, i creatori Diallo Riddle e Bashir Salahuddin si prendono anche alcuni momenti per parlare di questioni di cronaca come la brutalità della polizia, la gentrificazione e la corruzione politica.
47. Vida (2018-2020)
Le sorelle Emma (Mishel Prada) e Lyn (Melissa Barrera) non potrebbero essere più diverse. Differenti nel modo di vivere e di amare, abitano ormai da tempo separate, ma tornano nel loro vecchio quartiere di Los Angeles dopo la morte improvvisa della madre. Qui cominciano a confrontarsi con il passato, fino a una scoperta sconvolgente sull’identità della madre. Vida riesce a mostrare un ritratto toccante della sorellanza e a esplorare la comunità LGBTQ nella cultura messicano-americana.
46. The Underground Railroad (2021)
Storia romanzata e realismo magico sono la chiave del successo di questa miniserie. Limitata a un’unica stagione, racconta del pericoloso viaggio che Cora (Thuso Mbedu) intraprende verso la libertà dalla schiavitù. Con grande maestria l’ideatore e regista Barry Jenkins riesce ad alternare momenti cupi e dolorosi a istanti di tenerezza. I primi piani riescono inoltre a focalizzare l’attenzione del pubblico sulla paura e sulla rabbia provata da Cora per l’abbandono della madre.
45. The Crown (2016-2023)
Diventata una delle serie tv più amate – e costose -, The Crown ripercorre il regno della Regina Elisabetta I, interpretata da Claire Foy, Olivia Colman e Imelda Staunton a seconda dell’età del personaggio. Passando dal matrimonio con il principe Filippo (1947) fino al 2005, anno del matrimonio tra l’allora principe Carlo e Camilla Shard, traccia una panoramica della vita a Buckingham Palace. The Crown è un dramma in costume ideato da Peter Morgan che analizza in parallelo le vicende politiche e i drammi personali della famiglia reale britannica.
44. The Leftovers – Svaniti nel nulla (2014-2017)
Quando il 14 ottobre 2011 il 2% della popolazione scompare senza un motivo apparente, i sopravvissuti non possono fare altro che interrogarsi e cercare di continuare a vivere. Nella comunità di Mapleton, di cui la serie segue le vicende, sono scomparsi oltre cento abitanti. Le domande che nel corso dei primi dieci episodi sorgono non trovano risposta nelle successive stagioni. Damon Lindelof, creatore della serie assieme a Tom Perrotta, scrittore del romanzo a cui The Leftovers è ispirato, si focalizza sempre più sulla melanconia, sul dolore e sulla frustrazione dell’enigma irrisolto.
43. Anthony Bourdain: Parts Unknown (2013-2018)
In questo show il cuoco americano Anthony Bourdain viaggia alla scoperta dei cibi nei luoghi meno conosciuti del mondo. Nelle sue avventure lo chef intreccia nuove amicizie e crea ponti tra la propria cultura e quella locale. Con la sua morte prematura, lo show si è fermato a dodici stagioni per un totale di 104 episodi e di altrettanti luoghi da scoprire culinariamente.
42. Station Eleven (2021)
Serie drammatica e fantascientifica, Station Eleven racconta la storia dei sopravvissuti a una pandemia mentre cerca di ricostruirsi una vita. La miniserie, composta unicamente da 10 episodi, è stata adattata dal romanzo omonimo di Emily St. John Mandel. Station Eleven esce nel 2021, in piena pandemia Covid-19, fatto che ha senz’altro contribuito a rafforzare la portata emotiva. La serie parla infatti di vita e di sopravvivenza, ma anche di formare una famiglia e trovare uno scopo in tempi disperati.
41. Beef (2023)
Vista la fortuna dei drammi coreani nell’ultimo periodo, non si poteva compilare la lista delle 50 migliori serie tv del 21esimo secolo senza includerne uno. Beef illustra come la vita di Danny (Steven Yeun) e di Amy (Ali Wong) si stia consumando dopo l’incidente stradale che li ha coinvolti. La capacità del creatore Lee Sung Jin di parlare dell’angoscia dell’esistenza in maniera persuasiva e commovente rende Beef una dolce riflessione sulla condizione umana. Lee Sung Jin presta molta attenzione alla resa dei personaggi sofferenti: il dolore, la paura e i peccati sono resi in tutte le loro sfaccettature.
