“Criticato, censurato e infine amato, Ai no korida, tradotto in italiano Ecco l’impero dei sensi, è uno dei capolavori del regista giapponese Oshima Nagisa”.
Criticato, censurato e infine amato, Ai no korida (letteralmente “la corrida dell’amore”, tradotto in italiano Ecco l’impero dei sensi) è uno dei capolavori del regista giapponese Oshima Nagisa. Dopo aver iniziato la sua carriera nella casa di produzione Shochiku, Oshima esordisce nel 1959 con il film Il quartiere dell’amore e della speranza. Da allora, fino alla creazione della propria casa di produzione Sozosha nel 1965, si forma e cresce uno dei più importanti maestri della Nouvelle Vague giapponese. Ai no Korida è un racconto lucido e disincantato che ha come oggetto il piacere sessuale, l’eros desiderato, stimolato da ogni senso e consumato fino allo stremo. Un’opera che segna per Oshima anche un momento di riflessione culturale e politica sul Giappone contemporaneo.
La trama, molto lineare, segue la cronaca di fatti realmente accaduti nel 1936, prima dell’entrata in guerra del Giappone: il padrone di una casa di piacere, Kichizo Ishida, tradisce e lascia la moglie per fuggire con una cameriera della casa, Abe Sada. I due amanti si rifugiano lontano dalla città, abbandonandosi all’ossessione dolorosa ma irrinunciabile del piacere erotico alla ricerca del piacere estremo, fino allo sfinimento. Sullo sfondo irrompono le scene dell’esercito giapponese che si prepara per l’entrata in guerra. Il risultato è un film tanto cercato quanto censurato e alterato: in Giappone vengono coperte le scene in cui appaiono le parti pubiche, in Italia esce con traduzioni spesso libere o inventate dal nulla per aggiungere eroticità. Poco dopo l’abolizione della legge anti-oscenità il film viene presentato per la prima volta integralmente in Francia, al Festival di Cannes, dove si susseguono 13 proiezioni per andare incontro alle richieste del pubblico. “Non amo definirmi un samurai, ma confesso di immaginarmi come un combattente – scrive di sé Oshima. “Vorrei combattere contro ogni autorità e potere”. Ai no korida continua a rappresentare ancor oggi un’occasione di riflessione sulla società e la politica del Giappone.