‘The Lost King’: un re finito sotto un parcheggio assieme alla gloria
Ispirato a una storia vera sul ritrovamento dei resti di Riccardo III a Leicester nel 2012 dopo 500 anni il film, in un racconto contemporaneo, insegna come la storia non sia sempre con la Esse maiuscola e come la cultura e lo studio guariscano da tutte le malattie
Presentato alla Festa del cinema di Roma, The Lost King è il nuovo lavoro di Stephen Frears, ispirato al ritrovamento dei resti di Riccardo III a Leicester nel 2012. Racconto storico e contemporaneo, scritto da Steven Coogan narra di come la storia non sia sempre con la Esse maiuscola. Da oggi è disponibile in streaming su SKY e NOW TV.
Finire sotto a un parcheggio può essere la fine di un re!
E’ questo il caso di Riccardo III, descritto come usurpatore, i cui resti si credevano dispersi in un ruscellino, in realtà stavano sotto un centro disabili. La pellicola insegna davvero che la passione può andare più distante del ruolo.
Riccardo III Plantageneto, ultimo discendente degli York, è colui che rimase famoso, non solo per la frangetta modello, e per la nota frase: “Il mio regno per un cavallo”, ma anche per aver introdotto nei codici giuridici inglesi la frase “Uno è innocente fino a propria contraria”.
Oltre a ciò rimasero primarie le voci, mai provate, che iniziarono a circolare sull’aver ordinato la morte di suoi nipoti, dando vita alla leggenda dei Principi nella Torre, probabilmente inventata dai Tudor per screditarlo. Rimane quindi nella storia, non solo inglese, personaggio enigmatico e indecifrabile.
Basato su una storia vera, quella di Philippa, una tenace amateur, appassionata di storia, visionaria, sofferente di acute mialgie dovute allo stress, incompresa sia in famiglia che al lavoro, trova la sua rivincita riesumando, dopo 500 anni sotto a un parcheggio, i resti di Riccardo III. Andando contro tutto e tutti, universitari, accademici inutili, politici, burocrazia, marito, figli, lottando per non passare per matta, grazie a molto studio e alla solidarietà, non solo economica, del fun club di Riccardo III, riesce a fare la scoperta del secolo.
La storia e quindi la pellicola, insegnano a non perdere mai la speranza, né a fidarsi ciecamente della memoria seppur ‘storica’. Credere nelle proprie visioni è un altro degli interessanti messaggi che il film ‘sbandiera’, dando importanti spazi ad energie sottili e invisibili.
‘The lost king’ aiuta anche a riflettere sull’impossibilità di fermare un femminile bruttino, testardo e intelligente, ribadendo peraltro che il potere va sempre a quelli che non hanno gli strumenti intellettuali per sfruttarlo, solitamente maschi alfa, ma cerebralmente zeta.
La potenza dell’invisibile e del magico
Un film che racconta anche la potenza dell’invisibile, delle energie sottili che attorniano l’essere umano e che a volte regolano i miracoli che avvengono, senza che uno ne sia del tutto consapevole. La capacità di ascoltarsi e credere in se stessi è fondamentale non solo per vivere felici, cosa che la protagonista riesce finalmente a fare quando smette di obbedire e vivere per gli altri, ma anche quando capisce che la sua diversità è la sua forza.
Portare alla luce il fatto che i racconti che si fanno su una persona a volte precedono la verità di essa è un altro dei punti su cui la protagonista si è battuta.
La storia sbaglia. E lo fa anche la descrizione politica e sociale di un personaggio. Così come oggi si usa twitter o facebook per affossare un avversario, all’epoca era la letteratura, la commissione di un libro, a definirne la storia, spesso romanzata, inventata appunto. Riccardo III in realtà non era cattivo, ma lo era la leggenda costruita su di lui. Persino Shakespeare, 100 anni dopo la morte dell’affascinante re, ebbe delle colpe nel suo narrato.
Dimostrando che la storia è fatta dai vivi, si dimostra anche che non sempre i morti hanno diritto di replica.
Il film sostiene poi perfettamente come Archeologia, Storia, Letteratura, Teatro e Arte in genere contribuiscano a salvare la vita.
‘The Lost King’: la sinossi
Nel 2012, dopo 500 anni in cui erano stati dati per persi, i resti di re Riccardo III vengono ritrovati sotto un parcheggio di Leicester. La ricerca è stata orchestrata da una casalinga di Edimburgo, Philippa Langley. La scoperta è la summa di anni di ossessive indagini, durante i quali si è guadagnata l’incomprensione di amici e familiari e lo scetticismo di esperti e accademici.
Chi é Stephen Arthur Frears?
Sofisticato regista inglese, Frears ha ottenuto due candidature all’Oscar al miglior regista: nel 1991 per Rischiose abitudini e nel 2007 per The Queen – La regina.
Curiosità. Forte del fatto che spesso ‘Chi non sa insegna’ e combattendo un’Università intera,
Philippa ha anche scritto un romanzo.
Philippa Langley e Michael Jones narrano l’incredibile, ma vera storia della ricerca del re perduto. Dopo essere stata screditata, non ascoltata, derisa, insultata il climax che legittima lei e il suo re perduto, avviene in un parcheggio a Leicester, sotto una gigante R nell’asfalto che è letta come iniziale di Richard dalla protagonista, quando in realtà sembrava significare solo riservato.
Anni di ricerca e dedizione sulla vita e la morte di Riccardo III nel XV secolo hanno portato questo è un ritratto a una scoperta archeologica che modifica la storia non solo inglese del monarca più controverso e raccontato.
La regia di Stephen Frears di ‘The Lost King’
‘The Lost King’: il cast
Frears ben dirige lo scritto di Steve Coogan e Jeff Pope.Sally Hawkins e gli attori sono ben diretti e credibili nei ruoli. Sally nel ruolo di Philippa rappresenta perfettamente diversità e visione di una appassionata che rinasce solo attraverso la cultura, la ricerca lo studio.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
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