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Il riposo del calciatore: le logiche moderne del ritiro in montagna

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La preparazione prima di tutto: questo sta alla base del ritiro pre-campionato. Dalla qualità dell’allenamento dei mesi estivi dipende gran parte della bontà delle performance della squadra e degli atleti nel campionato. L’organizzazione di questa sessione è dunque fondamentale per tutti i componenti della rosa, nessuno escluso.

La logica del ritiro

Immaginare la propria squadra del cuore in ritiro in qualche luogo di montagna aumenta le aspettative dei tifosi. Il pubblico spesso immagina che le stelle del campo stiano accumulando preparazione tattica e fisica in vista dell’inizio del campionato. Questa non è altro che una delle fantasie, più o meno fondate, che va a generare conseguenze dirette sulle quote di portali come https://www.topscommessevincenti.it/, che canalizzano l’attenzione e le aspettative del pubblico del calcio. D’altra parte, i tifosi sono sensibili: basta poco per farli sognare di grandi performance, e pensare ai propri beniamini correre nei boschi di montagna per tonificare corpo e mente fa parte del gioco.

Vale la pena specificare che la sessione di ritiro equivale a un’intensa preparazione che introduce al nuovo campionato, ma non intacca minimamente l’importanza degli allenamenti invernali. Al centro dell’esperienza del ritiro in montagna non c’è soltanto lo spirito di squadra. Al contrario, i tecnici riservano molta attenzione al fisico del singolo calciatore, che ha le sue importanti risorse, ma anche i suoi inevitabili limiti. Tattica, strategia, fisico e performance sono elementi legati in un intreccio tale da far sognare sempre il meglio per ogni giocatore e ogni squadra. Tutto, fin dalla scelta della location, è finalizzato alla massimizzazione del rendimento.

La scelta del luogo

Ferma restando la logica libertà di scelta da parte dei tecnici, solitamente questi preferiscono organizzare dei ritiri in location di montagna. Il luogo comune vuole che questa scelta venga effettuata per la diversa ossigenazione nelle zone di alta quota, che dovrebbe rivelarsi più adatta alle sessioni di preparazione. Al contrario, le zone di montagna risultano le più adatte perché offrono un buon compromesso tra serate più fresche, adatte al riposo, e ore di sole più calde ma non umide, perfette per gli allenamenti.

Il luogo deve inoltre rivelarsi ideale a una permanenza di almeno 6 settimane, perfette per un ritiro equilibrato e intenso allo stesso tempo. Ovviamente, si tratta soltanto di un valore medio, che deve tenere conto di eventuali impegni nei mesi estivi da parte di calciatori o intere squadre. Il calendario dei preliminari per le competizioni ufficiali europee o nazionali, infatti, deve essere tenuto in considerazione al momento della pianificazione del ritiro estivo. Il tutto deve inoltre tener conto dell’intensità del lavoro di preparazione, che non può essere scaricato subito su tutti i calciatori. La necessità di distribuire l’allenamento e il carico su più giorni, allungando così il periodo di ritiro, è evidente.

L’evoluzione del ritiro estivo

I ritiri, in tempi recenti, si sono aggiornati grazie anche alla nuova istituzione del pre-ritiro, durante il quale si cominciano a radunare i giocatori disponibili, in attesa che le stelle impegnate in altre competizioni possano aggregarsi. A volte, alcuni giocatori presenti nel pre-ritiro lasciano il posto ai titolari più rinomati, sfoltendo così la rosa di giocatori coinvolti nell’allenamento. Il compito resta quello di depurare il corpo e la mente e fare fatica in corse lungo gradinate e boschi. Tuttavia, un’altra logica evoluzione del ritiro prevede un approccio e una pianificazione più tecnologici.

Non è infatti un mistero che il calcio e ogni suo singolo aspetto siano ormai studiati da risorse tecnologiche sempre più attente al dettaglio. Così, anche gli allenamenti subiscono la ripercussione dei dati raccolti sui giocatori. La tendenza all’infortunio, la velocità media tenuta durante gli incontri, sono soltanto due semplici esempi di parametri analizzati dai tecnici, che quindi capiscono su cosa lavorare e come distribuire il carico di allenamenti su ogni singolo giocatore. In breve, l’elemento naturale che fa da scenario al ritiro estivo delle squadre di calcio comincia a lasciare il passo alla tecnologia che già affolla gli stadi.