La talentuosa attrice spagnola Angela Molina, in occasione del Premio alla Carriera, a lei consegnato durante la 29esima edizione del MedFilm festival, decide di mostrare al pubblico Gli occhi, la bocca (1982) del grande regista italiano Marco Bellocchio.
La Molina interpreta in questo caso Wanda, una giovane ragazza anticonformista, ribelle e bellissima che fa innamorare prima Pippo, morto suicida, poi il fratello Giovanni, il protagonista della storia interpretato da Lou Castel.
Il film è il secondo capitolo di un’ideale trilogia del regista, che inizia con I Pugni In Tasca (1965) e si conclude con L’Ora Di Religione (2001), che mette al centro l’esigenza della separazione dal passato, e la crescita con i suoi dolori, conflitti e costi affettivi.
Tema centrale delle tre opere è quello della famiglia borghese, sacra ed essenziale, ma prossima alla decadenza.
Gli occhi, la bocca ha una narrazione che si muove tra l’onirico, l’allucinato, l’incubo e il sogno. Un racconto riflessivo e meta-cinematografico che questiona sulla continuità, sulla rottura e sul dispositivo stesso del cinema, portatore di significati, rimandi, e legami invisibili.
Con Michel Piccoli, Lou Castel, Angela Molina, Emmanuelle Riva, Antonio Piovanelli.
Rifiuto della famiglia
Il protagonista di Gli occhi, la bocca vive a Roma dove tenta di affermarsi come attore, ma a causa dell’improvvisa morte del fratello è costretto a tornare a Bologna dalla sua ingombrante famiglia. Una volta rientrato, scopre che Pippo, suo fratello gemello, si è tolto la vita per amore.
Giovanni è arrabbiato, affranto, incredulo, catapultato nelle dinamiche famigliari da cui si era allontanato. In Gli occhi, la bocca le emozioni si sovrappongono contrastanti. Da una parte il dolore per il fratello e il senso di colpa per la sua morte; dall’altra, la pena per la madre, ora disperata e sola. Poi, la repulsione verso alcuni membri della famiglia, freddi e razionali.
Scappare via o rimanere? Giovanni si muove spasmodico e febbrile mentre cerca delle soluzioni, immerso in una straziante dinamica di rifiuto e ritorno. Repulsione e accettazione. Rabbia e colpa. Conforto e inadeguatezza. Pur consapevole di non essere compreso e riconosciuto dalla famiglia, come uomo e neppure come artista, decide di aspettare. Cerca di contenersi, di capire e di reprimere per la madre, figura portante della famiglia, capace di amore e di distruzione. E così tenta, affannosamente, di convincerla della morte accidentale del fratello.
I tentativi di alleviare le pene della madre si ripetono per tutto Gli occhi, la bocca, fino alla fine. Al punto che Giovanni si traveste dal fantasma di Pippo e, una volta ‘diventato’ lui, le parla, anche di se stesso. Di quel figlio vivo, che non riesce ad essere ascoltato.
Fulcro narrativo: Gli occhi, la bocca di Wanda
In Gli occhi, la bocca Giovanni conosce Wanda, la compagna di Pippo, la donna che il fratello avrebbe dovuto sposare. Ribelle, anticonvenzionale, imprevedibile, bella, indomabile ed inarrestabile. Dolce e libera nonostante la gelosia e la violenza del padre, che la vorrebbe chiudere a casa e maritare prima possibile. Una giovane donna in grado di rifiutare ogni convenzione sociale, compreso il matrimonio e il lutto. Perché non ha obblighi né doveri se non verso se stessa.
Wanda è capace di rifiutare la famiglia, e il giudizio degli altri, molto più che Giovanni, ingarbugliato dai sensi di colpa e dai sentimenti confusi e contrastanti che nutre verso i suoi cari, che poi tanto cari non sono. Tra i due nasce un amore irrazionale, fatto di carne e ossa, di passione e fantasia. Un amore, quello di Gli occhi, la bocca, che va contro la morale, le regole del lutto, il rispetto per il defunto.
Perché Giovanni inizia questa relazione? Vuole mettersi nei panni del fratello e comprendere il suo gesto mortale? Vuole fare un dispetto ai suoi cari? Oppure vede in quella giovane donna una possibilità di cambiamento? Un tragitto completamente nuovo da percorrere…
Wanda aspetta un bambino, che forse non è figlio di nessuno se non il suo e di chi vuole prendersene cura. Una nascita, un nuovo inizio, forse.
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