Il ritorno di Capitan Harlock

Capitan Harlock- l’Arcadia della mia giovinezza: il ritorno del pirata ribelle

A 45 anni dalla sua uscita in Italia, torna in sala l’eroe ribelle in lotta per la libertà: Capitan Harlock- l’Arcadia della mia giovinezza, il lungometraggio d’animazione del 1982 diretto da Tomoharu Katsumata e sviluppato sotto la supervisione di Leiji Matsumoto (autore del manga originale, scomparso nel 2023) ritorna come evento speciale per il cinema con il secondo doppiaggio, quello del 2014. Ospiti speciali per l’anteprima stampa, i due doppiatori di Harlock e del suo antenato Phantom I, Loris Loddi e Mario Cordova.

Il film, amatissimo dai fans, racconta le origini del pirata ribelle, seppur non possa definirsi un vero e proprio prequel della serie animata Capitan Harlock SSX – Rotta verso la Terra (diretta da Rintarō), mancando in parte la continuity tra il film e l’anime: i due universi descritti non appaiono infatti coincidere, sia per la storia narrata che per il background di alcuni personaggi. Considerato che Harlock ed i suoi faranno capolino anche nell’anime Galaxy Express, si potrebbe parlare di una sorta di “multiverso di Matsumoto”, che unisce personaggi utilizzati in storie e contesti diversi.

Capitan Harlock- l’Arcadia della mia giovinezza: la storia

In questa sorta di multiverso, Capitan Harlock- l’Arcadia della mia giovinezza ha il pregio di raccontare il background dell’eroe in modo approfondito ed in linea con il personaggio che abbiamo imparato a conoscere nell’anime. Discendente da una famiglia tedesca nota per i meriti militari, proveniente dall’Heiligenstadt, dove ha conosciuto la sua amata Maya, Phantom F. Harlock III è il capitano dell’astronave terrestre Death Shadow; quando gli Illumidas invadono la Terra, è costretto ad arrendersi alle forze nemiche e a consegnare la sua nave, senza però cedere al collaborazionismo. Nel frattempo, Maya vive nell’ombra ed è diventata la “voce della libertà”, incitando i terrestri alla rivolta attraverso i suoi messaggi radio.

L’incontro con l’inventore Tochiro, discendente di quel Tochiro che il suo antenato Phantom F. Harlock II, aviatore per l’Asse durante la seconda guerra mondiale, aveva incontrato negli ultimi giorni del conflitto, e con altri personaggi come La Mine, proveniente da un pianeta distrutto dagli Illumidas, Zoll, del pianeta Tokarga, costretto a collaborare per salvare il suo pianeta d’origine, e la vecchia amica Emeraldas, libera commerciante spaziale, riaccenderanno il fuoco della rivolta.

L’eroe che lotta per la libertà

Se a distanza di anni l’eroismo ribelle e romantico di Capitan Harlock tocca ancora il cuore dei suoi fans, è forse perchè – in fondo – tutti ricerchiamo quell’utopia (che possiamo chiamare Arcadia, come la nave del nostro eroe) di mondo perfetto e mai raggiungibile, ma la cui ricerca non si può non perseguire. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la libertà individuale è sempre più ridotta da governi cosiddetti democratici a favore di un liberismo economico che sta portando la maggior parte dell’umanità sotto la soglia di povertà, oltre che da un uso improprio del politically correct che sta riscrivendo la storia, il mondo ha bisogno di eroi che lottino per la libertà, libertà di essere ed esprimere se stessi innanzitutto; tutt’altro che demodè, il coraggio ed un codice d’onore da Bushido di Harlock sono un faro per chi lotta contro ogni tirannia, sia essa palese o mascherata.

In quella che viene definita space opera, Capitan Harlock- l’Arcadia della mia giovinezza c’è tutta l’epicità del poema cavalleresco, in cui l’eroe romantico tiene in gran conto i vincoli d’amicizia e rispetta il nemico onorevole; amicizia, onore, rispetto, valori oggi troppo spesso millantati da chi fa invece dell’individualismo egotico il proprio fine. Il mondo, il futuro, perseguito da Harlock, è là, dove solo tutti insieme, uniti, possiamo raggiungerlo.