E’ stato presentato alla 41° edizione del Torino Film Festival -Spazio Italia, Rosso, per la regia di Lorenzo Puntoni, al secondo corto dopo Acquario (2018).
Rosso : la trama
Dei cacciatori, imbracciati i fucili, si incontrano in una radura. Dopo aver sguinzagliato i cani, procedono a passo veloce. Lucio (Vito Lopriore) è vicino alla preda, una strana figura, ricoperta da un cappuccio rosso e con una maschera da lupo (Christian Petaroscia). La rincorre, ma perde le sue tracce.
Dalla boscaglia s’intravede una casetta. Una donna, Cappuccetto Rosso, (Maria Elena Savino) lo invita in casa a a bere un bicchiere. Seduta su una poltrona c’è una nonnina (Adriana Falconieri). Cappuccetto Rosso, dopo aver offerto al cacciatore del vino, inizia a fargli le fusa.
Lui racconta di aver ucciso un orso e poi un leone, freddandolo con un colpo diritto in mezzo agli occhi e che, in quei momenti, si sente Dio, il padrone della terra. La donna finge di sedurlo ma, un attimo dopo, gli morde la faccia. Lucio intuisce che ha aggiunto nel vino qualcosa e, spaventato, scappa. Cappuccetto Rosso lo insegue e gli vomita addosso tutta la sua rabbia:
“Venite nel bosco pensate che sia vostro diritto ammazzare. A salvare le bambine indifese, ma con quale diritto? Salvare da che cosa, da chi? I veri mostri siete voi.”
Un attimo dopo Lucio ha una colluttazione con quella strana creatura e scopre che, dietro la maschera, c’è un bambino dal volto di lupo. Impaurito fugge nel bosco ma…
Un corto che rimanda a The Elephant man e a Dietro la maschera
La favola di Perrault è stata riletta negli anni in mille modi. Bruno Bettelheim e altri psicoanalisti l’avevano interpretata in chiave sessuale: la piccola bambina che s’inoltrava nel bosco e si abbandonava alle proprie spinte istintuali diveniva preda del lupo e salvata dal Super Io, nei panni del cacciatore. Anche Puntoni in Rosso la rivisita, capovolgendola. Cappuccetto Rosso non è più la bambina timida e ingenua, ma una donna erotizzata che stuzzica e irride il cacciatore. Il lupetto, da cattivo e feroce, è mostrato come un bambino che, per la mostruosità del suo volto, non può che rimandare a The Elephant man di David Lynch (1980) e a Dietro la maschera di Peter Bogdanovic (1985). Il cacciatore, infine, da salvatore, è descritto come un uomo malvagio che si diverte a uccidere i poveri animali indifesi.
Le prime scene, macchina a mano, ti immergono in un’atmosfera che mescola avventura e thriller. Poi il clima si fa più cupo. Non a caso, la nonnina consiglia a Lucio di scappare e le risate irridenti ed eccessive di Cappuccetto Rosso al racconto di Lucio lasciano presagire l’imminente tragedia.
Rosso è un corto girato con mano esperta, che mostra, tra le righe, come i veri mostri sono coloro che, senza alcun diritto, prepotentemente, si arrogano il diritto di invadere lo spazio altrui, fino a eliminarli.
Torino Film Festival 2023, al via la 41esima edizione