40. Insecure (2016-2021)
Considerata una delle serie più divertenti, sexy e tagliente del periodo, Insecure racconta la storia di due amiche di colore e della loro lotta nell’ambito lavorativo e relazionale. La creatrice nonché co-protagonista Issa Rae, insieme allo showrunner Prentice Penny, riesce a creare una narrazione vibrante che immerge lo spettatore nell’esistenzialismo dei vent’anni.
39. The Deuce – la via del porno (2017-2019)
In un mondo che vede protagoniste la prostituzione e la droga, i due fratelli gemelli Frankie e Vincent (entrambi interpretatati da James Franco) cominciano a lavorare assieme a “Candy” (Maggie Gyllenhaan), la quale ha trovato nella prostituzione una fonte di guadagno. The Deuce – la via del porno è ambientato nella squallida Times Square tra gli anni Settanta e Ottanta e racconta l’evoluzione dell’industria del porno e del sesso. Nonostante l’argomento e l’ambientazione, i creatori David Simon e George Pelecanos si rifiutano di romanticizzare questo duro momento storico. Mostrano invece uno studio straziante della brutalizzazione della vita delle donne da parte di poliziotti, artisti, attivisti e politici.
38. Band of Brothers – fratelli al fronte (2001)
Ispirato al libro Banda di fratelli di Stephen Ambrose, la miniserie segue le vicende della Compagnia Easy dell’esercito americano dall’addestramento fino alla fine della guerra. Tramite questo prodotto pregno di eroismo si è creata una delle più grandi collaborazioni televisive dell’epoca, ovvero quella tra HBO, Gary Goetzman e la Playtone di Tom Hanks. Band of Brothers permette di apprezzare, oltre a molti volti noti del panorama cinematografico, i costumi d’epoca e le scenografie impeccabilmente ricostruite.
37. Crazy Ex-Girlfriend (2015-2018)
Rebecca (Rachel Bloom) è convinta che una laurea ad Harvard e i successi professionali non la rendano pienamente felice. Perciò, quando in città compare una sua vecchia fiamma, Rebecca lascia lo studio legale nel quale lavora e lo segue a West Covina, Los Angeles. Attraverso una serie di canzoni dai testi esilaranti e dalle melodie orecchiabili, Crazy Ex-Girlfriend tratta alcuni temi come la malattia mentale e la sessualità femminile.
36. The Shield (2002-2008)
Victor (Michael Chiklis), Shane (Walton Goggins), Curtis (Kenny Johnson) e Ronald (David Rees Snell) sono i quattro poliziotti che formano la squadra definita “strike team”. Questa ha il compito di pianificare le tattiche e le strategie delle operazioni della polizia. Partendo dal controllo di spacciatori e gang con lo scopo di arricchirsi finiscono per essere coinvolti in crimini ben più grandi, fino a diventare loro stessi dei criminali. Questa serie di antieroi racconta la brutalità della polizia pur senza celebrarne le gesta, come invece è stata ridotta più volte. Ciò nonostante, non si può negare che il personaggio di Vic Mackey sia forse il più riprovevole degli antieroi del periodo.
35. Chernobyl (2019)
I cinque episodi creati da Craig Mazin e diretti da Johan Renck raccontano i terribili fatti dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuta il 26 aprile 1986 nella cittadina ucraina. La miniserie si sofferma sulle devastanti conseguenze dell’incidente, analizzando il modo e le cause della tragedia. Inoltre, cattura la barbarie medica, l’offuscamento politico e il panico sociale scoppiato. Allo stesso tempo Chernobyl è anche la storia degli eroi che hanno cercato di limitare i danni, per quanto possibile, a costo della loro stessa vita.
