Connect with us

Far East Film Festival

‘Exhuma’ di Jang Jae-hyun riesuma il passato per affrontare il presente

Un successo al botteghino nazionale e internazionale. 'Exhuma', il nuovo horror del regista di 'Svaha: The Sixth Finger', sorprende il pubblico del FEFF26 con una storia che oscilla tra il passato e il presente

Pubblicato

il

Il nuovo horror firmato da Jang Jae-hyun è stato, e continua ad essere, un successo al botteghino. In Corea del Sud, in particolare, gli incassi hanno superato Dune 2. Exhuma arriva stavolta in Italia al Far East Film Festival 2024, sorprendendo il pubblico della storica kermesse udinese.

Di cosa parla Exhuma

I due giovani sciamani Hwa-rim (Kim Go-eun) e Bong-gil (Lee Do-hyun) sono abili esorcisti con clienti da tutto il mondo. Vengono reclutati da un ricco uomo d’affari americo-coreano per il figlio di pochi mesi, che sembra turbato da qualcosa di inquietante. La famiglia del piccolo non sembra contenta dell’arrivo dei protagonisti, ma Hwa-rim si rende subito conto che il problema riguarda anche loro. Di conseguenza, sospetta che si tratti di un “richiamo della tomba”, ovvero di un antenato defunto infelice e disturbato per un motivo specifico.

L’esperto di feng shui, Kim Sang-deok (Choi Min-sik), e l’impresario di pompe funebri, Young-geun (Yoo Hai-jin), aiutano Hwa-rim a portare a termine il lavoro. Nonostante l’iniziale entusiasmo per la possibilità di ricevere un compenso significativo, la mansione non sembra poi così allettante quando visitano il luogo della sepoltura, situato sul confine con la Corea del Nord. Dopo aver scoperto che la tomba contiene qualcosa di malvagio e pericoloso, Kim vuole rifiutarsi di procedere con l’esumazione. Tuttavia, qualcosa lo convincerà presto a tornare sui suoi passi.

La volpe ha spezzato il busto della tigre

C’è una forza maligna che aspetta di essere esumata durante tutto il film. Non è solo di uno spirito che travolge la vita degli esseri umani sulla terra, ma un pezzo di storia e cultura locale tutt’oggi importante nel Paese. “Mentre facevo questo film dovevo scavare, esumare per guarire da questa presenza maligna”, spiega Jang Jae-hyun, “e andando sempre più in profondità nella terra, in cerca di questa fonte di maligno, è inevitabile trovarsi davanti a una ferita”. Si tratta di una ferita storica, profonda e spesso ignorata per quieto vivere. Il regista la definisce una “ferita del Paese, che trova le sue radici nel periodo del colonialismo giapponese”.

Exhuma è quindi un’opera non necessariamente politica, ma che racconta di un sentimento anti-giapponese che, anche se non si direbbe, non è mai stato affrontato. “Per guarire da questa ferita la si doveva esporre. Non è una polemica politica la mia, anche perché oggi la Corea ama molto il Giappone. Volevo solo poter aiutare il Paese a guarire da questa ferita che ci portiamo dentro da molte generazioni.

ll film, in effetti, è ricco di termini, simbolismi ed elementi che richiamano la storia nazionale. Lo spirito del samurai al centro della storia tende spesso a ripetere una frase: “La volpe ha spezzato il busto della tigre”. Secondo il folklore, prima della divisione della Corea tra Sud e Nord, la volpe (ovvero il Giappone) conficca un centinaio di paletti di ferro nella penisola coreana (il busto in questione). Si tratta di un accenno alla colonizzazione nipponica sul Paese che viene considerata da molti una maledizione. Questo momento storico avrebbe infatti condannato la tigre (che simboleggia la Corea), a separarsi, ovvero ad essere spezzata lungo il busto.

