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Netflix Film

‘Chanson Douce’, il thriller psicologico tratto da una storia vera

Adattamento del romanzo francese Ninna nanna di Leïla Slimani

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Il film Chanson Douce, adattamento del romanzo francese Ninna nanna di Leïla Slimani, racconta l’intrinseca paura genitoriale che possa capitare qualcosa ai figli. La conseguente difficoltà ad allontanarsi da loro, ma allo stesso tempo l’esigenza di continuare a vivere un’esistenza che non si limiti a prendersi cura della prole sacrificando la propria giovinezza.

Tratta dallo stesso romanzo (vincitore nel 2016 di uno dei premi letterari francesi più ambiti, il Prix Goncourt), uscirà prossimamente anche una nuova serie HBO dal titolo ancor più evocativo “The Perfect Nanny”. Ad interpretare la protagonista sarà Nicole Kidman, che dopo Big Little Lies e The Undoing, tornerà a partecipare a un progetto dell’emittente statunitense, da sempre garanzia di qualità in fatto di racconti seriali.

La trama di Chanson Douce

Dopo i primi mesi dalla nascita del secondo figlio, Paul e Myriam, una giovane coppia parigina, decide di iniziare a cercare una tata, per il desiderio materno di riappropriarsi della propria vita e tornare a lavorare, uscendo da una quotidianità fatta di pannolini. Dopo una serie di colloqui con babysitter poco raccomandabili e tantomeno convincenti, finalmente arriva Louise. Da subito approvata sia dalla piccola Mila con cui scatta una tenera complicità sin dalle prime battute, che dai genitori, quasi increduli di aver trovato una persona tanto affidabile e professionale. Presto Louise si dimostrerà gentile e premurosa, nonché capace di farsi comprendere e con fermezza ascoltare, sapendo anche quando è il momento di pronunciare quei “no” che aiutano a crescere.

Col tempo la sua presenza inizierà ad occupare un posto sempre più centrale nelle dinamiche familiari. Rinunciare ai suoi servizi e al prezioso aiuto nelle faccende domestiche diventerà quasi impossibile per tutta la famiglia, tanto da portarla persino in vacanza con sé in modo che possa occuparsi dei piccoli durante un soggiorno a Formentera.

Il presentimento

L’iniziale tenerezza è ben presto accompagnata dal presentimento ansiogeno che da un momento all’altro qualcosa di terribile potrebbe accadere. Per quanto Louise sia premurosa e dolce, lo spettatore si accorge che non è un innato desiderio di maternità a guidarla, ma una morbosa esigenza di compagnia e di evasione dalla solitudine. L’immagine della tata apparentemente perfetta si frantuma poco alla volta, sino a distruggersi completamente, schiacciata dalla depressione e da un’esistenza non più sostenibile influenzata da alcuni squilibri psichici.

Col passare dei minuti aumentano i presentimenti dello spettatore insieme a quelli dei genitori, fino a scoprire nel modo peggiore l’essenza malata di una tata all’apparenza perfetta, fino a concretizzarsi nel gesto più estremo.

Durante tutto il film, è trattata inoltre sullo sfondo anche la tematica della diversità sociale, in quanto Louise vive sola in un sobborgo economicamente svantaggiato, lontano dalla casa calda e accogliente in cui lavora ed è costretta tutti i giorni a un lungo tragitto sui mezzi pubblici.

Sicuramente il valore aggiunto del film si può individuare nell’interpretazione della protagonista Karin Viard, che per prima, consapevole della forza del racconto e sentendo il personaggio nelle sue corde, aveva acquistato i diritti del romanzo.

Il finale rimane relativamente aperto e sicuramente meno crudo di quel che è stato l’epilogo della triste storia vera a cui è ispirata la storia.

 

Chanson Douce

  • Anno: 2019
  • Durata: 100
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Lucie Borleteau