34. Jane the Virgin (2014-2019)
Creata da Jennie Snyder Urman, Jane the Virgin si propone al pubblico con una premessa semplice quanto accattivante. Jane (Gina Rodriguez), pur essendo ancora vergine, resta incinta a causa di un’inseminazione sbagliata. La serie tv, scritta sotto forma di telenovela venezuelana, tiene lo spettatore col fiato sospeso grazie ai colpi di scena alla base della trama assai intricata. Il tutto viene condito dalla voce di Anthony Mendez (Massimo Lopez in italiano) come narratore, che con brillante ironia e accorato divertimento racconta gli avvenimenti della famiglia Villanueva. Tra rapimenti, gemelli segreti, triangoli amorosi e false morti, Jane the Virgin unisce divertimento, intelligenza e sentimento raggiungendo un ottimo risultato.
33. Orange Is the New Black (2013-2019)
Orange is the new black ruota attorno all’esperienza in prigione di Piper Chapman (Taylor Schilling). Arrestata per un crimine commesso dieci anni prima, incontra la sua ex-fidanzata e instaura un rapporto con un gruppo di donne. La carta vincente di Orange is the new black è la presenza di un cast prevalentemente femminile e queer, che permette all’ideatrice Jenji Kohan di raccontare la storia di donne molto diverse tra loro per età, classe, genere, razza, etnia e sessualità. Tramite l’adozione di flashback, infatti, vengono tracciate le loro storie, ponendo l’attenzione su cosa le ha portate lì.
32. Veep – Vicepresidente incompetente (2012-2019)
In questa satira politica viene raccontata la storia della Vice-presidente degli Stati Uniti Selina Meyer (Julia Louis-Dreyfus) e del suo staff. Scritta da Armando Iannucci, la serie ha vinto tre volte l’Emmy, a fronte delle sei candidature consecutive. Sicuramente salta all’occhio l’interpretazione cinica del potere, composto da persone che possono rivelarsi anche molto spregevoli. Selina risulta essere una donna ossessionata dallo status, circondato da uno staff inutile e incompetente. Il filo conduttore della serie, ciò che manda avanti la trama, non sono le azioni progettate dei personaggi, quanto piuttosto litigi, sviste e pura fortuna.
31. Fleabag (2016-2019)
Phoebe Waller-Bridge, ideatrice, scrittrice e attrice protagonista, porta sul piccolo schermo la storia di Fleabag, una donna londinese dalla vita problematica. Nel corso dei dodici episodi di cui si compone la serie, Fleabag affronta la famiglia disfunzionale, le difficoltà economiche e l’instabile vita sentimentale. Tutta la serie, tuttavia, è basata sulla morale che essere veramente amati significa essere visti e accettati, compresi i rischi, i dolori e le complicazioni.
30. Il trono di spade (HBO, 2011-2019)
Fenomeno degli ultimi decenni creato da David Benioff e da D.B. Weiss, Il trono di spade è un adattamento cinematografico del ciclo di romanzi scritti da George R.R. Martin. Ambientato in un oscuro mondo fantastico ispirato al Medioevo, racconta la lotta per il trono di spade combattuta dalle famiglie nobili più potenti. Il trono di spade è fatto da intrighi e giochi di potere sullo sfondo di un inverno in arrivo che risveglia creature magiche ormai dimenticate.
29. Broad City (2014-2019)
Broad City segue la vicenda di due amiche, Ilana e Abbi, nella soleggiata New York alla ricerca della spensieratezza e della frivolezza. In questa commedia esilarante in cui pare non arrivare mai l’inverno, Abbi Jacobson e Ilana Glazer interpretano due fannullone ventenni che vivono alla giornata, rimanendo spesso invischiate in guai sempre diversi.
28. How To With John Wilson (2020-2023)
In questa commedia mista a documentario John Wilson, ideatore, sceneggiatore, regista e narratore della serie, conduce lo spettatore alla scoperta degli aspetti più assurdi ed eccentrici di New York. A partire da come fare conversazione a come apprezzare il vino, da come ricordare i propri sogni a come guardare gli uccelli, John Wilson ha creato una sorta di guida su come essere umano nel mondo.
