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Ischia Film Festival

Stellan Skarsgård: una versatilità senza confini

Il percorso di un attore di straordinario talento, dalle origini scandinave ai successi hollywoodiani

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Stellan Skarsgård - Chernobyl

Stellan Skarsgård è un attore di grande talento e versatilità, noto sia per i suoi ruoli in film internazionali che per le sue interpretazioni nel cinema svedese. La sua carriera, che abbraccia più di cinque decenni, lo ha visto interpretare una vasta gamma di personaggi, dimostrando una notevole capacità di adattamento a diversi generi cinematografici.

In occasione della 22° edizione dell’Ischia Film Festival, l’attore svedese arriverà sull’isola il 4 luglio. Skarsgård incontrerà il pubblico e riceverà un riconoscimento a una lunga ed entusiasmante carriera fatta di successi, tra cui il Golden Globe, vinto nel 2020, come miglior attore non protagonista per la serie Chernobyl. Nel 2023, inoltre, Skarsgård ha ricevuto il Leopard Club Award alla 76ª edizione del Locarno Film Festival.

Primi anni e la carriera in Svezia

Stellan John Skarsgård nasce il 13 giugno 1951, a Göteborg, una città della Svezia meridionale, situata nella contea di Västra Götaland. Inizia la carriera di attore molto giovane, entrando nel mondo della recitazione ad appena sedici anni. Il suo debutto avviene in una serie tv svedese del 1968, Bombi Bitt och jag (“Bombi Bitt e io“), “una specie di Huckleberry Finn svedese“. All’epoca c’è un solo canale tv in Svezia, quindi tutti lo conoscono. L’attore ha dichiarato, a seguito della popolarità ottenuta dalla serie, che:

“È stata un’esperienza che mi avrebbe rovinato se non avessi avuto dei genitori così straordinari, perché si sono assicurati di mantenermi ancorato alla realtà.”

Dopo aver abbandonato il liceo a diciassette anni ed essere entrato alla Royal Dramatic Theatre, Stellan Skarsgård continua la carriera cinematografica in piccole produzioni locali.

“Nonostante le proteste dei miei genitori, ho ribadito che era la mia vita e decidevo io. Credo che i genitori debbano rispettare le scelte dei propri figli e non cercare mai di progettare la loro vita.”

La notorietà arriva nel 1982, quando si aggiudica l’Orso d’argento come miglior interprete maschile al Festival di Berlino per il film Den enfaldige mördaren, diretto da Hans Alfredson. L’attore riesce a guadagnarsi una solida reputazione per le sue interpretazioni intense e profonde, continuando la collaborazione con Hans Alfredson e registi quali Bo Widerberg e Allan Edwall.

Stellan Skarsgård - Den enfaldige mordaren

‘Den enfaldige mordaren’ (1982)

Stellan Skarsgård | Verso le stelle

L’ascesa verso il successo internazionale di Skarsgård inizia negli anni ’90. L’attore prende parte a Le onde del destino (Breaking the waves), diretto da Lars von Trier e affiancato da un’esordiente Emily Watson, che riceve una nomination agli Oscar per la sua performance. Il film viene proiettato a Cannes, aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria e rivelando il talento del regista danese. Il plauso della critica avvolge anche l’attore svedese che, riferendosi al successo avuto a Cannes, ha dichiarato:

“Poiché a sedici anni avevo avuto migliaia di ragazzine che urlavano, potevo affrontare qualsiasi pressione.”

Stellan Skarsgård - Breaking the Waves

Stellan Skarsgård ed Emily Watson in ‘Le onde del destino’ (1996)

Nello stesso anno, è nel cast di Amistad, di Steven Spielberg, il film che ripercorre il caso giudiziario seguito all’ammutinamento, realmente avvenuto nel 1839, dei prigionieri africani stivati da commercianti schiavisti a bordo della nave Amistad.

Durante le riprese, Stellan Skarsgård riceve una telefonata per un incontro a Boston. Non sa che dinanzi a lui ci sono due giovani future star di Hollywood: Ben Affleck e Matt Damon. I due ragazzi sono sceneggiatori e interpreti del film, a cui partecipa anche l’indimenticabile Robin Williams. Parliamo, ovviamente, di Will Hunting – Genio ribelle (Good Will Hunting), diretto da Gus Van Sant. L’attore svedese veste i panni del prof. Gerald Lambeau, un docente di matematica che propone costantemente sfide ai propri studenti. Il film viene accolto in maniera estremamente positiva, ottenendo diversi riconoscimenti.

