‘3 MWh’ di Marie-Magdalena Kochová. La Vita al Limite dell’Energia

3MWh è un cortometraggio di Marie-Magdalena Kochová, presentato al Sentiero Film Factory. L’opera, girata nella Repubblica Ceca, ha già conquistato l’attenzione internazionale con la selezione per la XXIX edizione del Linea d’Ombra Festival, di Salerno.

Una storia di trasformazione

Un operaio di una centrale nucleare, ossessionato dai calcoli, stabilisce un limite massimo di elettricità da consumare fino alla fine della sua vita. In questo poetico cortometraggio girato in 16 mm, ricco di elementi matematici, Marie-Magdalena Kochová racconta la storia di un uomo in trasformazione. Una riflessione sulla natura dell’esistenza che abbraccia l’idea che non siamo solo corpo, ma anche energia.

La poetica del limite

Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. La prima legge della termodinamica apre 3MWH, un cortometraggio che fa del consumo energetico quotidiano il proprio motore narrativo. D’altronde, tra dati incerti e informazioni sempre più astratte, l’elettricità rimane un numero concreto, tangibile, quasi rassicurante nella sua freddezza.

Il messaggio è inequivocabile: una buona qualità della vita si colloca attorno ai 3 MWh per persona, non serve spingersi oltre. Basta scorrere i dati provenienti da alcuni paesi europei per rendersene conto: la Repubblica Ceca si attesta su 6,76, l’Austria tocca i 9,53, la Slovacchia è a 5,58, la Francia a 8,54 e la Germania a 6,97. Numeri diversi, ognuno legato a una realtà economica, sociale e culturale differente, ma tutti all’interno di una cornice che parla la stessa lingua: quella del fabbisogno energetico di una collettività.

E, allora, ecco comparire un singolarissimo e ossessivo ‘diario di bordo’, in un esercizio a dir poco esistenziale, portata avanti compulsivamente dal nostro protagonista di circa 62 anni. E qui interviene la terza legge, con il suo richiamo a un limite invalicabile, come se l’azzeramento totale non fosse mai davvero raggiungibile. Forse, considerato il finale, un invito a non inseguire la perfezione, ma ad accettare il movimento, la trasformazione continua, l’energia che scorre senza mai dissolversi. Monitorare, comprendere, non sprecare.