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Festival del Cinema Iberoamericano di Firenze

Entre dos Mundos 2023: i vincitori e le parole della direttrice

I titoli vincitori della sesta edizione e alcune dichiarazioni della direttrice artistica Maria Lorena Rojas

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I vincitori di Entre Dos Mundos 2023, la sesta edizione del festival di cinema iberoamericano di Firenze diretto da Maria Lorena Rojas, dedicato alle migliori pellicole dell’America Latina, sono stati annunciati a chiusura della rassegna.

I vincitori di Entre dos Mundos 2023: il miglior film

Los Reyes del Mundo (2022) di Laura Mora

Motivazione: «Un film potente e profondo, un road movie attraverso la natura selvaggia del Sud America fin dentro le profondità dell’animo umano. Attraverso una regia suggestiva, una fotografia che unisce la crudezza della realtà alla magia del sogno e una narrazione coinvolgente, Los Reyes del Mondo cattura l’essenza ultima del viaggio della vita, la ricerca di un posto nel mondo, la costruzione di una famiglia di anime quando la famiglia di sangue non c’è».

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Altri due premi

Miglior documentario: El Agente Topo (2021) di Maite Alberdi

Motivazione: «Con estrema originalità e grande ironia El agente topo regala uno sguardo inedito su una realtà spesso dimenticata dalla società, quella degli anziani che passano i loro ultimi anni nelle case di riposo. Unendo sapientemente elementi drammatici ai toni della commedia, questo film tocca temi universali come la solitudine, la memoria del tempo che passa, l’importanza delle relazioni e del sostegno reciproco, riuscendo nel compito non semplice di divertire facendo riflettere e commuovere».

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Miglior attrice: Teresa Sánchez per Dos Estaciones (2022) di Juan Pablo González

Motivazione: «Il fuoco della tenacia, il sussulto della speranza, la morbidezza del sentimento, la decisione della lotta fino all’ultimo colpo: tutto questo vediamo negli occhi dell’attrice, nella precisione millimetrica delle sue espressioni, così misurate e insieme coinvolgenti. Dos Estaciones sembra scriversi su di lei e cammina al suo stesso passo, restituendoci, senza bisogno di tante parole, le coordinate della sua anima».

La Cerimonia di premiazione si è svolta domenica 21 maggio, al cinema La Compagnia di Firenze. I vincitori delle tre sezioni sono stati annunciati dalla giuria del festival, composta da Elisa Baldini, Daniela Colamartini e Maria Saccà.

Dopo i vincitori di Entre dos Mundos 2023, alcune dichiarazioni della direttrice

Abbiamo fatto qualche domanda alla direttrice artistica del festival Entre dos MundosMaria Lorena Rojas.

Com’è nato il festival?

È nato dall’amore per il cinema, da parte mia e delle mie collaboratrici. Vedendo la presenza di festival di cinema importanti a Firenze sentivamo la mancanza del cinema latino americano, visto che nei principali festival mondiali è sempre nei primi posti delle selezioni ufficiali e non solo. Ci sembrava giusto che anche Firenze avesse un festival che potesse presentare alla città questo cinema tanto interessante.

Quali sono le caratteristiche principali? Ci sono tutti i generi, si passa dal lungometraggio al cortometraggio, con spazio anche per focus specifici. Cosa lo differenzia dagli altri festival?

Nelle prime edizioni avevamo soltanto la sezione lungometraggi e documentari perché volevamo concentrarci sul racconto della situazione nel Latino America. Da tre edizioni abbiamo anche la sezione cortometraggi perché è un mezzo di comunicare in maniera diversa, che ai giovani piace molto e che crediamo sia importante. In questo festival abbiamo l’idea dell’inclusione. Abbiamo creato un focus sulle donne, ma in realtà ci sono anche film diretti da uomini perché i film sono visti con gli occhi delle donne, ma includono tutti.

C’è qualcosa che caratterizza questo festival?

Vogliamo far conoscere le culture il più possibile anche perché ci sono tante culture diverse. Qui pensiamo al Latino America come un solo paese, ma in realtà sono tanti e tutti diversi l’uno dall’altro. Come comune denominatore abbiamo la violenza che accomuna tutti i paesi. Ma il nostro festival cerca di spaziare e vedere questa violenza in modo diverso con una programmazione che cerca sempre di trovare film che parlino della situazione, ma in modo costruttivo. In questo senso lo sguardo della donna è positivo perché non mostra cose cruente, dure e difficili da vedere, ma parla della violenza in un modo che capiamo e non vediamo.

Come vengono selezionati i titoli?

In questi anni abbiamo voluto dare un’impronta al festival. Oltre a una selezione sulle piattaforme, vogliamo dare un’impronta specifica al festival. Alcuni film li selezioniamo nei principali festival mondiali e questo ci permette di avere una grande varietà di film.

E non è facile perché sono tanti i paesi. Magari c’è l’idea di fare un festival specifico per ogni paese in futuro…

Sì, è difficile. C’è sempre qualcuno escluso perché sono tanti i paesi. Quest’anno non abbiamo, per esempio, un film peruviano, ma questo può dipendere da tanti fattori.

L’idea è far crescere il festival e avere un periodo di tempo che ci permetta di avere focus specifici su un paese ogni anno. Per ora cerchiamo di fare un po’ di tutto.

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