Riguardo alla collaborazione con Robin Williams, che vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista, Skarsgård ha dichiarato:

“È come se avesse tre cervelli che lavorano intensamente e allo stesso momento. Improvvisava molto. Sembrava ogni volta un attore diverso, o persino un regista. Non sapevi mai cosa aspettarti durante le scene con lui.”

Will Hunting

‘Will Hunting – Genio ribelle’ (1997)

Le grandi produzioni americane

All’inizio degli anni 2000, Stellan Skarsgård continua la collaborazione con von Trier in film quali Dancer in the dark (2000) e Dogville (2003). Partecipa, inoltre, al King Arthur (2004) diretto da Antoine Fuqua (già noto per Training Day).

Ma il successo commerciale arriva nel 2006, grazie alla saga de Pirati dei Caraibi, capitanata (in tutti i sensi) da Johnny Depp. L’attore entra nel cast della seconda pellicola firmata da Gore Verbinski, Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma. Interpreta lo Sputafuoco Bill Turner, padre del pirata William Turner (Orlando Bloom), nonché membro dell’equipaggio dell’Olandese Volante di Davy Jones (Bill Nighy). Riprenderà lo stesso ruolo nel sequel Ai confini del mondo (2007).

“Mi piace quel personaggio. […] Non mi interessa se è un ruolo primario o meno. È qualcosa che ha a che fare con… quando trovi una personalità unica, che sia esteriore o interiore, da recitare, è fantastico.”

Bill Turner

‘Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma’ (2006)

Nel 2008 prende parte al film Mamma mia!, il musical diretto da Phyllida Lloyd, affiancato da Meryl Streep, Colin Firth e Pierce Brosnan. Riprenderà il ruolo di Bill Anderson nel sequel-prequel del 2018 Mamma mia! Ci risiamo (Mamma Mia! Here We Go Again).

“Non so cantare, non so ballare, ma quando ho saputo che neanche Firth e Brosnan sapevano farlo mi sono sentito più a mio agio.”

Nel 2009 è nel cast di Angeli e demoni, il secondo film della trilogia firmata da Ron Howard basata sui romanzi di Dan Brown. Interpreta il capo delle guardie svizzere, Richter, fiancheggiato da un cast brillante che comprende Tom Hanks, Ewan McGregor e il nostro Pierfrancesco Favino.

I successi di pubblico non si fermano qui, poiché nel 2011 Stellan Skarsgård entra a far parte del Marvel Cinematic Universe con il film Thor, di Kenneth Branagh. Interpreta il ruolo di un astrofisico, il prof. Erik Selvig, che riprenderà nei successivi The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013) e Avengers: Age of Ultron (2015).

“Mi sembrava di aver venduto l’anima al diavolo, ma non l’ho fatto, perché, soprattutto nel primo, mi sono divertito molto.”

Thor

Stellan Skarsgård insieme a Natalie Portman e Kat Dennings in ‘Thor’ (2011)

Stellan Skarsgård | Spaziare da un regista all’altro

La carriera di Stellan Skarsgård continua nella prima decade del Duemila, intensificando la collaborazione con il regista danese Lars von Trier. Partecipa, infatti, a Melancholia (2011) e ai due volumi di Nymph()maniac (2013).

Nella prima pellicola recita in un piccolo ruolo con Kirsten Dunst e suo figlio Alexander Skarsgård.

“Quando ho lavorato con alcuni dei miei figli, non sono riuscito quasi a prenderli sul serio, sai? […] Ma è bello perché hai lo stesso tipo di umorismo, e quindi ti diverti.”

Melancholia

Stellan Skarsgård e suo figlio Alexander in ‘Melancholia’ (2011)

Nello stesso anno di Melancholia esce Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo), diretto da David Fincher. Il film è il secondo adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson Uomini che odiano le donne, capitolo iniziale della trilogia tratta dalla serie Millennium. Partecipano al film Daniel Craig, Rooney Mara e Christopher Plummer. Il regista ha messo in guardia Stellan sul suo modo di lavorare e sulla sua scelta di effettuare molte riprese della stessa scena. Ma l’attore non riscontra alcun problema lavorando con lui, anzi:

“Mi sentivo completamente al sicuro. Potevo fare tutto quello che volevo. […] È stato meraviglioso torturare Daniel Craig.”

