Tenace, spiritosa, piena di vita. É questo il tocco che Teresa Saponangelo ha dato al personaggio di Teresa, in Nata per te, film di Fabio Mollo, presentato oggi al Napoli Film Festival. Teresa, infatti, si batte affinché Luca, il protagonista della vicenda, single e gay, possa adottare Alba, una neonata affetta da Sindrome di Down, abbandonata dalla madre in fasce.
Come ti sei avvicinata al personaggio di Teresa?
“Il film è tratto dalla storia vera di Luca Trapanese, e s’ispira al volume che lui ha scritto insieme a Luca Mercadante. Con Fabio abbiamo parlato a lungo, prima ancora che fosse definita del tutto la sceneggiatura che ha scritto con Giulia Calenda e Fabio Andreotti. Ci siamo subito chiesti che tipo di avvocata dovessi interpretare. Non volevamo che fosse una donna aggressiva, autoritaria, stereotipata, politicamente schierata, bensì una single come Luca, con la voglia di riprendere la professione, dopo averla interrotta per badare ai due bambini, che si appassiona a una vicenda umana che la travolge sempre più.”
Conoscevi le difficoltà legate all’adozioni dei single?
“Il cinema è uno strumento di conoscenza anche per me. Grazie al personaggio che interpreto, ho approfondito una tematica che non mi era così nota. Ho scoperto che se un single chiede l’affido di un bambino, deve sottoporsi a una sorta di inquisizione. Gli psicologi chiedono perché vuoi farlo, se questa richiesta nasconde altri mille bisogni, da quello egoistico a quello di dover riparare un torto eccetera. Domande che, normalmente, non so rivolgono a una coppia che decide di mettere al mondo un figlio.”
Cosa ti ha attirato in questa storia?
“La forza di Luca, un single, che non è un eroe, né una persona che voleva compiere una buona azione. É una storia vera, che sottolinea come l’iter dell’affido sia sfiancante. Molte coppie, infatti, stanche dell’attesa, che dura anni, non resistono e abbandonano il campo. Luca, no. É stato determinato, e solo così ha potuto vincere la sua battaglia personale, anche perché è sempre stato fermamente convinto che la disabilità non è un problema, ma una risorsa.”
Un film non militante, che aiuta a confrontarsi con una realtà sempre più attuale
“La Legge sulle adozioni è ferma al 1983. In questi anni la società è cambiata, il concetto di famiglia pure, eppure non c’è nessun politico che ne parla. Silenzio e immobilismo totale. La Schlein e altri parlamentari del PD hanno visto il film e anche Giorgia Meloni è interessata a vederlo. Sono certa, però, che per i politici il tema dell’adozione è un buco nero che non vogliono affrontare per paura di perdere l’elettorato. Credo che, come detto nel film, Nata per te serva per far comprendere che non esistono cittadini di serie A e altri di serie B, e che i diritti non vanno concessi, ma devono essere di tutti.”
Una Teresa Saponangelo che ritorna nella “sua” Napoli
“É vero, sono tarantina, ma ho tanti ricordi che mi legano a Napoli. Antonio Capuano, che mi ha diretto in Pianese Nunzio 14 anni a maggio, Polvere di Napoli, ne Il buco in testa, è il mio angelo custode. Quello con Sorrentino, ne E’ stata la mano di Dio, è stato un ritorno a casa, perché Paolo era aiuto regista di Stefano Incerti ne ll verificatore, film del 1995. Poi grazie a Ossidiana di Silvana Maja (2006) mi sono calata in quel mondo effervescente che era l’avanguardia pittorica napoletana degli anni Sessanta e Settanta.
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