Fox Tossing è un cortometraggio d’animazione diretto dal regista ungherese Zénó Mira. Sarà presentato alla quattordicesima edizione de Ca’Foscari Short Film Festival, che si svolge dal 20 al 23 marzo in maniera ‘diffusa’ a Venezia.
Fox Tossing: la Trama
Il corto è ambientato in un giardino barocco del Settecento, accanto a quello che sembra un palazzo signorile europeo. Gli invitati al banchetto bevono e si divertono tra una portata e l’altra davanti alla tavola imbandita con ogni genere di leccornia. In questa cornice, all’apparenza idilliaca, viene introdotto uno svago in voga in quel periodo: il lancio della volpe. La pratica barbara, da cui il corto prende il nome, consisteva proprio nel buttare gli animali in aria. Le bestie agonizzanti sopravvissute alla cadute venivano in seguito finite dai partecipanti.
Fox Tossing: La regia
L’atmosfera quasi fiabesca del corto viene presto interrotta dal brutale passatempo, rappresentato con tinte fosche e sanguinose. La grafica, semplice ed incisiva, all’inizio gioca con il contrasto del bianco e nero. Successivamente viene introdotto il rosso, per simboleggiare il sangue delle sventurate volpi usate come passatempo. Colpisce soprattutto il contrasto tra svago e brutalità. Gran parte dei nobili continua imperterrita a banchettare, anche dopo lo sparo che annuncia l’avvio del gioco. Le risate e la gioia che anima il banchetto sono indifferenti alle sofferenze delle volpi, che cercano in tutti i modi di liberarsi dalle gabbie. Il colore rosso del sangue copre ben presto il terreno e parte delle lenzuola usate come fionde.
Fox Tossing: la nobiltà
Sorprende il contesto in cui avviene questa violenza. Un banchetto dovrebbe essere di per sé un momento conviviale e allegro. Eppure, per allietare l’atmosfera venivano organizzati passatempi che al giorno d’oggi appaiono di una crudeltà inaudita. La noia, la monotonia e la ricchezza, spingono l’uomo su strade assurde. Tuttavia ciò che fa riflettere non è solo la brutalità in sé, ma anche quanto sia irrilevante per i commensali. Soltanto chi partecipa direttamente al gioco sembra divertirsi, mentre per gli altri non c’è alcuna differenza. Che la caccia fosse una delle attività predilette dall’aristocrazia in quel periodo è un fatto noto; i trofei infatti venivano appesi con orgoglio nelle residenze. Eppure assistere a questo divertimento fine a se stesso, con le volpi trattate alla stregua di piatti di ceramica usa e getta, fa riflette sulla violenza gratuita dell’uomo.
Programma del Festival