27. Parks and Recreation (2009-2015)
Senz’altro il punto di forza di Parks and Recreation è il suo inguaribile ottimismo, che supera perfino quelli di Brooklyn Nine-Nine, The Good Place e The Office, tutti ideati da Michael Shur. Leslie Knope (Amy Poehler) lavora al Parks and Recreation Department che si occupa della manutenzione di parchi e aree pubbliche. A causa del suo carattere solare ed entusiasta Leslie si trova spesso in conflitto con i suoi colleghi. Pur senza nascondere i fatti reali, Parks and Recreation veicola il messaggio che vale la pena provare a migliorare il mondo.
26. Battlestar Galactica (2003-2009)
Battlestar Galactica porta sullo schermo il remake della miniserie degli anni Settanta creata da Glen A. Larson, Galactica, di cui riprende buona parte della trama. Il comandante William Adamo (Edward James Olmos) guida il Galactica verso la Terra, mentre viene continuamente sottoposta ad attacchi da parte dei Cyloni. Nella riscrittura di Ronald D. Moore si percepisce però la rappresentazione della paranoia terroristica post 11 settembre. L’attacco, qui un colpo di stato robotico, potrebbe essere anche inteso come previsione sui rischi dell’intelligenza artificiale.
25. Review (2014-2017)
A metà della lista delle 50 migliori serie tv del 21 secolo troviamo un finto documentario. In Review il critico professionista Forrest MacNeil (Andy Daly) recensisce in prima persona le esperienze di vita che gli vengono proposte dagli spettatori. Questa sua occupazione continua fino a quando il suo lavoro non interferisce con la sua vita privata, conducendolo a un divorzio e al carcere. Review, creato da Andy Daly, arriva in un momento in cui il concetto di antieroe vacilla e in questa serie singolare, per non dire squilibrata, Forrest risulta essere uno dei più cattivi tra di loro.
24. I May Destroy You – Trauma e rinascita (2020)
La promessa del titolo viene rispettata in questa miniserie biografica drammatica composta da 12 episodi e ideata, scritta, co-diretta e interpretata da Michaela Coel. Arabella, una donna ispirata alla sua attrice, viene violentata dopo una nottata passata a bere e a ballare. Con i ricordi annebbiati cerca per il resto degli episodi di ricostruire quanto successo e di reagire alla violenza subita. La serie alterna magistralmente personaggi affettuosi e intelligenti al dolore che questi provano, cercando di rispondere alla domanda ‘Ė davvero possibile risollevarsi da un evento traumatico?’ seguito da quella ben più complicata, ‘Come?’
23. Survivor (2000-present)
In questo reality un gruppo di persone viene lasciata su un’isola dove devono sopravvivere usando le poche risorse a disposizione. Nel corso degli anni ha avuto l’intelligenza di adattarsi ai cambiamenti sociali, stimolando sempre più conversazioni su argomenti come i privilegi razziali e l’identità di genere. Mentre in America ha riscosso un notevole successo, arrivando alla quarantesima edizione, in Italia lo show è durato per una sola stagione, andata in onda nel 2001. Ė stata invece maggiormente apprezzata L’isola dei famosi, che seppur con molte modifiche deve molto a Survivor.
22. Better Things (2016-2022)
Sam (Pamela Adlon) si trova a crescere le tre figlie Max, Frankie e Duke da sola mentre lotta per la sua carriera di attrice e affronta l’eccentrica madre e l’ex marito. Se all’inizio la serie sembra una pallida imitazione dell’attrice Pamela Adlon, con la terza stagione, quando la Adlon assume la piena autorità sulla sceneggiatura, si trasforma in una pungente satira hollywoodiana.
21. Deadwood (2004-2006)
Quando l’ex sceriffo Seth Bullock (Timothy Olyphant) e il cercatore d’oro Wild Bill Hickok (Keith Carradine) arrivano a Deadwood, i loro destini si intrecciano a quelli degli abitanti. Nonostante sia stato cancellato alla fine della terza stagione, Deadwood ha lasciato una chiara impronta nel decennio successivo. Nel 2019, infatti, è uscito Deadwood: il film che riporta sullo schermo le vicende del western di David Milch.
