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‘Io vivo altrove!’ Giuseppe Battiston per la sua prima volta alla regia

Giuseppe Battiston e Rolando Ravello in una commedia divertente e intelligente. Tratto da un romanzo di Flaubert ancora attuale

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io vivo altrove

Con Io vivo altrove! Giuseppe Battiston torna nell’Italia del Nord Est, ma per la prima volta come regista. Ne è anche interprete, insieme a Rolando Ravello, che qualche anno fa lo ha diretto nel film È per il tuo bene. Si sono scambiati i ruoli, per questa storia divertente, con un sottofondo di amarezza e tanta tenerezza.

Battiston ha curato la sceneggiatura insieme a Marco Pettenello, le cui scritture si sono più volte incontrate con la recitazione di Battiston. Per Zoran il mio nipote scemo, per esempio, Finché c’è prosecco c’è speranza o La sedia della felicità del grande Mazzacurati.

Io vivo altrove! La trama

Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto, e odiano entrambi la vita nella grande città. Si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, diventano amici e iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna, mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche.
Quando Biasutti eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del Nord Est, il sogno può finalmente diventare realtà: l’accoglienza in paese, però, si dimostra meno calorosa del previsto…(Trama ufficiale del film).

Io vivo altrove!

Giuseppe Battiston è Fausto Biasutti

Io vivo altrove! Entusiasmo e ingenuità

Io vivo altrove! è da scrivere assolutamente col punto esclamativo, a indicare l’entusiasmo dei due protagonisti. Un Candido al quadrato, per ingenuità e fiducia nel domani, che affondano le radici nel grigiore di un quotidiano divenuto insopportabile. Tanto da negare l’evidenza di una scelta non proprio azzeccata.

Se ne partono da Roma i due nuovi amici, a bordo di una panda rossa scassatella, con i loro pochi averi sul tettuccio e una pianta che non cresce e non muore dice Fausto Biasutti (Giuseppe Battiston). Come me!? Risponde l’altro Fausto (Rolando Ravello). No, ora non più.

Azzerare tutto il passato per ricominciare. Fausto Battiston è un bibliotecario vedovo che vuole imporre le sue letture agli utenti, Fausto Ravello legge i contatori del gas nelle case di chi non lo considera nemmeno e vive con la madre (che, a dirla tutta, non lo considera neppure lei).

Ma ancorarsi così fortemente all’utopia del futuro senza un sano esame di realtà significa essere proprio mona (parola che ricorre spesso nel film) o fuggire da un passato che si è fatto intollerabile?

Io vivo altrove! Fausto e Fausto

Fausto e Fausto sono cinquantenni che rivelano nel tempo (dietro l’ottimismo di uno, la malinconia dell’altro) il vuoto affettivo alle loro spalle: chi perché ha conosciuto l’amore e l’ha perduto, chi, s’intuisce, non l’ha mai sperimentato. In pochi momenti e pochi tocchi, come è giusto in una commedia dal tono leggero, si accenna alle loro tristezze, per poi riprendere subito la lievità della narrazione.

Biasutti continua a  guardare avanti con le grandi speranze che negano i ripetuti insuccessi, buttando le braccia al cielo nei suoi impeti di euforia; Perbellini si lascia coinvolgere, per la prima volta in vita sua, da slanci sconosciuti, che, si capisce, non sono nelle sue corde.

Sarà tre giorni Natale e festa tutto l’anno per Fausto Biasutti;  Fausto Perbellini si accontenta di attivare l’elettricità e aggiustare ciò che può, forte del suo diploma di perito tecnico.

Si sa, litigheranno prima o poi. Si tratta di capire solo come e quando, ma prima che la causa della rottura avvenga, noi capiamo già cosa succederà. Un paio di svolte o tre sono prevedibili, ma non per questo meno divertenti. E resta la curiosità di sapere se faranno pace o si separeranno.

L’aspetto veramente buffo di questa strana coppia è che Fausto e Fausto continuano a darsi del lei fino alla fine, e questo ci sorprende, ma ci fa ridere nello stesso tempo. Che poi è la resa narrativa del rapporto nei personaggi di Flaubert,  in Bouvard e Pécuchet, da cui è liberamente tratto il film. Che si danno del tu, ma non si chiamano mai per nome. Sono tra loro solo Bouvard e Pécuchet.

