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Lovers Film Festival

‘Luces azules’ Una inadeguatezza che riporta al cinema rétro

Troppi ingredienti non sapientemente dosati per un film che sfocia, involontariamente, nella transmedialità. Presentato in concorso al Lovers Film Festival 2024 di Torino

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Luces azules - Locandina

Luces azules è un film argentino diretto da Lucas Santa Ana e scritto da Gustavo Pecoraro, presentato, in patria, il 22 febbraio 2024. É prodotto da Sombracine Producciones.

Luces azules è stato presentato, in concorso, all’ultima edizione del Lovers Film Festival di Torino. Fra i protagonisti troviamo anche Claudio Da Passano, che abbiamo avuto modo di apprezzare in Argentina, 1985.

Una festa di compleanno intimista

Un gruppo di amici si incontra in occasione del settantesimo compleanno di Alejandro, sposato con Pedro da trent’anni. Il festeggiato e il consorte ospitano una variegata umanità:

  • una coppia eterosessuale consumata dalla noia del tempo
  • una coppia di mezza età omosessuale che deve affrontare tradimenti e menzogne
  • una coppia lesbica appena uscita dal closet, desiderosa di formare famiglia
  • una giovane coppia di ragazzi e la loro accettazione della libertà sessuale
  • un amico che cerca di affrontare i drammi della sua esistenza.

In questa serata, ogni gruppo di persone affronta le proprie problematicità, esponendole anche ai convitati come in una terapia di gruppo. Si affrontano tematiche come il tradimento, la promiscuità, la separazione procurata dalla morte, l’omogenitorialità e l’AIDS.

Una storia âgée da molti punti di vista

In sé, la trama vuole cercare di essere qualche cosa di nuovo e di affrontare il tema dell’omosessualità in età avanzata. Lo fa non dimenticandosi però del pubblico giovane, integrato grazie alle due coppie millennials. Inoltre, affronta tutti gli argomenti possibili, come un bignami delle credenze sul mondo omosessuale.

Luces azules - Un frame della pellicola argentina

Luces azules – Un frame della pellicola argentina

Il gruppo di amici queer è stato sdoganato negli anni Settanta con Festa per il compleanno del caro amico Harold (1970) mentre l’omosessualità senile è arrivata finanche al cinema italiano, con Chi salverà le rose? (2017). Ci sono, però, notevoli differenze fra il film argentino e i due che lo hanno preceduto. Il film di Friedkin rappresenta, crudamente e crudelmente, un’amicizia che, fra ironia e dramma, propone le sfaccettature di un animo umano non sempre in ottica buonista. Cosa che non riesce a proporre Gustavo Pecoraro, autore di Luces azules, che rimane imbrigliato nella vena stucchevole da “volemose bene”.

L’autore sudamericano, per altro, non riesce a imprimere neanche l’aspetto meramente compassionevole o quella profondità di pensiero che ci si aspetta di trovare in protagonisti over, cosa che avviene – con dei limiti – nel film italiano. Ernesto Larrese e Claudio Da Passano, i protagonisti Alejandro e Pedro, non si avvicinano neanche allo spessore emotivo ed empatico di Carlo Delle Piane e Lando Buzzanca, probabilmente non per loro demerito.

Tanti buoni propositi naufragati nella banalità

Pecoraro assegna pedissequamente al singolo/coppia un argomento di attualità, interessante dal punto di vista sociale e politico. Usa per la coppia lesbica, interpretata da Karina Hernández e Natalia Morlacci, il tema del coming out e della omogenitorialità. Entrambi affrontati in velocità e senza un approfondimento emotivo e, per questa ragione, perdono la loro rilevanza.

Difetto che si portano dietro anche le altre tematiche affrontate. Osmar Núñez interpreta Germán, il quale si ritrova a combattere la solitudine e una nuova compagna di viaggio, ovvero l’AIDS. Tutto edulcorato da quell’aura di buoni sentimenti che il regista Lucas Santa Ana non smette di evidenziare, complice anche la musica non proprio originale di Mariano A. Fernández.