20. Peep Show (2003-2015)
Mark Corrigan (David Mitchell) e Jeremy Usborne (Robert Webb) sono coinquilini in un appartamento a sud di Londra. Qui cominciano a distruggersi lentamente a vicenda in merito alla carriera, alle relazioni e a ogni aspetto della loro vita. La caratteristica vincente, tuttavia, è l’utilizzo delle voci fuori campo per esplicare i pensieri dei protagonisti. In questo modo lo spettatore segue i due protagonisti in ogni loro pensiero.
19. Rectify (2013-2016)
Quando Daniel Holden (Aden Young) viene rilasciato di prigione dopo 19 anni e torna nella sua città natale, deve adattarsi alla sua nuova vita. Al di là della trama apparentemente banale, Rectify esplora la fede, la redenzione e la sensazione di sentirsi un pesce fuor d’acqua.
18. Friday Night Lights (2006-2011)
Passando in rassegna tutti i soliti stereotipi del liceo americano – il quarterback fidanzato con la cheerleader, il ragazzo nerd, l’artista e il bad boy – Friday Night Lights si differenzia da centinaia di prodotti simili per la sua genialità. Gli stereotipi vengono sovvertiti grazie alla scrittura tagliente e alle performance sensibili. I personaggi non vengono qui idealizzati, ma scava nei loro caratteri per poter trovare la loro umanità attraverso gli alti e bassi.
17. Halt and Catch Fire (2014-2017)
La serie racconta le vicende di Joe MacMillan (Lee Pace) dopo la sua assunzione al Giant, un’azienda produttrice di computer. Il merito di Halt and Catch Fire, quella che dovrebbe essere la base di ogni buona serie tv, ma che costituisce un obiettivo non sempre raggiunto, è l’evoluzione dei personaggi. Mentre inventano un motore di ricerca, infatti, questi cambiano e maturano, intrecciando relazioni e interrompendone altre. Ė così che la serie comincia in malo modo fino a diventare un gioiellino della televisione americana.
16. Breaking Bad (2008-2013)
Un professore di chimica, Walter White (Bryan Cranston), è costretto a trovare un secondo impiego per fronteggiare le spese. Il giorno del suo compleanno gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni e per White sembra la fine. Ma l’incontro con uno spacciatore, suo ex studente (Aaron Paul), cambia il corso della sua vita, battezzandolo al mercato della droga. L’arco narrativo di Walter da criminale semi-riluttante fino a malvagio boss della droga viene costellato dai giudizi pungenti inseriti dal creatore Vince Gilligan.
15. Atlanta (2016-2022)
Atlanta racconta la redenzione di Earn Marks (Donald Glover), un ex studente dell’Università di Princeton che comincia a fare da manager al cugino, un famoso rapper. Ma la trama è assai riduttiva per un prodotto come Atlanta, il quale unisce la mente di Glover, quella del fratello Stephen e quella del regista Hiro Murai. Il risultato? Un team creativo che alimenterà l’industria cinematografica per i decenni a venire.
14. Enlightened – La nuova me (2011-2013)
In questa serie sul conoscere se stessi e ricominciare da capo Laura Dern interpreta Amy, una dirigente aziendale che dopo un crollo di nervi comincia un percorso di riabilitazione alle Hawaii. Amy è determinata a diventare la migliore versione di se stessa e ne ha tutte le capacità. Col passare degli episodi, tuttavia, si rivela essere sempre più ipocrita ed egocentrica. Eppure Enlightened – La nuova me si prende anche lo spazio per portare la speranza e la bellezza che trascende la banalità di auto-aiuto di Amy.
