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‘One way or another’: straordinario ritratto di coppia in una Cuba post-rivoluzionaria

L'unico lungometraggio di Sara Gómez, anche aiuto regista di cineasti come Agnès Varda o il glorioso e compianto regista cubano Tomas Gutierrez Alea, costituisce un'altra occasione in cui l'artista cerca di sondare la posizione della donna nella società, talvolta aperta, più spesso retrograda, della Cuba post rivoluzionaria.

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Su MUBI è disponibile da pochi giorni un vero e proprio gioiello cinematografico: One way or another, l’unico lungometraggio della cineasta afrocubana Sara Gómez, prematuramente scomparsa all’età di trentun anni a seguito di un forte attacco di asma.

Il film mescola immagini documentaristiche rare a una storia di coppia, che permette alla regista di concentrarsi sulle convenzioni sociali dell’isola, improntate su un maschilismo e su preconcetti del tutto incongrui rispetto all’utopia della società idealizzata che molti intravedono ancor oggi pensando a Cuba.

La comunità che giudica e il processo alle intenzioni

Immagini di repertorio in bianco e nero, che raffigurano scorci di quotidianità nella capitale cubana agli inizi degli anni ’70, introducono la storia di una coppia che si conosce durante un processo sociale in cui il quartiere sta decidendo sul comportamento di un operaio protagonista di frequenti assenze ed omissioni.

É così che la maestra Yolanda incontra l’ostinato operaio di una ditta di trasporti di nome Mario, intransigente nel dimostrare il comportamento poco corretto dell’accusato.

Risultato immagine per one way or another mubi

L’attrazione che lega i due deve fare i conti con il carattere rigido di entrambi, laddove la maestrina si dimostra un po’ prevenuta nei confronti dei suoi alunni più poveri, mentre Mario si rivela un indefesso maschilista, incapace di tener a freno l’orgoglio che lo caratterizza e lo rende un ideale capobranco.

Ma la propensione al comando del ragazzo si troverà ad affrontare la forte carica di indipendenza della donna, facendo sì che il rapporto tra i due resti sempre a livelli incandescenti, ma pur sempre mantenuto in vita da una reciproca attrazione fisica notevole.

One way or another – la recensione del film

La pioniera afro-cubana Sara Gómez alterna apparentemente senza una regola precisa il materiale documentaristico in grado di immergere lo spettatore nella realtà affaccendata e brulicante de L’Havana, scandendo le preziose immagini di repertorio con le vicissitudini e le scaramucce amorose. In questa coppia di individui orgogliosi e in perenne battaglia nella difesa ognuno dei propri preconcetti come pilastro fondamentale per non farsi sottomettere dal partner.

Ne emerge un film spurio e difficile da classificare, che oggi, restaurato e riportato al suo nativo splendore, diviene il baluardo per la battaglia contro il maschilismo ed il sessismo che, nella Cuba di quegli anni, risultava una circostanza difficile a cui potersi sottrarre, soprattutto nei panni di una donna combattiva.

De Cierta Manera (One Way or Another) Dir. Sara Gómez - YouTube

Sullo sfondo, una società che si auto-analizza e si rimette in discussione, cercando di mantenere il confronto a livello di comunità, lavorando per mettere a punto un processo di revisione che poggi su una base collettiva. In cui solidarietà e senso di gruppo ne costituiscano i valori più evidenti.

One way or another

  • Anno: 1974
  • Durata: 74
  • Distribuzione: Mubi
  • Genere: Drammatico/Documentario
  • Nazionalita: Cuba
  • Regia: Sara Gómez