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Korea Film Festival

‘No heaven but love’ di Han Jay, giovani donne contro la violenza

Nell’amore adolescenziale, due ragazze trovano la forza e il coraggio per affrontare la società violenta della Corea degli anni Novanta

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No heaven but love di Han Jay è un film drammatico LGBTQI+ interpretato da Park Soo-yeon, Lee You-Mi (Squid Game, Hostage: Missing Celebrity), Kim Hyun Mok, e Sin Ki-Whan presentato nella sezione Independent Korea del Florence Korea Film Fest.

Una storia di amore lesbico osteggiato, sullo sfondo di una Corea violentissima di poco più di vent’anni fa, che lievemente lascia un senso di sollievo e speranza sul finale.

No heaven but love di han Jay

No heaven but love di Han Jay, la trama

Joo-young (Park Soo-yeon) è una studentessa delle superiori, e pratica il taekwondo. Il suo allenatore non è per nulla delicato nei metodi, anzi: sul finire degli anni 90, il periodo in cui la storia è ambientata, era ancora pratica comune in Corea del Sud utilizzare il bastone in ambito educativo.

Quando Joo-young conosce Ye-ji (Lee You-mi), la sua vita cambia e Joo-young scopre la felicità del primo amore. Ye-ji viene da un passato problematico, ma sarà questo passato di esperienze dolorose a dare la forza ad entrambe di difendere il loro amore e l’amicizia.

Park Soo-yeon

La Corea che non c’è più. Forse.

No heaven but love è tagliente ed efficace nel denunciare un passato che sembra solo parzialmente superato in Corea. Se dal punto di vista dei metodi educativi possiamo aspettarci che siano stati fatti dei passi avanti, ancora non è così quando si parla di relazioni omosessuali.

Non tanto per il pregiudizio, ma quanto per il totale rifiuto e astio nei confronti delle relazioni LGBTQI+, a più di vent’anni dal racconto del film.

Nel suo film, Han Jay svela per estensione gli effetti devastanti della violenza educativa, che a macchia d’olio e nelle sue forme più blande viene percepita come sfiducia. È una forma mentis ben difficile da sradicare: la giustizia, la polizia, la preside, tutti dalla parte degli adulti. Le madri, anch’esse, sono mosse da motivazioni giuste e da un amore sincero, ma non succedono nell’ascolto e tanto meno nell’apertura e nella comprensione.

Eppure, Han Jay non si scaglia con troppo vigore contro di loro. Sono anch’esse succubi di un pensiero diffuso e quel che fanno ha a che fare con la volontà di proteggere o tutelare le figlie, o regalargli un futuro di successo in una società che ha quelle caratteristiche, per quanto meschine.

Taekwondo

Il #MeToo ai tempi in cui non c’era

Tutte e tre le protagoniste sono capaci di porsi di fronte a situazioni pericolose e dolorose, con un coraggio eccezionale. Sono femministe in erba, anche se la parola spaventa in Corea: difendono i valori in cui credono, si battono per la giustizia e sconfiggono la menzogna senza troppo destabilizzare il sistema.

Un piccolo passo in avanti, prima tra le mura di casa, poi nella palestra di scuola. Sono cambiamenti sofferti, che richiedono loro nervi saldi e solidarietà dalle compagne: una solidarietà che riescono a trovare sconfiggendo proprio quella malata condizione sociale che le aveva mantenute nell’indivia e nell’isolamento.

Infine, è impossibile non accennare all’abilità narrativa con cui si contestualizza la linea drammatica in una delicata nostalgia degli anni Novanta. In quella comunicazione tutta peculiare e priva di modernità così come la intendiamo oggi, e che lasciava largo spazio ai sogni.

Accanto a questo, c’è una speranza verso il futuro, che passato l’anno 2000 non può che rasserenare, finalmente, malgrado i traumi e le cicatrici.

Da giovani combattenti, sono nate Amazzoni motivate.

 

Leggi tutti gli aggiornamenti dal Florence Korea Film Fest.

No heaven but love

  • Anno: 2023
  • Durata: 113 minuti
  • Distribuzione: Kt Alpha
  • Genere: LGBTQI+
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Han Jay
  • Data di uscita: 26-March-2024