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Festival del Cinema Europeo

Ulivo d’Oro alla Carriera a Micaela Ramazzotti

Consegnato al Festival del Cinema Europeo l’Ulivo d’Oro alla grande attrice italiana, ora anche regista col successo di "Felicità".

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Ulivo d'oro

Consegnato per I Protagonisti del Cinema italiano l’Ulivo d’Oro alla carriera del Festival del Cinema Europeo a Micaela Ramazzotti.
Un momento che si inserisce nell’omaggio che il Festival ha previsto, nel corso della manifestazione, per omaggiare la grande attrice italiana con una vera e propria retrospettiva filmica che include il suo ultimo lavoro in veste di attrice-regista Felicità e i seguenti titoli: Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, Il cuore grande delle ragazze, Posti in piedi in paradiso, La pazza gioia. Alla presenza del direttore del Festival Alberto La Monica, in un incontro moderato dal critico Enrico Magrelli, la Ramazzotti ha raccontato i suoi esordi fino alla gestazione del suo Felicità.

 

 

Le donne storte raccontate in occasione dell’Ulivo d’oro

Nell’intervista con Enrico Magrelli, Micaela Ramazzotti, in occasione della consegna dell’Ulivo d’oro, si sofferma sul prototipo dei suoi personaggi.
“Le donne storte” come le definisce l’attrice. Personaggi inizialmente svampiti e leggeri, che la Ramazzotti ha costruito su di sè appartenendo alla fine ad esse. Raccontando di aver fatto alla fine un patto con quei personaggi. Accendendo un faro su donne imperfette che hanno bisogno di essere viste e rappresentate. Donne che non vengono guardate dal mondo, donne con problematicità e difficoltà a cui la Ramazzotti da voce e aiuto attraverso le sue interpretazioni sul grande schermo.

Le principesse matte

L’attrice de La pazza gioia rigetta l’incasellamento di un unico personaggio, preferendo l’interpretazione di una donna ambivalente, drammatica e forte nel contempo. Non eroine classiche ma personaggi di tutti i giorni con pregi e difetti. E ciò perchè il suo modo di recitare, confessa, è fatto di tante cose come sono le donne. Un divenire, un continuo cambiamento. Come il personaggio di Desirè, protagonista del suo film d’esordio come regista. Portatrice di un nome strano, pesante come la sua personalità. Un continuo bisogno di trasformazione che accomuna i tanti personaggi che ha interpretato. Donne bionde, more, con diversi accenti. Lavoro multiforme sul personaggio che hanno aiutato l’attrice a cercare se stessa.

La pazza gioia

La nascita di Felicità

La gestazione e creazione del suo primo lungometraggio da regista, racconta la Ramazzotti  dopo la consegna dell’Ulivo d’oro, è simile ad un eco che viveva dentro di lei. Figlio dei luoghi che ha visto, delle persone che ha conosciuto. Un film nato dalla voglia di raccontare le famiglie distorte e dall’idea di raccontare l’emancipazione di due fratelli da una famiglia storta.
La sua Desirè si affanna ad accontentare tutti senza avere mai il coraggio di reagire. E’ manipolata dal padre che la sfrutta continuamente e anche dal compagno che la bullizza nel suo desiderio di protezione. La regista racconta infine che al momento del soggetto avesse già in testa Max Tortora nel ruolo del padre e che volesse creare un personaggio vicino ad Alberto Sordi con un mix di grottesco, empatia e rappresentazione dell’italiano medio. Creando col personaggio di Sergio Rubini, nel film il compagno di Desirè, una dimensione parallela. Due mondi a confronto di Roma, quella sofisticata e popolana.

Felicità

Dall’incontro per l’Ulivo d’oro emerge una grande protagonista del cinema italiano. Un’anti-diva contemporanea con una grande umiltà e serenità nel momento di apice della sua straordinaria carriera.

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