Hernán Morán e Javier Rodríguez Cano sono la coppia della generazione di mezzo. Probabili xoomer, si ritrovano in crisi non tanto per i tradimenti dell’uno quanto per la mancata condivisione delle proprie esperienze, acclarando una promiscuità accettabile purché comunicata. Tematica interessante se fosse stata integrata a una linea di vissuto dei due personaggi che, invece, non vedrà mai la luce.

Luces azules - Osmar Nuñez in una scena del film

Luces azules – Osmar Nuñez in una scena del film

Fernando Dente e Nicolás Di Pace sono la coppia giovane, quella che dovrebbe rappresentare una libertà sessuale che risulta più figlia degli ormoni che dei tempi. Per altro, una emancipazione che gli stessi autori, Pecoraro e Santa Ana, non riescono a cavalcare, scadendo in battute pessime o messe in scena banali.

Una miccia troppo corta per far esplodere l’interesse

Stranamente, in questa fiera delle ovvietà edulcorate, l’unica coppia che realmente potrebbe alimentare la fiamma dell’interesse è quella eterosessuale. Se Estela Garelli è, ahilei, relegata alla parte della moglie annoiata alla ricerca di nuovi stimoli sessuali, Edgardo Moreira rappresenta quel barlume di realtà.

Il personaggio di Ricardo, con le sue contraddizioni, è quello che troviamo anche oggi per le strade, colui che dice “non ho nulla contro gli omosessuali, ho anche amici gay, ma non ne comprendo le scelte”. E proprio per questo sarebbe stato interessante se avesse avuto quella sagacia e quella cattiveria che avrebbe fatto tanto bene non solo alla pellicola ma anche a un dibattito culturale. E invece, anche lui è ammanettato in un ruolo costruito per un film politicamente corretto.

Una storia senza corpo né anima

Se il filone narrativo è davvero colmo di lacune, il resto del film non è esente da altrettante pecche. Dai costumi alla scenografia, nulla che riesca a dare un guizzo frizzante a questa pellicola. La regia di Lucas Santa Ana risulta pari a mille altre, senza lasciare una impronta riconoscibile rispetto al suo stile.

Analogo discorso vale per la recitazione. Gli attori, forse fagocitati da un copione invadente, non riescono ad andare oltre a una prestazione dilettantistica. I protagonisti sono talmente asfissiati dai loro personaggi e dai dialoghi che ciò che risalta sullo schermo è una prestazione al limite di Fabbricante di lacrime (2024). Ci si augura che il doppiaggio italiano ovvierà a questa sensazione, come del resto è successo per il film Netflix proposto in lingua inglese.

Ingenuità o colpo di genio?

Dopo tutte queste considerazioni, non si può evitare di pensare che la linea autorale potrebbe essere invece ben definita e marcata con un unico obiettivo finale: evidenziare la transmedialità di Luces azules. Perché pare evidente che questo lavoro sia molto affine a una messa in scena teatrale, e tale potrebbe essere l’anima di questo film.

Tutti i limiti evidenziati, e rimarcati proprio perché su un media particolare, diventerebbero accettabili, se non addirittura caratterizzanti una impronta stilistica. Il racconto di Pecoraro rimarrebbe sempre incompiuto, superficiale e poco coinvolgente, ma il lavoro di Lucas Santa Ana assumerebbe una significazione diversa. Ma, anche questo fosse il caso, il regista dovrebbe guidare lo spettatore verso una modalità di visione diversa da quella abituale.

 

Il trailer di Luces azules

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Luces azules

  • Anno: 2024
  • Durata: 100'
  • Distribuzione: Sombracine Producciones
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Argentina
  • Regia: Lucas Santa Ana
  • Data di uscita: 22-February-2024