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Netflix Film

‘Comandante’, il film di De Angelis

Comandante è ora disponibile su Netflix L'animo umano è davvero in grado di cambiare?

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comandante recensione

Comandante, il film di Edoardo De Angelis, è adesso disponibile su Netflix.

Il lungometraggio ha aperto l’80esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film, scritto a quattro mani dallo stesso De Angelis insieme a Sandro Veronesi di pari passo con l’omonimo romanzo, è la storia vera del capitano Salvatore Todaro, comandante di un sommergibile durante la seconda guerra mondiale.

Resistere o sopravvivere? Questa sembra la domanda al centro del dramma portato sullo schermo in dal regista che ha (avuto) l’arduo compito di sostituire il Challengers di Luca Guadagnino. Ma cosa significa davvero resistere e sopravvivere?

Il film è prodotto da Indigo Film, O’ Groove, Rai Cinema, Tramp, Vgroove, Wise Pictures.

– Foto di copertina: Enrico De Luigi –

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Prima della recensione, la trama di Comandante

All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga nell’Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda la nave nemica a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i ventisei naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei suoi uomini.

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Foto di Enrico De Luigi

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda:

Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà alle spalle.

(Fonte: La Biennale)

La recensione di Comandante

Una pagina, un momento e soprattutto un personaggio importante per la storia italiana. Anche se meno conosciuta ai più, quella di Salvatore Todaro è indubbiamente una figura di notevole spessore. Militare, uomo dedito all’azione e al lavoro, ma ciononostante determinato a seguire i propri principi e i propri ideali che riesce a mettere in pratica anche e soprattutto con le azioni.

Un film che nella prima parte cerca di presentare al pubblico tutti i personaggi che vanno a comporre l’equipaggio. Mostrati prima nella propria abitazione, o comunque accanto ai propri cari, ogni membro dell’equipaggio risulta uguale all’altro, privo di caratteristiche particolarmente proprie.

Dal comandante protagonista, attanagliato da mille problemi, dubbi e interrogativi, ma che è comunque in grado di avere la prontezza necessaria per capire sempre cosa fare (e a tal proposito non si può non citare l’elettricista non fatto salire a bordo di proposito) al cuoco, il simpatico Gigino, conoscitore di tutti i piatti italiani, ma anche cantante all’occorrenza e protagonista del dialogo più divertente dell’intero film. Ad accompagnare i valorosi protagonisti a bordo del sommergibile ci sono poi le figure femminili. Mogli, compagne, fidanzate che aspettano, spesso forse invano, che le rispettive metà facciano ritorno a casa.

Una su tutte è sicuramente Rina, la moglie del comandante Todaro che, anche senza essere presente fisicamente e visivamente, è a tutti gli effetti una protagonista della vicenda, tante sono le volte in cui viene chiamata in causa. Il comandante scrive costantemente alla moglie, cercando probabilmente in queste lettere un appiglio, un porto sicuro nel quale rifugiarsi, qualcuno al quale confessare anche le paure più profonde.

Soltanto dopo, nella seconda parte, tutti risultano più umani e umanamente veri. Di pari passo con il viaggio che compiono. Prima il sommergibile è negli abissi e nelle profondità, poi è in superficie. Allo stesso modo anche i personaggi, più distesi e autentici.

Un passato non così distante

Quello che viene raccontato attraverso il film Comandante è una storia vera avvenuta, come detto, nel 1940. Sono passati più di 80 anni dall’evento che ha visto protagonista Salvatore Todaro. Eppure a sconvolgere è la disarmante attualità che un film come questo porta con sé. Alla luce di quanto avviene ancora oggi, il gesto del comandante Todaro assume un significato ancora più importante e profondo.

L’equipaggio iniziale che sembra essere omologato nella prima parte, rispondendo in maniera unanime e limitandosi ad obbedire senza fiatare agli ordini imposti dal comandante, sembra cominciare a disgregarsi nel momento di massima paura. Quando cominciano le prime perdite, la forza del mare (e del nemico) sembra più grande del previsto e le regole da rispettare troppo rigide, inizia quasi a formarsi una sorta di distacco: i dialetti, diversi l’uno dall’altro, si fanno più evidenti, le abitudini dell’uno vanno in contrasto con quelle dell’altro e sembrano nascere, solo all’apparenza, dei dissapori tra i membri dell’equipaggio. Poi, però, nel momento in cui vengono accolti gli ospiti, tutto sembra tornare alla normalità e gli uomini di Todaro tornano a fare fronte comune, anche e soprattutto per aiutare il proprio comandante.

Questo a dimostrare che non esistono e non devono esistere differenze. L’umanità in mare è qualcosa che va oltre qualsiasi tipo di distinzione.

Cosa facciamo Comandante?

            Li tireremo su.

Un racconto pulito con un grande protagonista

Dalla penna allo schermo. Se il romanzo Comandante del duo De Angelis-Veronesi risulta meno lineare da seguire, optando per la decisione di far parlare un personaggio diverso ogni capitolo, il film può utilizzare questo a proprio vantaggio.

E infatti viene dato spazio (e voce) a più persone, non solo al Comandante, interpretato da un sempre ottimo Pierfrancesco Favino, più che credibile alle prese con qualsiasi dialetto. Vincenzo Stumpo (interpretato da Gianluca Di Gennaro) è, per esempio, un personaggio che ha modo di parlare e diventare, per un momento, protagonista.

Come detto anche Rina (Silvia D’Amico), Gigino (Giuseppe Brunetti), Vittorio Marcon (Massimiliano Rossi), braccio destro del Comandante, fino ad arrivare a quelli che, solo all’apparenza, sono nemici. Ma che, prima di tutto, sono uomini.

Un De Angelis in forma per il Comandante

A chiusura della recensione di Comandante si possono fare due osservazioni.

La prima è l’attenzione di De Angelis a storie nascoste come questa. Raccontare di Salvatore Todaro (soprattutto in un momento come questo) era (e può essere) rischioso. Ma la capacità del regista di andare oltre la semplice storia, regalando personaggi e situazioni di rilievo ha la meglio anche in questo caso. Come già fatto nei precedenti film, anche in questo caso, scava a fondo per cercare quanto di più umano possa esserci in un soggetto, andando a scardinare ogni tentativo di pensarlo freddo e non empatico. Lo era l’avvocato Perez, lo erano le due gemelle di Indivisibili e lo è anche il Comandante Salvatore Todaro.

La seconda osservazione, a conclusione, è l’immersione totale e completa che si fa nel momento in cui si decide di entrare in quel preciso momento della vita del Comandante Todaro. L’esplicativa scena iniziale è proprio il mostrare visivamente la decisione di mettersi nei panni del protagonista e di vivere, insieme a lui, negli abissi. Non solo del mare, ma negli abissi più profondi dell’umanità. O più precisamente dell’animo umano.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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Comandante

  • Anno: 2023
  • Durata: 120'
  • Genere: Drammatico, Storico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Edoardo De Angelis