Bouvard e Pécuchet di Flaubert

Grande merito di Battiston averci stimolato a riprendere in mano questo libro della seconda metà dell’Ottocento, esilarante come pochi. Sembra impossibile sia stato scritto dallo stesso autore di Madame Bovary e L’educazione sentimentale.

Bouvard e Pécuche, due impiegati (scrivani) si conoscono su una panchina a Parigi, si frequentano, confidandosi e completandosi per tre anni, finché non vanno a vivere in campagna, vicino a Chavignolles (Normandia). Di qui una serie di disavventure che farebbero desistere chiunque, ma non loro. Perché il vero grande viaggio sarà quello nello scibile umano. Studiano di tutto, dalla chimica alla medicina, dall’archeologia alla filosofia, dalla letteratura alla sociologia. Tutto questo sapere però non basta a cambiare il mondo e alla fine del libro (che rimane incompiuto) si intuisce che i due torneranno a fare gli scrivani. Questo in base agli appunti di Flaubert, per cui non si è del tutto sicuri.

Giuseppe Basttiston e Rolando Rovello

Bell’operazione quella di Giuseppe Battiston  che, curando anche la sceneggiatura, ha riadattato i due strampalati personaggi a una dimensione attuale. Ne ha mantenuto la freschezza, la spontaneità, il candore. Non a caso, Flaubert era un grande ammiratore del Candido di Voltaire, che trovava geniale soprattutto nella fine: “Dobbiamo coltivare il nostro giardino”. Continueranno i due Fausto a coltivare il loro?

Città campagna

Oltre al tema dell’amicizia di due personaggi così dissimili (un Fausto sopra le righe e l’altro ripiegato su di sé), Io vivo altrove! (What a life! Il titolo internazionale) riprende quello del contrasto  tra città e campagna nell’immaginario di chiunque. I due fuggono dalla Parigi caotica di  Flaubert (nell’Ottocento!) e dalla Roma di oggi, dove la biblioteca di Biasutti si affaccia su un cavalcavia congestionato e facciate di palazzi popolari.

La prospettiva bucolica di Chavignolles, e nel film di Valvana, alla quale non si vuole sottrarre neanche un grammo di ebbrezza, è mitizzata al punto di non vedere le difficoltà che si sommano. Almeno nei loro comportamenti. Ciascuno vuole tenere vivo l’ardore dell’altro e forse anche il proprio, pur sapendo quanto la realizzazione del sogno sia inferiore alle aspettative. Se non altro quando devono vendere parte della proprietà per mantenersi.

In un saggio introduttivo a Bouvard e Pécuche di Flaubert, Sebastiano Vassalli sostiene che la letteratura ha ritenuto i due amici per troppo tempo stupidi, come la vita. Stupida come la vita, dice Flaubert a proposito della conclusione di Candido. Mentre in realtà hanno avuto il grande merito di svelare l’esagerata fiducia nei confronti del progresso dell’epoca in cui Flaubert scriveva.

Chissà se Giuseppe Battiston lo ha letto! Certo gli atteggiamenti naive di Fausto e Fausto rasentano la stoltezza. Ma non farebbero ridere e pensare, se non rappresentassero così smaccatamente il mito della semplicità, comprese le buone cose di  pessimo gusto (la casa ereditata dalla nonna, per esempio) in cui tanta letteratura, tanto cinema, tanto intellettualismo credono di potersi rifugiare, senza pagare nessun prezzo.

Io vivo altrove! è stato prodotto da Rosamont, Minimum Fax Media, Tucker Film, Rai Cinema, Staragara,  con il contributo del Ministero della Cultura,  e distribuito da Adler Entertainment.

In sala dal 19 Gennaio.

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Io vivo altrove!

  • Anno: 2023
  • Durata: 104 minuti
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia7Slovenia
  • Regia: Giuseppe Battiston
  • Data di uscita: 19-January-2023