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FESTIVAL DI CINEMA

‘Turisti’ il corto che lascia senza parole

Adriano Giotti presenta ‘Turisti’ al Sentiero Film Factory

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Forte di un anno tra i festival cinematografici in tutto il mondo, Adriano Giotti presenta Turisti. Il cortometraggio è in concorso al Sentiero Film Factory.

Con una nomination al David di Donatello, Adriano Giotti è senza dubbio un giovane regista da tenere d’occhio per la sua abilità dietro la macchina da presa. Sin dal debutto nel 2014 con Piume, si è fatto strada tra i festival cinematografici con i suoi cortometraggi indipendenti. Il suo stile provocatorio è stato apprezzato dalla critica di tutto il mondo. Abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo. Inutile dire: allerta spoiler.

Turisti: una trama dal finale inaspettato

Una vacanza noiosa in un resort tailandese, due turisti annoiati, e un esperto in divertimento. Cosa può esserci di male nel sano divertimento? È ciò che pensano i due turisti italiani dopo aver incontrato un connazionale. Un incontro fortunato, almeno per uno dei due, che si concluderà con una rivelazione con il botto. Una spirale di ipocrisia e perversione accompagnerà i tre protagonisti in una storia a tutto tondo.

Un corto da non prendere sottogamba

Non è nuova nel regista toscano una velata critica alla società italiana, certo, ma in questo corto diventa un vero e proprio macigno. Non si tratta più di una semplice commedia, ma di una storia dal finale che sa di denuncia, e che certo non vuole farci ridere.

Turisti, dal forte stampo moralizzante, è composto di tre atti e i protagonisti sono così  rappresentati in tre coppie che ruotano. Questo tipo di narrazione permette di aumentare la curiosità dello spettatore sull’oggetto del divertimento. Tutto è curato e strutturato per permettere uno svolgimento lineare. Lo si puo vedere anche nell’ordine delle coppie, che  permettono al racconto di svolgersi e concludersi alla perfezione in quei 14 minuti

A rafforzare la critica del cortometraggio sono senza dubbio anche i giochi di colore che Giotti mette in atto attraverso la macchina da presa. Due colori primari, quelli che indossano i due protagonisti del nostro cortometraggio, che favoriscono inconsciamente la lettura delle loro personalità. La calma e la tranquillità di uno dei due turisti, come se non fosse davvero interessato, sono rese dalla sua camicia blu.  In completa opposizione con l’amico, il giallo, un richiamo all’ansia e al pentimento dell’altro protagonista. Tutto è poi contornato da giochi di luce ed ombra come se fossero essi stessi un rimando alla società.

Il cortometraggio è una vera e propria condanna all’uomo e alla sua ipocrisia. Dietro la vacanza tranquilla si nasconde il vero marcio della società. I tre uomini interpretati da Enzo Saponara, Alberto Tordi e Giovanni Izzo, infatti, rappresentano una categoria umana da cui è bene allontanarsi. Lo fa intendere molto bene lo stesso Adriano Giotti, usando inquadrature distanti, spesso prese dall’alto senza immedesimazione nei personaggi. Addirittura come si trattasse di un avvertimento.

Non essere come loro

Uno sguardo da vicino: intervista con Adriano Giotti.

Il tema di Turisti e il modo in cui hai scelto di affrontarli è molto delicato e altrettanto interessante. Il turismo sessuale purtroppo è una realtà molto presente il tutto il mondo, ma non molti trovano il modo corretto di affrontarlo. Com’ è nato il desiderio di realizzare questa storia del tutto inedita?

Bhe, l’idea del corto è nata dopo aver letto un articolo che parlava di come l’Italia fosse il paese al primo posto per i clienti del turismo sessuale. Rimasi talmente scioccato che ho sentito subito il desiderio di restituire la mia stessa sensazione al pubblico. Dopo aver fatto un po’ di ricerche, aver visto qualche intervista con telecamere nascoste a pedofili, mi sono reso conto di quanto in Thailandia fosse una cosa normale. Lì la prostituzione minorile è una cosa normalissima. Anzi, se proprio vogliamo essere sinceri, in Thailandia adesso le persone si lamentano di quanto sia più difficile partecipare a quel tipo di divertimento a causa delle nuove leggi. L’idea era comunque quella di rappresentare che gran parte delle persone che sfrutta questa situazione lo fa una volta sola. Insomma, lo fanno perché lo vogliono fare, lo possono provare. Un po’ come quando si va in Giappone e si prova il sushi. Un turista va in Thailandia e prova una ragazzina. Quindi ho sentito proprio il desiderio di rappresentarli, con la loro mascolinità tossica mentre parlano delle mogli, dei rapporti personali e del sesso così da sgretolare tutto con il colpo di scena finale.

A proposito del colpo di scena finale, a rappresentare l’oggetto del divertimento di questi tre individui così diversi tra loro, la scelta è ricaduta su un’attrice molto giovane. Come hai affrontato la tematica della prostituzione minorile con lei? I casting sono stati complicati?

Trovare l’attrice non è stato affatto semplice, è vero. Ho provato a contattare molte associazioni che si occupano di tratta di schiave o comunque di ragazzine africane e del Sud-Est asiatico. Ovviamente tutti mi hanno detto di no, che avrei dovuto usare un attrice maggiorenne, ma se avessi fatto così non avrei comunque reso l’idea. Quindi ho deciso di aprire dei casting. Per fortuna ho trovato dei genitori disposti a far recitare la figlia di solo dodici anni. Erano molto aperti e abbracciarono da subito il progetto. In seguito ho scoperto che i due avevano adottato la ragazza dall’Asia, nonostante avessero già dei figli, proprio perché volevano salvarla da quel che poteva succedere. Per quanto riguarda l’affrontare il tema direttamente con lei o meno ho deciso di non farlo. Non sapevo che discorsi avessero fatto i genitori riguardo alla sessualità, ho pensato quindi fosse meglio evitare l’argomento. In fin dei conti lei doveva limitarsi a uscire dalla stanza. Ho preferito lavorare maggiormente sui suoi movimenti e le sue espressioni di disagio. Come personaggio non aveva effettivamente necessità di un background.

Con un tema così interessante e molto delicato, che rispecchia perfettamente il tuo cinema, hai in mente di creare una trasposizione su lungometraggio? Magari approfondendo proprio queste tematiche sociali e critiche.

Certo, la mia attenzione sul sociale è evidente, mi piace raccontare delle persone e raccontare il sociale attraverso queste. Io parto sempre dai personaggi per poi arrivare effettivamente al tema del mio racconto. Ho molti progetti che prevedono lungometraggi, ma sinceramente non ho mai pensato di rendere proprio Turisti un lungo. La storia ha un inizio e una fine, non ha bisogno di un effettivo prolungamento. Magari per altri progetti passati poteva esserci un’idea per un ampliamento della storia, come in TikTok Star. Per l’ultimo cortometraggio proprio non saprei. Purtroppo in questo periodo il cinema italiano non sta passando un buon momento; quindi, anche con tante idee su progetti futuri tendo a essere molto scaramantico. Sicuramente per i più affermati non sarà un problema… ma per gli esordienti è tutto il contrario.

Editing: Margherita Fratantonio

 

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Turisti

  • Anno: 2023
  • Durata: 14 minuti
  • Distribuzione: Sayonara Film
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Adriano Giotti