Il rapporto tra passato e presente

Uno degli elementi principali della narrazione di Jang è il parallelismo tra gli sciamani di oggi e quelli di ieri. Nonostante siano ruoli principalmente ereditari, non è detto che tutte le tradizioni vengano mantenute vive. Di fatto, Jang Jae-hyun pone l’enfasi sugli sciamani contemporanei, i quali rappresentano in tutto e per tutto la nuova Corea del Sud capitalista e trendy. “Indossano vestiti di marca, fanno vlog su YouTube e sembrano all’apparenza giovani come tutti gli altri”, spiega il regista.

Allo stesso tempo”, continua Jang, “con il mondo di oggi, super tecnologico, sembra paradossale ricorrere a uno sciamano per un rito, magari per cambiare casa o sposarsi.” Tuttavia, il fatto che tale pratica si sia preservata con i secoli è motivo di orgoglio. “Penso che questa cosa sia un prestigio, che appartiene solo all’umano.” Il film porta alla luce un aspetto peculiare della cultura coreana, il cui stato attuale testimonia la possibilità della sopravvivenza delle tradizioni culturali.

La potenza spirituale e l’influenza culturale dello sciamanismo oggi restano intatte. Oltre all’aspetto spaventoso reso dalle catastrofiche tombe e dai loro spiriti, ce n’è uno in particolare che cade all’occhio. Il ruolo dello sciamanesimo è potente e disastroso, ma risulta l’unico mezzo attraverso il quale è possibile affrontare certe tematiche. L’approccio appunto “spirituale” della storia si fa molto sentire, perché funge da ponte tra il passato e il presente. Un ponte infestato da traumi generazionali e politici, i quali appesantiscono l’aria insieme a un estremismo emotivo frutto del nazionalismo e della narrativa culturale post-coloniale.

Jang Jae-hyun dà un nuovo volto al cinema horror sudcoreano

Exhuma è stato un successo al botteghino, non solo nazionale. Molti critici, in particolare occidentali, hanno definito il film come un successore di The Wailing di Na Hong-jin. A tal proposito, il regista aggiunge: “Na Hong-jin è uno dei registi coreani che rappresentano il cinema coreano a livello internazionale. Lui è stato pioniere perché ha aperto la strada per l’horror coreano all’estero. Quindi penso che se non ci fosse stato lui non avrei avuto questo riscontro dalla stampa internazionale. Tra l’altro, io e lui abbiamo frequentato anche la stessa scuola.

Tuttavia, specifica: “Tra il mio e il suo film c’è comunque una bella differenza. In The Wailing lui affronta il tema della religione, mentre io cerco di concentrarmi più sulla storia coreana e le sue tradizioni.Exhuma è un film specifico, che riesce a rendere perfettamente i messaggi voluti. Rispetto al progetto sanguigno e ansiogeno di Na Hong-jin, il film di Jang Jae-hyun è asfissiante e cupo, come appunto una tomba lasciata aperta. “I film che mi hanno ispirato sono principalmente quelli di vampiri o mummie, in particolare quelli cinesi del genere Jiangshi. Sono storie in cui i morti risuscitano ed escono dalle bare. Mi hanno suscitato una grande curiosità e ho sempre voluto fare un film del genere.

Qualche altra osservazione sul film

Jang Jae-hyun ha portato sullo schermo una storia intergenerazionale. Nonostante la specificità dei temi trattati, la sceneggiatura riesce a renderla una narrazione universale. Parte del fascino del film si deve anche al cast, che unisce attori veterani e talenti di nuova generazione. La scelta del cast, inoltre, riconferma in parte la necessità di evidenziare il rapporto tra passato e presente non solo nella società sudcoreana, ma anche nella sua industria cinematografica.

Exhuma è una boccata d’aria fresca per l’universo horror, non solo nel continente asiatico ma in tutto il mondo. Nel film si uniscono quasi in maniera naturale uno stile originale ed un’attenzione al botteghino. Le musiche e la fotografia risultano gli elementi di maggior impatto, coinvolgono lo spettatore in una foresta fitta e ansiogena, come quella dove riposa lo spirito al centro della storia.

Exhuma

  • Anno: 2024
  • Durata: 134'
  • Genere: Horror
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Jang Jae-hyun