13. 30 for 30 (2009-in corso)
Si tratta del programma di punta del canale sportivo ESPN, creato da Bill Simmons e Connor Schell. In occasione del trentesimo anniversario della televisione via cavo i due hanno avviato una serie di documentari che permettono di raccontare storie sullo sport non ancora note al vasto pubblico. L’apice è stato raggiunto nel 2016 con O.J.: Made in America, un documentario diretto da Ezra Edelman che delinea il caso di omicidio che ha coinvolto l’attore ed ex giocatore di football O.J. Simpson. Dopo l’uscita di Made in America la qualità si è notevolmente abbassata, ma alcuni esempi recenti fanno sperare in una ripresa della serie.
12. The Americans (2013-2018)
Nel 1981 Philip (Matthew Rhys) ed Elizabeth (Keri Russell) sono due agenti segreti del KGB che si fingono – almeno inizialmente – una coppia di americani sposati. Il loro matrimonio è però messo a dura prova dagli svolgimenti della guerra fredda e dagli ordini sempre più rischiosi dei superiori. Oltre a tutto ciò, i figli ignari dell’identità dei genitori crescono con quei valori del capitalismo che loro sono invece chiamati a combattere. The Americans nasce a tutti gli effetti come thriller di spionaggio, ma si trasforma presto in una serie sexy ed elegante.
11. The Daily Show (1996-in corso)
In una comica parodia di Comedy Central vengono presi di mira i telegiornali e tutti quei programmi di approfondimento politico presenti sulla televisione statunitense. Per anni, sotto la vigile gestione di Jon Stewart, The Daily Show era diventato la principale fonte di notizie per gli americani. Con un totale di 3471 puntate, lo show tratta servizi nei luoghi più disparati con i folli e assurdi comportamenti degli inviati.
10. BoJack Horseman (2014-2020)
Un’altra satira con BoJack Horseman, questa volta diretta al mondo hollywoodiano delle celebrità e dell’industria cinematografica che va a segno grazie a un alternarsi di giochi di parole e gag demenziali. In questa serie animata, ambientata in una Hollywood abitata in contemporanea da animali antropomorfi e umani, BoJack (Will Arnett) rincorre ancora una volta l’ascesa alla fama tramite un’autobiografia. La critica ha evidenziato le complesse relazioni che si instaurano tra i personaggi, doppiati in originale da numerosi personaggi famosi del mondo dello spettacolo, tra cui Stanley Tucci, Daniel Radcliffe, Henry Winkler e Angela Bassett.
9. Freaks and Geeks (1999-2000)
Al McKinley High School le vite di Lindsay e Sam Weir (Linda Cardellini e John Francis Daley) si intersecano con quelle dei coetanei, divisi in due gruppi, i freak e i geek. Questo dramma adolescenziale composto da soli 18 episodi, oltre ad aver lanciato la carriera di molti giovani attori, ha contribuito a definire la cultura dei successivi prodotti per teenager. Con questa commedia a tratti grossolana a tratti straziante l’ideatore Paul Feig porta sullo schermo il puro sconvolgimento adolescenziale.
8. Girls (2012-2017)
La trama non è certo delle più innovative: quattro amiche che cercano di raggiungere i propri sogni barcamenandosi tra carriera e relazioni sullo sfondo della Grande Mela. E questo Lena Dunham lo sa più che bene. Non vuole raccontare la storia più innovativa, ma farlo in maniera onesta. E così fa con Girls, nel quale interpreta la protagonista Hannah Horvath. Dunham scrive una commedia drammatica semi-autobiografica sicuramente non per tutti, ma pregna di bellezza in ogni angolo.
7. Better Call Saul (2015-2022)
Spin off della serie Breaking Bad, nonché allo stesso tempo sequel e prequel, si concentra sul pittoresco ma competente avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk). In Better Call Saul vengono mostrati i fatti antecedenti Breaking Bad, in cui Saul – il cui vero vero nome è James McGill – cerca di affermarsi come avvocato nello studio legale del fratello. Qui conosce il co-proprietario dello studio legale, Howard Hamlin, e il promettente avvocato Kim Wexler, con il quale intesse una relazione amorosa. Better call Saul nasce come prodotto legato al mondo di Breaking Bad ma in poco tempo se ne distanza, diventando un trionfo a se stante grazie alle capacità attoriali dei personaggi principali, ovvero Bob Odenkirk, Jonathan Banks e Rhea Seehorn.
