‘A cielo abierto’ la recensione del film dal festival di Venezia
Opera prima della regista messicana Mariana Arriaga, A cielo abierto (titolo internazionale "Upon open sky") è un dramma unito al romanzo di formazione che non lascia indifferenti.
A cielo abierto presentato in Orizzonti a Venezia 80, propone una storia cruda e verosimile di tre ragazzi legati dal senso di famiglia, del lutto e dalla necessità di crescere.
A cielo abierto la Sinossi
Due fratelli adolescenti intraprendono un viaggio on the road al confine tra Messico e Stati Uniti per rintracciare l’uomo responsabile dell’incidente automobilistico che ha causato la morte del padre.
A cielo abierto: la recensione di Taxi Drivers
Il film di Mariana e Santiago Arriaga si apre come un classico road movie: padre e figlio a bordo di un’auto, una lunga strada in mezzo al deserto, qualche fermata per la benzina e il pranzo.
Ma durante questo viaggio, un po’ telefonato dai movimenti della macchina da presa, avviene l’incidente, ed è qui che inizia davvero il film.
Veniamo catapultati a due anni più tardi, quando ormai sembra che la famiglia sia andata avanti.
La madre ha un nuovo compagno e i due fratelli protagonisti si ritrovano con una sorellastra in casa.
Il fratello maggiore però vive con un solo pensiero in testa: rintracciare il colpevole dell’incidente.
E così come il film è iniziato, i tre fratelli intraprendono un viaggio in auto alla ricerca di quel camionista.
Durante il tragitto i tre ragazzi cambiano, il loro legame si rafforza, e ripercorrendo i passi del padre di quella tragica giornata, imparano a lasciarlo andare una volta per tutte.
Federica Garcia in una scena del film
A cielo abierto ha un ritmo sempre più incalzante, che porta lo spettatore col fiato sospeso sul finale, dove però c’è un cambio di tono e la scrittura diventa più incerta.
I tempi si allungano fin troppo senza che accada nulla di rilevante, per arrivare poi agli ultimi minuti dove tutto si risolve in modo tutto sommato prevedibile.
Il problema non è tanto la prevedibilità, quanto il repentino cambio di comportamento dei personaggi e un senso di smarrimento nelle intenzioni del film.
La nota più negativa però è una love story inserita in modo decisamente forzato e che non aggiunge nulla di più al film.
Conclusioni
A cielo abierto è un buon debutto al lungometraggio per la regista messicana. Il film è godibile anche se non privo di sbavature.
La fotografia è naturale e non cerca di sovrastare il resto, e anche i dialoghi sono ben dosati, mai eccessivi.
In più le interpretazioni dei protagonisti Theo Goldin, FedericoGarcia e MaximoHollander risultano convincenti ed emozionanti.
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