‘I Delinquenti’: 3 ore di delirio narrativo irresistibile

I Delinquenti -Los Delincuentes, presentato nella sezione Fuori concorso al Torino Film Festival in tre ore di delirio narrativo irresistibile, dimostra come il cinema argentino stia vivendo un periodo di creatività molto fertile e spumeggiante.

Il Film, in sala distribuito da Lucky Red e MUBI, è diretto dal regista Rodrigo Moreno.

Los delincuentes: lo stress è un male che si debella solo affrontandolo

Moran e Roman (nomi non a caso dal medesimo anagramma) si coinvolgono a vicenda in un colpo alla banca in cui lavorano, decidendo di prendersi il denaro che avrebbero guadagnato nei restanti venticinque anni di carriera per poterne disporre senza lavorare.

Moran esegue il colpo e si autodenuncia, avendo calcolato i tempi di detenzione  in soli tre anni.

Un periodo per cui vale la pena sacrificarsi e vivere con la medesima somma dedicandosi finalmente a ciò che più piace realmente fare, lasciando  da parte lo stress ed una routine lavorativa dai connotati tossici.

Per riuscire nel progetto, Maron trova in Ramon il suo perfetto tassello di completamento: l’uomo che dovrà custodire la somma per poi dividerla equamente col socio e dare corso al proprio futuro di serenità.

Ramon subito rifiuta, ma poi, ripensando alla somma, decide non solo di accettare, ma anche di scappare di casa, incontrando una donna che rappresenta finalmente ‘la sua dolce metà’.

Peccato che costei abbia incontrato, prima di lui, anche il suo socio che, non meno di lui, si è fatto irretire dalle grazie della ragazza.

Suddiviso in due lunghe parti, Los delincuentes si sviluppa in una sua prima storia “tattica”, attraverso la quale il colpo del disperato Moran si avvia a prendere forma in ognuno dei suoi diabolici e assai scaltramente preventivati dettagli.

La seconda parte invece si perde nel mondo dei desideri dei due complici, quasi sempre perennemente distanti l’uno dall’altro, ma insieme uniti da un progetto che li vedrà comunque solidali.

Almeno fintanto che il beffardo destino non ci mette ironicamente lo zampino trovando una donna che unisca i due complici e colleghi.

Rodrigo Moreno trova il modo di scatenare tutto il proprio felice istrionismo narrativo attraverso una storia che trasuda sipari e situazioni concatenate da eventi che il tempo non fa combaciare, se non quando i fatti hanno reso impossibile l’avverarsi di certi incastri così diligentemente preventivati.

Storia di una rapina salvifica e di due rapinatori coordinati

D’altro canto la mente del progetto, Moran (Daniel Elias), è una roccia disposta a qualsiasi sacrificio pur di mettere a punto il suo piano trasformato in unico futuro possibile.

Ramon (ben reso da Esteban Bigliardi), dalle fattezze di un Alan Ford belloccio ma non troppo scaltro, riesce tuttavia a cavarsela egregiamente anche quando tutti gli stanno con il fiato sul collo, a partire dall’ investigatrice assicurativa che lo marca a vista.

Per caso, ma forse nemmeno troppo, questo personaggio di donna dura e risoluta è interpretato da Laura Paredes, la protagonista dell’indimenticato e ancor più fluviale Trenque Lauquen, recente produzione El Pampero.

Un film che, dal punto di vista dello stile narrativo, accomuna piuttosto bene la pellicola di Laura Citarella, vista ad Orizzonti al Festival di Venezia 2022, a questa di Rodrigo Moreno che, attraverso il suo puntiglioso intreccio narrativo scomposto, si preme di divenire un monito semiserio contro il capitalismo sfrenato e l’ossessione alla produttività senza compromessi.

Il film era stato proiettato a Cannes 2023.