6. Reservation Dogs (2021-2023)
Reservation Dogs non è soltanto una delle poche rappresentazioni su schermo degli indigeni che evita gli stereotipi secolari. Ė anche una brillante panoramica sugli indigeni adolescenti contemporaneamente comica e drammatica. Unendo gioia e dolore, riesce a far emozionare e a far scoppiare assieme ai personaggi.
5. The Wire (2002-2008)
Durante le cinque stagioni si assiste alla lotta tra una delle unità della polizia e una banda che controlla il traffico di droga di Baltimora. La serie mostra la durezza e la crudeltà dei legami tra la povertà, il commercio della droga, le istituzioni e il sistema educativo. La crudezza di The Wire è aumentata dall’uso di un complicato dialetto – apparentemente anche per gli americani stessi – che fa ampio uso di espressioni sporche e volgari.
4. 30 Rock (2006-2013)
Liz Lemon (Tina Fey) è la capo sceneggiatrice del suo programma intitolato The Girle Show. Si trova costantemente impegnata a occuparsi del dietro le quinte, coordinando il gruppo di autori e attori, senza la possibilità di costruirsi una vita fuori al di fuori del lavoro. 30 Rock, che è l’abbreviazione di 30 Rockefeller Plaza, sede degli studi della NBC a New York, racconta in modo surreale e sublime i meccanismi di un programma televisivo. Con il passare delle stagioni si sofferma però anche sulla crescita dei personaggi, pur mantenendo il cinismo verso il mondo hollywoodiano.
3. Succession (2018-2023)
Siamo arrivati al podio con il terzo posto di Succession, basata sui fatti della Waystar-Royco è uno dei più grandi conglomerati di media e intrattenimento del mondo. Qui i dipendenti dell’azienda trascorrono il loro tempo a cercare di soddisfare – spesso invano – ogni capriccio di Logan Roy (Brian Cox), CEO e patriarca della famiglia Roy, proprietaria dell’azienda. Tramite una sceneggiatura abbagliante, l’ideatore Jesse Armstrong illustra come troppo denaro e poco amore possano essere le cause di un’umanità miserabile e distrutta.
2. I Soprano (1999-2007)
Credo che poche serie tv non necessitino di presentazione come I Soprano, forse la più famosa creata sulla mafia. Creata da David Chase, I Soprano ha dato voce a Tony Soprano, magistralmente interpretato da James Gandolfini, l’ansioso, violento, vulnerabile e spietato boss della mafia che diventa l’archetipo di numerosi antieroi dei primi anni 2000. Tony Soprano è soggetto ad attacchi di panico dovuti allo stress di gestire gli affari criminali e tenere in riga la propria famiglia. Comincia così a frequentare una psicoanalista (Lorraine Bracco) alla quale confida i propri pensieri.
1. Mad Men (2007-2015)
Eccoci giunti alla medaglia d’oro, conferita da The Hollywood Reporter nel suo articolo sulle 50 migliori serie tv degli ultimi 25 anni a Mad Men. Protagonista è Don Draper (Jon Hamm), direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria Sterling & Cooper in Madison Avenue. Ambientata nella New York degli anni ‘60, nel corso delle sette stagioni Mad Men registra alcuni degli eventi che sono diventati delle pietre miliari della storia del Novecento. Tra gli altri la corsa alla presidenza di Kennedy e Nixon, la crisi missilistica di Cuba, l’assasinio di Kennedy e l’allunaggio di Neil Armstrong. In parallelo agli accadimenti storici si scopre tramite una serie di flashback la vita del cinico seppur per certi versi ottimista Don Draper. Creata da Matthew Weiner, Mad Men è una serie straziante, esilarante e stimolante allo stesso tempo, che ha lasciato un marchio a fuoco nella storia delle televisione americana, grazie ai dialoghi e a momenti indelebili.