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Netflix Film

La stretta nel passato su Netflix: la recensione

Yalin e sua moglie si trasferiscono ad Assot, sul mar Egeo, dopo aver truffato tante persone. Ma gli abitanti della cittadina non lo aiutano a dimenticare le sue colpe, e questo darà il via a una serie di azioni e reazioni.

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Dal 21 aprile su Netflix, La stretta del passato è un thriller turco dalle tinte noir sulle colpe e le regole dello stare in una società contemporanea. Diretto da Onur Saylak e scritto da Hakan Gunday, Boga Boga è il titolo originale in lingua turca e Chokehold il titolo internazionale. La sensazione, invece, è quella di venire costantemente scoperti. Cosa stiamo nascondendo?

Crediamo a un sacco di bugie, ma non crediamo alla verità quando ci viene detta.

La trama de La stretta del passato

I coniugi Bey si trasferiscono ad Assot, una tranquilla cittadina turca sul mar Egeo che, secondo la leggenda, ha ospitato anche Aristotele. La moglie Beyza (Funda Eryigit)sembra contenta dell’idea. Per Yalin (Kinvanç Tatlitug) invece tutto il contrario. Complici le strette del suo passato che si porta addosso come una spada di Damocle e che conosciamo man mano attraverso dei dialoghi con altri personaggi del luogo: a quanto pare Yalin ha truffato con la sua società persone e famiglie che dopo avergli dato fiducia e soldi sono rimaste senza nulla in tasca; è stato in carcere ed ora è in attesa di processo. Gli abitanti di Assot conoscono la sua storia e si mostrano da subito piuttosto ostili, fino a rendere il suo soggiorno davvero difficili con aggressioni verbali e fisiche. Da queste dovrà difendersi, e lo farà in una serie di modi, fino a comprendere la soluzione migliore per integrarsi. Ma questo avviene soltanto negli ultimi minuti finali.

Aristotele è stato qui

La pellicola ci mostra le regole non scritte per vivere nella società attuale: si tratta di leggi a servizio del dio denaro che, al di là di ogni retorica, ha sempre il suo potere e continua a creare i suoi schiavi. Questo succede anche nella suggestiva Assot, cittadina di fronte a Lesbo, altrettanto ricca di storia e di poesia. In una delle scene iniziali, alla coppia neoarrivata viene raccontata un po’ di storia del luogo: nel IV secolo a.C. conosceva il suo splendore finché i persiani la conquistarono. Prima però, Aristotele vi aveva trovato moglie e lì aveva abitato per un certo periodo. In questo discorso si fa riferimento a una componente presente in tutto il film: le terre erano state conquistate senza sangue. Il sangue ricorre spesso in tutto il film ,tra le mani colpevoli di Yalin ma anche nelle varie minacce a cui è sottoposto, una sorta di presagio che ci accompagna in tutta la narrazione. Lo sfondo classicheggiante non basta a lavare dai peccati, quelli degli uomini contemporanei ma in primis quelli di Yalin, che pensa di aver lasciato ad Istanbul dopo la sua fuga.

Il signor serpe: l’antieroe che si lascia trascinare dagli eventi

I silenzi e i dialoghi brevi scandiscono il ritmo di questo film insieme agli scenari sicuramente suggestivi. Pochi altri suoni, musica assente se non in un paio di scene intense dove contribuisce ad accrescere il pathos drammatico e, a tratti, violento. Per il resto rumore del vento o di passi, spesso fuori fuoco.

Negli ambienti domestici come la casa di Yalin o in alcuni negozi locali, ma anche e soprattutto gli esterni: il suo giardino, la foresta e la spiaggia su un mare mai troppo calmo. In una storia in cui il protagonista sembra sempre sfuggire dalle sue colpe che gli stanno sempre sul collo, non colpisce l’assenza del sole: il paesaggio naturale rispecchia la perenne inquietudine di Yalin che, anche per questo, si trova spesso ad agire di impulso. Si tratta di un eroe? Difficile a dirsi dato che non sembra mai prendere una posizione dalle prime scene, e questo peggiora sempre di più la sua situazione, proseguendo con la trama.

Il signor serpe: questo trova scritto in una cesta che gli fanno recapitare nel suo giardino ombroso. Alla fine, una volta capito, quella stessa scritta rossa si trasformerà magicamente in Il signor Yalin, per dargli il benvenuto dopo questa serie di eventi non proprio gradevoli. Il signor Yalin è diventato uno di noi, il signor Yalin ha capito cosa ci aspettavamo da lui. Torna in mente la battuta pronunciata all’inizio dalla moglie «Questo posto è un paradiso!» Se conosci le sue regole.

Il finale “corale” de La stretta nel passato

ALLERTA (QUALCHE) SPOILER: qui si fermi chi non vuole ancora sapere. La scena finale de La stretta nel passato mantiene la coerenza inquietante e oscura presente in tutta la pellicola ma sembra rivolgersi direttamente a noi. Esterno, un grande tavolo vuoto che continua a riempirsi di nuovi convitati pronti a banchettare con un nuovo amico, Il signor Yalin che ora sono pronti ad accogliere. I movimenti di macchina che si allontanano dal focus del tavolo richiamano la nostra attenzione di spettatori, che guardano da fuori: la sensazione è quella di essere chiamati ed invitati. Dopo aver seguito e conosciuto tutte le azioni di Yalin e il percorso che l’ha portato all’integrazione, anche noi siamo possiamo unirci alla loro festa. Accanto, il cane selvaggio che ci ricorda i suoi crimini: nell’ultimo, insieme a noi, c’era anche lui.

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La stretta nel passato

  • Anno: 2023
  • Durata: 112 min
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Thriller, drammatico
  • Nazionalita: Turca
  • Regia: Onur Saylak
  • Data di uscita: 21-April-2023