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Pier Francesco Favino. Sintonia tra corpo e mente ne ‘L’Ultima notte d’amore’

Un attore onesto e vero che vale certamente la pena di andare a vedere al cinema in un film ben costruito che in questi giorni sta riempiendo le sale cinematografiche

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Favino al cinema

Classe 1969, Pier Francesco Favino, nelle sale cinematografiche in questi giorni con il poliziesco L’ultima notte d’amore di Andrea di Stefano (che abbiamo intervistao un paio di giorni fa; ecco la Conversation), conferma con tutta evidenza di essere un grande attore. Nel ruolo di Franco Amore, un integerrimo poliziotto che, la notte prima di andare in pensione, si trova coinvolto, suo malgrado, ad attraversare una delle situazioni più complesse della sua vita.

Travolto da una sconcertante missione in compagnia di Francesco di Leva, l’interprete de Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone, Favino trasfigura il senso eroico del protagonista, ne evidenzia la fragilità e riesce a coglierne tutte le tonalità emotive, umane e professionali, riuscendo, non solo ad entrare nel personaggio, ma a diventare il personaggio stesso.

L'Ultima Notte di Amore, film e podcast di Andrea Di Stefano e Piefrancesco  Favino

Questo non sorprende dopo averlo visto nei panni di Tommaso Buscetta o di Bettino Craxi, efficace al punto da convincerci di avere sullo schermo loro stessi in carne ed ossa. Nonostante le storie note dei due personaggi, Favino ne sonda la profondità per conoscere l’estensione dei loro comportamenti e delle loro reazioni e riuscire così, non solo ad essere credibile in ognuno dei ruoli che interpreta, ma a tirare fuori dal cilindro le reazioni inespresse dei personaggi stessi senza mai esagerare o essere sopra le righe, e a sorprenderci. Fra le altre qualità che fanno di lui uno degli interpreti più apprezzati, spicca anche quella di saper mettere a nudo la fragilità dell’attore e del personaggio. 

Non teme di entrare in nessuna emozione. In ogni ruolo, in ogni intervista, non è mai volgare o disattento. Altra sua grande qualità è quella di riuscire a dare spazio agli altri attori, pur interpretando il ruolo del protagonista. Anche in questo poliziesco è talmente “bravo” da riuscire a far emergere le capacità degli altri senza offuscarne la recitazione; anzi, creando una sinergia per cui ognuno risulta un tassello importante per la riuscita finale dell’opera. Un tutto che vale più della somma delle singole parti. Che vesta i panni di un pentito o quelli di un anziano, di un buono o di un cattivo, di un introverso o di un estroverso, piuttosto che quelli di un poliziotto che sta per andare in pensione, Favino sa entrare nel corpo di colui che interpreta, non solo connotandolo di tonalità e velature vocali, ma anche usando gesti e posture in una perfetta sintonia fra corpo e mente.

L'ultima notte di Amore (ri)visto attraverso la fisicità malleabile di  Pierfrancesco Favino - Movieplayer.it

Un attore onesto e vero che vale certamente la pena di andare a vedere al cinema in un film ben costruito che in questi giorni sta riempiendo le sale cinematografiche.

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