Sleep di Jason Yu è il debutto alla regia di Yu nonché ultimo film distribuito del compianto Lee Sun-kyun (Dr.Brain, My Mister, Parasite), qui interprete protagonista insieme a Jung Yu-mi (Kim Ji-young: Born 1982, Train to Busan).
Un thriller rigoroso, disegnato con raffinata dovizia, spiazzante sin dalle prime battute, con un Lee Sun-kyun multiforme.
Sleep di Jason Yu, la trama
Hyun-su (Lee Sun-kyun) e Soo-jin (Jung Yu-mi) aspettano il primo figlio, ma a ridosso del parto qualcosa sconvolge la loro routine. Hyun-su mostra segni di sonnambulismo: non solo parla nel sonno, ma ha comportamenti assurdi e pericolosi. Soo-jin in principio non ci fa caso, ma quando la tensione aumenta e le medicine non hanno effetto, si affida alla magia riparatrice di una sciamana. Malgrado debba prima di tutto confrontarsi con lo scetticismo dello stesso marito.
La vibrazione di Sleep
Classico nella costruzione emotiva, Sleep di Jason Yu fa un uso astuto del climax: dove le musiche alimentano la tensione, le inquadrature e i giochi di obiettivi da manuale, sono un aggancio di presa garantita. Verosimile e costruito senza cadere troppo precipitosamente nell’assurdo, il film forza il pubblico a vivere il delirio incompreso della protagonista.
L’alchimia eccellente che si crea tra i due protagonisti Hyun-su e Soo-jin ci permette di entrare teneramente nell’innocenza della coppietta giovane in dolce attesa. Poi sventrata da questo evento inspiegabile e demoniaco. E in effetti anche l’approccio è da una parte scientifico e dell’altra spirituale o animista, dove l’uno prevale sull’altro a momenti alterni.
Altrettanto ben scritta è la degenerazione di Soo-jin-madre: ora che deve proteggere il cucciolo, diventa a sua volta feroce ed estrema nelle scelte.
Cinema classico e non prolisso
Equilibrato nei tempi e nei modi, il film di Jason Yu è ipnotico e ben riuscito, e si evolve come un thriller psicologico delle migliori tradizioni. L’avanzare dell’azione ha luogo principalmente dentro il salotto o la stanza da letto, entrambi di dimensioni contenute, rendendo angusto e soffocante l’effetto nelle scene di tensione. Interessante poi il gioco di trasmissione della follia, da un individuo all’altro, nella tortura della mancanza di un sonno sereno e nell’asfissiante e crescente sfiducia che l’assurda situazione alimenta.
Il racconto si contiene in un’ora e mezza, quasi eccezionalmente, senza mai perdere ritmo o magnetismo. Una parte del merito ai due attori, e non si può mancare di vedere nei fantasmi e negli incubi del personaggio di Lee Sun-kyun, l’orrore che ha vissuto realmente.
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