GirlWithDragonTattoo

‘Millennium – Uomini che odiano le donne’ (2011)

Collabora nuovamente con Kenneth Branagh nel film del 2015 Cenerentola (Cinderella), il remake live action del classico Disney del 1950. Nel film, Stellan Skarsgård interpreta il Gran Duca, perfido consigliere del Re. Successivamente si diletta nel film d’avventura del 2018 L’uomo che uccise Don Chisciotte (The Man Who Killed Don Quixote), diretto da Terry Gilliam. Il film è noto come uno dei più estremi esempi di development hell della storia del cinema, con ben otto tentativi di realizzazione da parte del regista nell’arco di quasi vent’anni.

La versatilità nelle serie tv

Il 2019 è l’anno di svolta per la carriera di Stellan Skarsgård, in quanto prende parte alla miniserie televisiva Chernobyl, composta da cinque episodi. Nell’opera creata e scritta da Craig Mazin (The Last of Us) per HBO, l’attore svedese interpreta Boris Ščerbina, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e capo dell’Ufficio per il Combustibile e l’Energia.

L’attore è così interessato al progetto che si ispira, per il suo look, al leader sovietico Kosygin, poiché “quel personaggio [Boris Ščerbina] non ero io”. Per la sua incredibile performance, si aggiudica, nel 2020, il Golden Globe per il miglior attore non protagonista in una serie. Nel cast, anche Emily Watson, con la quale collabora nuovamente dopo venti anni, e Jared Harris.

“Nessuno penserebbe ad un privilegio il trascorrere cinque mesi in un impianto nucleare fatiscente, a meno di non […] frequentare con un attore come Jared Harris e tornare a lavorare con Emily Watson che mi è mancata per circa vent’anni.”

Riguardo il riconoscimento ottenuto, l’attore ha dichiarato:

“Significa che sei stato apprezzato, posso dire di aver fatto, di aver raggiunto qualcosa.”

Ma non finisce qui, in quanto nel 2022 prende parte alla serie tv ambientata nell’universo di Star Wars, Andor, ideata da Tony Gilroy (Rogue One: A Star Wars Story). Ancora una volta, Skarsgård, interpretando il personaggio di Luthen Rael, uno dei capi fondatori dell’alleanza ribelle, dimostra di sapersi muovere senza difficoltà. Anzi, spesso è proprio lo spettatore a porsi domande sulla mascherata ambiguità del suo personaggio. All’attore è piaciuta l’idea poiché ha riconosciuto la qualità della scrittura, della serie e dei personaggi.

“È Star Wars per adulti. Finalmente un personaggio che avrei voluto interpretare quando avevo dieci anni. Chi non vorrebbe poter pilotare una navicella? […] Voglio dire, è il piccolo ragazzo che è in me.”

AndorChernobyl

‘Andor’ (2022) a sinistra e ‘Chernobyl’ (2019) a destra

L’attore svedese ha sempre ritenuto affascinante la carriera del regista quebecchese Denis Villeneuve, capace, secondo lui, di realizzare opere poetiche e popolari allo stesso tempo, “una sorta di combinazione unica“. Proprio per questa sua ammirazione, decide di entrare nel cast di Dune (2021), il primo della trilogia ispirata ai romanzi di Frank Herbert che ripercorrerà le gesta di Paul Atreides (Timothée Chalamet).

Nel film, Stellan interpreta il ruolo dello psicopatico e malvagio Barone Vladimir Harkonnen, nemico giurato degli Atreides, la cui più alta ambizione è di ribellarsi all’Imperatore e mettere un Harkonnen sul trono imperiale. Data la mole del personaggio, l’attore ha suggerito, per dominare la scena, di tagliare alcune inquadrature in cui non era centrato bene. Riprende il ruolo del Barone nel sequel Dune – Parte due, uscito nelle sale nel 2024.

Per via delle numerose ore necessarie per il trucco e le protesi aggiuntive, Skarsgård ha scherzato dichiarando:

“Accettare il ruolo è stato un terribile errore, se il mio obiettivo era stare comodo.”

Dune

‘Dune’ (2021)

Con una carriera che continua a prosperare, Stellan Skarsgård rimane una presenza imponente nel mondo del cinema internazionale. Una figura amata e rispettata sia dal pubblico che dalla critica.

“A volte accetto un film perché mi piacciono la troupe e le persone che ci lavorano, e non mi interessa se il film sarà buono o no. Penso che tutti dovrebbero invidiarmi.”

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