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In Sala

Hysteria

Tutti sanno che il vibratore venne inventato verso la fine dell’Ottocento per soddisfare mogli borghesi e annoiate, ma quasi nessuno conosce la sua vera storia. Tanya Wexler decide di raccontarla realizzando una pellicola ironica e divertente che antepone i buoni sentimenti ai risvolti più curiosi e piccanti della vicenda

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Anno: 2011

Distribuzione: BIM

Durata: 100′

Nazionalità: Germania, Francia, Gran Bretagna

Regia: Tanya Wexler

 

Tutti sanno che il vibratore venne inventato verso la fine dell’Ottocento per soddisfare mogli borghesi e annoiate, ma quasi nessuno conosce la sua vera storia. Tanya Wexler, regista di Ball in the House, decide di raccontarla realizzando Hysteria, una pellicola ironica e divertente che antepone i buoni sentimenti ai risvolti più curiosi e piccanti della vicenda.

Londra, 1890. Mortimer Granville è un giovane medico che, per colpa della sua sensibilità e della sua voglia di innovazione (medica e tecnologica), perde il lavoro. Dopo aver cercato in lungo e in largo, il ragazzo viene assunto dal Dottor Dalrymple, un medico specializzato nella cura dell’isteria femminile dovuta all’eccessiva repressione sessuale imperante nella Londra vittoriana. Dalrymple, dunque, “massaggia manualmente” le sue pazienti per stimolare il sistema nervoso delle donne e mettere fine a quella che viene considerata, a tutti gli effetti, la “piaga del tempo”. Il giovane medico impara la pratica ma, quando inizia a soffrire di crampi alla mano, il suo capo lo licenzia. Mortimer è afflitto dal dolore finché il suo strambo amico Edmund inventa lo “spolverino elettrico” e lui ha una grande idea….

Non era facile, dunque, riuscire a realizzare una pellicola come Hysteria senza cadere nella trappola della banalità (che, spesso, coincide con la volgarità) e dei luoghi comuni. La bravura degli sceneggiatori Jonah Lisa Dyer e Stephen Dyer, però, è tutta rinchiusa nel confezionamento di un’opera che si pone a metà strada tra un ritratto storico e una commedia dei buoni sentimenti. La pellicola, estremamente britannica nei toni, nello stile, nei ritmi e persino nello humor soggiacente ad ogni battuta, trova il suo maggior rappresentante in Rupert Everett, un attore brillante e ironico che riesce a conferire divertissement solo con la propria statuaria ed elegante presenza.

Il protagonista, interpretato da un brillante e, contemporaneamente, impacciato Hugh Dancy, è il rappresentante per eccellenza delle buone maniere e della galanteria che contraddistingueva gli uomini borghesi della fine dell’Ottocento. E, proprio a causa della sua ostinazione a seguire le regole del buon costume, Mortimer mette gli occhi sulla Miss Dalrymple sbagliata: Emily è una donna modello, una ragazza studiosa ed educata ma priva di qualsiasi vitalità. Sua sorella Charlotte, invece, è una suffragetta sensibile ai problemi della povera gente cui si concede anima e corpo, in perenne conflitto con il padre conservatore. Una Maggie Gyllenhaal magistrale, attraente e solare come mai prima d’ora, una donna cui è davvero impossibile resistere.

Martina Calcabrini

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