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Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

‘The Newest Olds’, alla Mostra di Pesaro un film di estraneazione ottica che fotografa l’impronta della globalizzazione

Il regista argentino Pablo Mazzolo firma un’opera sperimentale che esprime l’alterazione degli equilibri ambientali attraverso la manipolazione tecnica del supporto analogico

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La 59a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (di cui Taxidrivers è media partner) accoglie in concorso un cortometraggio del regista argentino Pablo Mazzolo (1976), The Newest Olds (2022), già selezionato ai festival di Toronto e di Vienna e in linearità pressoché perfetta con la poetica di rottura e anticonvenzionalità ragionata della Mostra stessa, al di là della sua natura analogica che ne è requisito di partecipazione.

Una non-trama

Collocando la macchina da presa tra i grattacieli di Detroit e nei paesaggi di frontiera di Detroit-Windsor, tra Stati Uniti e Canada, il film rifugge ogni forma di narratività o di enunciazione documentaristica, concentrandosi sull’alterazione fotografica e ottica dell’immagine cinematografica e relegando la presenza umana a frammenti innaturali di voci in fuori campo, intercettate da frequenze radiofoniche intermittenti.

The Newest Olds si apre con un campo lungo urbano, con le luci notturne del profilo sagomato di una metropoli che potrebbe essere confusa con New York e che poi vari indizi permetteranno di riconoscere come Detroit; ma anche gli elementi del territorio naturale (ambienti pianeggianti e lacustri delle lande statunitensi e canadesi) captati successivamente dal montaggio senza soluzione di continuità si iscrivono nella cancellazione di identificazione, nella perdita di identità degli spazi geografici e dei confini percettivi.

Oltre la tradizionale percezione

Mazzolo lavora infatti su quella che lui definisce ‘immagine fluttuante’, amalgamando colori, tonalità e suoni, incrinando il bilanciamento focale dell’inquadratura ed eludendo il principio teorico del cinema tradizionale dell’accostamento di piani sufficientemente differenti per facilitare la visione dell’occhio dello spettatore: le immagini di una micro-sequenza differiscono infatti solo ed esclusivamente per piccoli scarti formali fotografici che conferiscono un dinamismo alienante.

Non si intravede dietro l’alterità perturbante delle inquadrature un obliquo manifesto ludico o post-avanguardistico di intenti, né uno slancio programmaticamente sperimentale (sebbene i primi minuti attivino il ricordo degli strappi estetici del New American Cinema degli anni Cinquanta e Sessanta), quanto una discorsività iconica (eppure strettamente filmica insieme) e uno studio di sofisticazione tecnica sui newest olds.

(D)enunciare il contenuto con l’innovazione della forma

In coerente riposta alla tematica affrontata (gli sconvolgimenti ambientali, il rovesciamento degli equilibri naturali) il corto percorre altrettanti impervi sentieri, quelli della labilità delle convenzioni enunciative e del capovolgimento dei canoni di percezione visiva.

The Newest Olds (i vecchi più nuovi) deve infatti il suo titolo alle onnipresenti forme imperanti ed espansionistiche di globalizzazione sul territorio, con l’annichilimento della conformazione ambientale e dei confini geopolitici, con la conseguente intercambiabilità di cemento e acciaio con il tutto e il nulla, fino all’anonimato; tematiche già esplorate da Mazzolo in corti sperimentali come Fish Point (2015) e Green Ash (2019), da sempre ricercatore delle potenzialità ottiche della pellicola.

Il finale del film suggella l’ideale artistico del regista, che ha dichiarato:

Mi piace molto lavorare con le immagini su ciò che non si può definire né affermare.

The Newest Olds si chiude infatti con un crepitio cacofonico di rumori metropolitani e schegge impazzite di un vociare umano, una babele frastornante e allucinata su piani riavvicinati tremolanti e schizofrenici di grattacieli a cromatismi snaturati, con i titoli di testa che sovrappongono in questa alchimia sfuggente anche marchi simbolici del capitalismo globalizzato come McDonald’s e Coca Cola. Non è assente però una nota di bellezza amena negli ultimi secondi, che riesce ad accordarsi con la non canonica e ipnotica estetica complessiva del cortometraggio.

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  • Anno: 2022
  • Durata: 15' 10''
  • Genere: Sperimentale
  • Nazionalita: Argentina
  • Regia: Pablo Mazzolo