Sin dal suo esordio, la piattaforma MUBI propone al suo pubblico interessanti retrospettive su autori, registi ed interpreti del cinema di ieri e di oggi, oltre ad entusiasmanti rassegne dedicate ai più importanti festival cinematografici del mondo. Attraverso quest’offerta, lo spettatore può immergersi nelle tematiche più diverse, che vanno dal sentimentale, al sociale, alla formazione, alla denuncia. Tra le rassegne attualmente in cartellone, vogliamo segnalarvi quella dedicata ai Capolavori degli anni ’90, titoli che hanno segnato un decennio di storia del cinema, oltre che il nostro immaginario.
Di seguito, vi proponiamo 4 film assolutamente imperdibili, disponibili su MUBI.
Capolavori degli anni ’90: FIGHT CLUB (1999)
Capolavori anni ’90 su Mubi
Fight Club, diretto da David Fincher, si basa sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk ed è sceneggiato da Jim Uhls. Nel cast: Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Jared Leto, Meat Loaf, Zach Grenier.
Un uomo depresso che soffre di insonnia conosce uno strano personaggio di nome Tyler Durden. Presi dalla noia, i due sfogano la loro aggressività creando un club di combattimento, che assume rapidamente connotati rivoluzionari. Ma qualcosa va storto quando Marla attira l’attenzione di Tyler…
Il film offre una visione altamente critica del consumismo e dell’alienazione dell’uomo moderno. Il narratore soffre d’insonnia, lavora come assicuratore per una grande fabbrica di automobili, vive consumando e acquistando beni di lusso e vestiti firmati, fino ad arrivare ad arredare il suo piccolo e funzionale appartamento seguendo la moda Ikea. Eppure eternamente insoddisfatto. Il desiderio si trasforma in bisogno e diventa un’esigenza compulsiva e dipendenza.
Attraverso una regia accattivante, Fight Club racconta un mondo schizofrenico, ultra dinamico e svuotato perché troppo riempito. Assente in quanto insensibile e impassibile ad ogni stimolo. Catapultati nella mente straniata e indifferente del protagonista, ormai giunto al capolinea, ci troviamo invischiati in un delirio di onnipotenza in cui realtà, finzione e allucinazione convivono. Miscela esplosiva di violenza, trasgressione, assurdità. Una catena di eventi devastanti ed inesorabili: dalla rivoluzione alla distruzione di tutto.
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Il sapore della ciliegia (1997)
Capolavori anni ’90 su Mubi
Il sapore della ciliegia (طعم گيلاس, Ta’m-e gīlās), diretto da Abbas Kiarostami, vince la Palma d’oro come miglior film al 50º Festival di Cannes. Con Homayoun Ershadi, Abdol-Hossein Bagheri, Safar-Ali Moradi, Abdolrahman Bagheri, Afshin Khorshid Bakhtiari.
Periferia di Teheran: un uomo, il signor Badii, vaga con la sua auto in cerca di aiuto. Medita infatti il suicidio, ha scavato la propria fossa e desidera che qualcuno venga il mattino seguente a ricoprirne il corpo con della terra. Offre perciò del denaro a tre sconosciuti: il primo, un ragazzo di leva, spaventato dalla proposta, fugge; il secondo, un seminarista, rifiuta di collaborare a quello che per la sua religione è un gesto sacrilego. Soltanto l’ultimo accetta. È un anziano impiegato del museo di scienze naturali, il signor Bagheri. Ha però una storia da raccontare a Badii: anch’egli, anni prima, ha coltivato la stessa intenzione. Se ne è però dissuaso assaporando il gusto del frutto di un gelso.
Il critico cinematografico italiano Umberto Rossi ha definito il film «[…] un’opera di rara forza, un testo che sta dalla parte dell’esistenza vera, contro la sua rappresentazione»
Nuvole in viaggio (1996)
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Presentato in concorso al Festival di Cannes, Nuvole in viaggio di Aki Kaurismäki racconta la piaga sociale nazionale della disoccupazione che travolse la rinomata Finlandia, appena entrata nell’UE con consensi unanimi per il suo welfare solo apparentemente solido. Così l’odissea del fallimento e della frustrazione che investe i due neodisoccupati protagonisti, Lauri e Illona (Kari Väänänen e Kati Outinen), apre uno scorcio commiserevole sulle ultime sacche di povertà.
Lauri e Illona, marito e moglie, lavorano a Helsinki come tranviere e capocameriera. Una tempesta però si rovescia sulle loro ordinarie e mansuete esistenze: il licenziamento di entrambi, rispettivamente per la chiusura del ristorante e per il taglio di personale nel settore trasporti. Entrambi al verde, iniziano una peregrinazione tra inciampi burocratici, uffici di collocamento inaffidabili, sfruttatori di disoccupati e datori di lavoro di malaffare. Non tutto però è perduto.
Il susseguirsi di sfide e ricadute non esclude la dolcezza e l’ironia, oltre che l’emersione di un raggio di speranza.
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Festen – festa in famiglia (1998)
Capolavori anni ’90 su Mubi
Festen, film manifesto del Dogma 95 e punta di diamante della cinematografia di Thomas Vinterberg, vince il Premio della Giuria a Cannes nel 1998. Interpretato dagli allora debuttanti Ulrich Thomsen, Thomas Bo Larsen, Trine Dyrholm e Paprika Steen.
In una tenuta di campagna, fervono i preparativi per la festa in onore dei 60 anni del capofamiglia, Helge. Sono stati invitati tutti, in particolare sua moglie e i suoi tre figli adulti: Christian, Michael e Helene. All’appello manca la figlia Linda, suicida poco tempo prima nella stessa dimora dei festeggiamenti. Per l’occasione, Christian tiene un discorso che nessuno si scorderà tanto presto.
Festen, ritratto di una delle famiglie più disfunzionali della storia del cinema, colpisce proprio per la dissacrazione del concetto di famiglia, per il tema dell’incesto e per la distorsione dei rapporti familiari. Oltre che per gli elementi ricorrenti del cinema di Vinterberg: l’alcol, la festa, l’ ipocrisia e la meschinità borghese.
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