Tratto dall’omonima opera del celebre compositore austriaco, Wolfagang Amadeus Mozart, Il Flauto Magico, diretto da Florian Sigl e con Iwan Rheon nei panni di Papageno, è disponibile su Chili.
Una favola di un tempo lontano torna in chiave contemporanea.
Il Flauto Magico, diretto da Florian Sigl e scritto da Andrew Lowery, è un piacevole film per l’intera famiglia. Un fantastico viaggio, con un registro moderno, alla riscoperta di un capolavoro operistico che non esaurisce mai il suo fascino.
La trama de Il Flauto Magico
Il diciassettenne Tim Walker (Jack Wolfe) si trasferisce da Londra alle Alpi austriache per frequentare la prestigiosa scuola musicale intitolata a Mozart. Poco dopo il suo arrivo, scopre un passaggio segreto che collega la scuola al mondo fantastico raccontato dal compositore in Il flauto magico.

L’origine popolare dell’opera
Da anni, ormai, la lirica è considerata musica colta e le cornici mondane dei suoi eventi la pongono distante anni luce dalla gente comune. Ma non è stato sempre così.
C’è stato un tempo, in cui le storie, i personaggi e la musica delle opere erano arcinote presso il popolo. Il cinema, in più di un’occasione, ha offerto la possibilità di toccare con mano come il repertorio lirico era conosciuto anche in classi sociali popolari. In Totòtruffa, con protagonista il Principe della risata e Nino Taranto, c’è una spassosa gag che si rifà esplicitamente a Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.
Il film fu realizzato per il grande pubblico e inserire una scena comica, con chiari riferimenti alla lirica, indica che tale allusione era comprensibile per tutti.
La magia de Il Flauto Magico
Il Flauto Magico di Florian Sigl è apprezzabile proprio per il suo tentativo, riuscito alla perfezione, di rendere alla portata di tutti un’opera grandiosa, musicata da Mozart nel 1791.
Il film riesce a ricreare la magia della musica nata, più di trecento anni fa, dalla formidabile arte del compositore austriaco e a rileggere la storia del libretto di Emanuel Schikaneder.
Ma il maggior merito di Florian Sigl (Gone underground) è quello di aver scelto, come pubblico privilegiato, i giovanissimi, proprio come fece Ingmar Bergman nella sua versione cinematografica dell’opera mozartiana. Nel film del regista svedese, alle peripezie del Principe Tamino venivano alternate le immagini di una platea composta da bambini di ogni angolo della terra. Il messaggio era forte e chiaro: Il Flauto Magico è indirizzato ai giovanissimi.
E, dunque, Florian Sigl percorre la stessa strada, anzi sorpassa Bergman, ponendo dei giovani adolescenti come protagonisti del suo film.

Un mondo favoloso
Tim entra nella prestigiosa scuola musicale intitolata a Mozart per coronare il suo sogno di diventare un cantante lirico, per seguire le orme del padre. Quest’ultimo, prima di morire, gli consegna una rara edizione de Il Flauto Magico sottratto anni prima alla biblioteca della prestigiosa accademia.
Ma, quando il ragazzo ripone il libro al suo posto, si apre un varco magico che lo risucchia in un meraviglioso mondo. E qui Tim riesce a scappare da un serpente malefico, grazie all’aiuto delle tre dame e poi conosce Papageno, che lo scambia per il principe Tamino. Inizia così l’avventurosa missione per salvare Pamina (Asha Banks).
Il film poi procede senza distanziarsi troppo dall’originale mozartiano, con alcune modifiche per rendere l’opera adatta al linguaggio cinematografico. Qualche effetto speciale, semplificazione delle principali arie e l’introduzione di una vicenda parallela, con il protagonista alle prese con le difficoltà della vita reale, all’interno della scuola.

I sogni da seguire
Se nel fantastico mondo de Il Flauto Magico, Tim, diventato Tamino, può contare sul singolare sostegno di Papageno; nel mondo reale ha come alleato il timido Paolo. Qui però non c’è da salvare una principessa, ma conquistare il cuore della giovane e ribelle Sophie (Niamh McCormack). E soprattutto fare la scelta giusta nel seguire i propri sogni, senza prendersi troppo sul serio, godendosi la spensieratezza di un’età che non tornerà più.
Con questa traccia parallela il film diventa molto attuale e, senza essere eccessivamente didascalico, riesce a trasmettere il suo messaggio di amore e solidarietà. Il regista, gli autori e la produzione (Centropolis Entertainment e Flimmer) realizzano una trasposizione cinematografica di un’opera intramontabile, utilizzando un cast ben assortito e brillante. Bravissimi tutti gli interpreti, che passano con disinvoltura dal recitativo al canto, dimostrando una straordinaria versatilità.
Da non perdere una delle performance finali, dove Papageno incontra finalmente la sua Papagena, interpretata da una bravissima Stefi Celma (Proiettile vagante 2). L’attrice e cantante francese in pochi minuti, tanto dura la sua esibizione, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore.
Il Flauto Magico di Florian Sigl è un film che diventa un invito stuzzicante rivolto ai giovanissimi, per incitarli a intraprendere un affascinante viaggio nel mondo della lirica, che riserva ancora innumerevoli sorprese.