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‘Il più bel secolo della mia vita’ : il road movie su Prime Video

Castellitto e Lundini in un road movie leggero e commovente. Alla ricerca della madre perduta e del significato di maternità.

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Il più bel secolo della mia vita

Disponibile su Prime Video , Il più bel secolo della mia vita con protagonisti Sergio Castellitto e il comico Valerio Lundini. Il film di Alessandro Bardani, tratto da una sua omonima pièce teatrale scritta con Luigi Di Capua, è prodotto da Gabriele Mainetti con la sua Goon Films, Rai Cinema, e da Andrea Occhipinti con Lucky Red, qui anche nella doppia veste di distributore. La colonna sonora è affidata al cantautore Brunori Sas. Tra gli altri interpreti troviamo Carla Signoris e Sandra Milo.

IL TRAILER – Il più bel secolo della mia vita

Una difficile convivenza

Il film di Bardani colpisce, non solo per come è scritto, conciso e immediato, ma in particolar modo per il road movie forzato che si istaura tra i due protagonisti interpretati da Castellitto e Lundini, Gustavo e Giovanni.

Il più bel secolo della mia vita è un film che ricopre una doppia veste. Quella dell’ingiustizia della legge italiana che consente al figlio di conoscere l’identità dei propri genitori biologici solo dopo 100 anni. E quella interrogativa che si pongono i due protagonisti nel loro rapporto altalenante. Siamo figli di chi ci ha procreato o di chi ci ha allevato?

Il più bel giorno della mia vita: una tragicommedia sull’essere figli

Giovanni preleva da una sorta di casa di riposo religiosa, con tanto di infermiera accondiscendente e madri superiori arpie, il centenario Gustavo. Già da prima di parlarsi e prima del viaggio, si capisce verso cosa si spingerà il film. La dinamica tra Castellitto e Lundini è abbastanza chiara fin da subito. L’anziano sulla sedia a rotelle, cinico, diretto, sempre pronto a far ridere tutti tranne il suo “fratello di culla”. E l’opposto di Gustavo, un Giovanni troppo serio, attento al viaggio verso il ministero e il compito che la sua associazione di figli adottivi gli ha dato. Portare Gustavo nei palazzi romani come testimonianza del travaglio dei figli adottati.

 

Il più bel secolo della mia vita

Quasi Amici

Ma il personaggio di Castellitto intuisce subito di essere un mezzo di propaganda politica e fa di tutto per rallentare il viaggio di Giovanni. Finge di essersi dimenticato le medicine, fino a sfondare un bar con la macchina. È un rapporto da quasi amici tra i due. L’anziano arrivato a fine vita che fa di tutto per smuovere un senso di vitalità in Giovanni, simili nel dolore di non aver avuto la possibilità di abbracciare la propria vera madre, ma diversi nella possibilità di essere amati. È abbastanza intuibile ciò che cerca di fare Alessandro Bardani.

Sviluppare un film con due figure diverse, opposte, costrette a sopportarsi, evolvendo insieme. Il riferimento sembra essere la commedia francese Quasi amici, ma a parti invertite almeno come caratterizzazione dei personaggi. Anche se il paragone più diretto e più inquadrabile lo si può trovare ne Il sorpasso di Dino Risi e in Profumo di donna sempre con la coppia Gassman/Risi. Gustavo spinge e stuzzica Giovanni ad esplorare la propria durezza, in un cambiamento che in parte riesce nell’archetipo del mentore così come il Capitano Fausto Consolo e l’esuberante Bruno Cortona cercavano di fare con la scorza monotona delle loro due spalle.

 

Il più bel secolo della mia vita

Il più bel giorno della mia vita: Lundini al servizio di Castellitto

Non stupirebbe vedere Sergio Castellitto vincere un David di Donatello. Il film praticamente lo fa lui. Irresistibili le sue battute nella prima parte, commovente la sua interpretazione nel secondo atto quando il suo personaggio arriva a concludere la fine del suo viaggio. Di certo in una scrittura così improntata verso Castellitto, Lundini sa bene di fare l’utile idiota. Al servizio del Gustavo di Castellitto sempre, Giovanni annoia un po’ nel primo atto. Lundini di fatti sembra non entrare nel giusto mood di “coppia”. È troppo schiacciato nella parte di chi subisce non solo gli ostacoli di Gustavo ma soprattutto il carisma di Castellitto. Conscio del suo ruolo, si riprende quando la scrittura di Bardani lo fa reagire, mettendo sullo stesso piano il dolore dei “fratelli di culla”.

Castellitto è magnifico

il più bel secolo della mia vita

Essere Madre

Il più bel secolo della mia vita esplora, con un linguaggio semplice e struggente nello stesso tempo, il dolore di chi è stato abbandonato. Dolore che Gustavo e Castellitto interpretano nella loro convinzione di essere figli di serie b. Il film smuove il nocciolo della questione attraverso il personaggio di Carla Signoris, la madre adottiva del Giovanni lundiniano. Quest’ultimo non perdona ai genitori, il cui padre è morto solo recentemente, di avergli nascosto le proprie origini. E arriva in uno degli scontri finali con Gustavo il senso di un’opera legata ad una semplice domanda. Che cosa vuol dire essere madre? È così diverso l’amore di una madre che ci ha cresciuto, amato, accudito, anche se non è il nostro stesso sangue?

 

Adottare significa Amare

È il bivio a cui la saggezza di Castellitto conduce il personaggio di Lundini. A rendersi conto della grande opportunità che ha. Abbracciare e sentirsi amato da una madre, cosa che lui non ha potuto fare. Potendo ora abbracciare solo la sua lapide. C’è un filo che unisce e disunisce Il più bel secolo della mia vita ad un altro film che tratta lo stesso tema, Ritorno a Seoul di Davy Chou.

In entrambi i film i loro protagonisti cercando in tutti i modi di ritrovare i genitori biologici. La protagonista di Ritorno a Seoul, Freddie, è accecata dal rancore e in base a questo trascura il vero significato dell:affetto. Distruggendosi, dilaniandosi e non dandosi pace per il distacco di una figlia nei confronti del proprio sangue. Bardani, a differenza del collega Chou, direziona il film verso un binario che invece di distruggere crea. Anziché allontanare, avvicina i sentimenti verso ciò che alla fine significa essere madre. Amare e lasciarsi amare indipendentemente da chi ci ha donato la vita.

 

Il più bel secolo della mia vita sorprende per come riesce a creare una tragicommedia sull’adozione. Utilizzando bene i registri della commedia e del dramedy. Un film che si ascrive tra le migliori opere del cinema italiano.

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  • Anno: 2023
  • Durata: 90
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Ita
  • Regia: Alessandro Bardani
  • Data di uscita: 07-September-2023