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P A N T A Carmelo Bene di Luca Buoncristiano

Il cinema da leggere. Recensioni di libri di cinema. Rubrica a cura di Gianluigi Perrone

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P A N T A Carmelo Bene

 a cura di Luca Buoncristiano

 Bompiani Editore

 Pagg. 425

 

Già di per sé l’intenzione di voler affrontare l’argomento Carmelo Bene ha dell’audace e del folle. Non tanto per la complessità dell’universo che ha creato l’attore pugliese, talmente prostrato sulla sua arte da trasformarla in filosofia. Quanto per la natura non poliedrica ma totale e completa del suo pensiero, in una parola: “panteistico”. Ad hoc quindi il titolo P A N T A del tomo curato per Bompiani da Luca Buoncristiano. Parlare di Bene è come parlare di Dio, o meglio della percezione che nell’immaginario si può avere di Dio, così concreta e al contempo sfuggente, radicale, generatrice e distruttiva. Chi è Carmelo Bene? Più che tentare di rispondere a questo quesito, attraverso le numerose interviste raccolte da Buoncristiano nell’archivio della casa del Nostro, il tomo rivela l’inesplicabilità della natura di Bene: il tutto e il contrario di tutto. Interventi molteplici, tra diverse percezioni di Bene: Sandro Veronesi a Pietrangelo Buttafuoco, da Alain Elkann a Goffredo Fofi, Jean-Paul Manganaro a Elisabetta Sgarbi, da Piergiorgio Giacché a Enrico Ghezzi, per citarne alcuni.

Personalità al cospetto del Mistero Carmelo Bene, che ne scrutavano l’essenza o ne affrontavano l’iconoclastia. Impreziosito da immagini di flani degli spettacoli beniani, il lavoro di catalogazione di Luca Buoncristiano (per la cronaca, anche autore della striscia Joe Rotto) è stato certosino e sistematico: portare la voce di Bene attraverso altre voci illustri, tanto che per alcuni versi si potrebbe considerare anche una biografia, o, come piace all’autore, una sorta di eredità culturale. Affrontare Bene è come guardare verso l’abisso di nietzscheana memoria (o per alcuni verso uno specchio), uno scontro con il subconscio, un’esplorazione nei giardini di un ego impossibile che si relaziona con la propria arte e viceversa, quella transitività che è nell’esplorazione costante  dell’attore, maestro di vita, non dell’individuo ma dell’universo. Nelle pagine Bene è caustico, polemico, complesso, ironico, sublime e tutti gli aggettivi e nomi, coniati e non, pronunciabili e non pronunciabili che possono essere attribuiti al Capolavoro Carmelo Bene.

Gianluigi Perrone 

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