‘Happy Valley’ quando la felicità ha un prezzo troppo caro
Giunta al termine della terza stagione, trasmessa su Sky Investigation e disponibile su NOW, Happy Valley è una delle migliori serie britanniche in circolazione. Ne fanno la sua forza la scrittura, l'atmosfera e gli straordinari interpreti, con Sarah Lancashire e James Norton alla guida.
Creata da Sally Wainwright, Happy Valley è una serie britannica incentrata sulle vicende di una piccola comunità del West Yorkshire, dove vivono e si muovono una serie di personaggi. A guidare lo sguardo degli spettatori è un sergente della polizia, Catherine Cawood (magistralmente interpretata da Sarah Lancashire), segnata dalla morte violenta della figlia e decisa a ottenere giustizia per l’accaduto.
Le prime due stagioni sono andate in onda su BBC One tra il 2014 e il 2016, la terza e ultima ha visto la luce soltanto nel 2023. In Italia le prime due sono arrivate su Netflix nel 2016, mentre Sky Investigation ha trasmesso l’ultima dal 2 agosto al 15 settembre 2023.
Happy Valley conta quindi di 19 episodi, della durata media di 50 minuti, tratta temi delicati e solleva riflessioni importanti, su ciò che riguarda la giustizia, la moralità, la violenza, il perdono e la famiglia.
Happy Valley | La trama della serie
L’esistenza nel West Yorkshire si svolge in maniera placida e lenta, almeno fin quando non capitano crimini a sconvolgerla. Catherine Cawood (Lancashire) è un sergente della polizia con l’incarico di risolverli. Cinica, orgogliosa e inamovibile, la donna convive con una ferita aperta. Otto anni prima, infatti, la figlia si è tolta la vita, dopo aver dato alla luce un bambino di nome Ryan ed essere stata violentata dal suo ex, Tommy Lee Royc (un sorprendente e inedito James Norton).
Da quel momento, Catherine non ha fatto altro che cercare di proteggere il nipote, tenendolo lontano dall’uomo che dice di essere suo padre e che tenta in tutti i modi di avvicinarlo. Royce non è sicuramente un tipo equilibrato, ma le risorse a sua disposizione sembrano inesauribili, così come l’odio che prova nei confronti di Catherine. Nel frattempo, quest’ultima deve risolvere i casi che le vengono assegnati. Per fortuna, al suo fianco ha sempre la sorella Clare (Siobhan Finneran), ex alcolista, agli antipodi rispetto a lei caratterialmente.
L’inconfondibile stile british
Happy Valley è uno di quei progetti in cui si può ben riconoscere lo stile british: la cura dei dettagli – dalla scrittura alla fotografia, passando per il lavoro del casting – l’atmosfera, il realismo, la freddezza (non intesa in senso emotivo). Ed è sicuramente uno dei migliori su piazza, sebbene forse non abbastanza pubblicizzato.
Ogni stagione ha, al centro, un caso da risolvere, che impegna la protagonista in quanto parte delle forze dell’ordine del posto. In parallelo, proseguono le vicende personali di Catherine, il cui destino è indistricabilmente legato a quello dell’uomo che le ha portato via la figlia. Nel corso degli episodi, scopriamo qualcosa in più su di loro, formando così una nostra personale opinione sull’accaduto e su chi ne è coinvolto.
Dieci anni di domande e familiarità
Le domande che si accavallano riguardano il senso della giustizia, così pericolosamente simile alla vendetta. Ma anche quello dell’amore, comunque lo si voglia intendere, e la distanza tra il Bene e il Male. La moralità viene messa in discussione di continuo, l’umanità scandagliata sin nei suoi più intimi elementi.
Sviluppata in circa 10 anni, la storia della protagonista ha intrattenuto ed emozionato la sua fetta di pubblico, che la riconosce ormai come qualcuno di famiglia. E ne conosce, quindi, la forza e le debolezze, i desideri e i punti deboli. Il titolo, Happy Valley, appare una sorta di ossimoro. Soprattutto considerando che tutto quello che accade nella “valle” (e che viene raccontato) di felice ha poco o nulla.