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‘Quel posto nel tempo’ di Giuseppe Nuzzo, la recensione

Toccante storia incentrata sull'Alzheimer, sulla forza dei ricordi, e le belle e difficili relazioni interpersonali

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Quel posto nel tempo

Presentato in anteprima al Festival di Venezia, Quel posto nel tempo di Giuseppe Alessio Nuzzo e con Leo Gullotta sarà distribuito, dalla Nexo Digital, a partire dal 21 settembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer. Il film di Nuzzo, scritto dello stesso regista in collaborazione con Giovanni Mazzitelli ed Eitan Pitigliani, vuol rendere tangibile agli spettatori la degenerativa malattia che cancella inesorabilmente la memoria.

Fitto di visive metafore, che confermano le doti registiche del giovane regista partenopeo, ha anche il pregio di avere come protagonista un ottimo Leo Gullotta, che nel ruolo più complesso della sua lunga carriera, conferma le sue capacità drammatiche, dando anche al personaggio quel giusto tocco di fragilità emotiva.

Un’opera che da un lato affianca per tematica The Father – Nulla è come sembra (The Father, 2020) di Florian Zeller e con Anthony Hopkins, ma dall’altro si discosta enormemente, proprio perché tira fuori i sentimenti memoriali che scaturiscono dalla malattia.

Un toccante e intimo film sull’Alzheimer, con un bravissimo Leo Gullotta

Quel posto nel tempo

Quel posto nel tempo, la trama

Mario (Leo Gullotta), direttore d’orchestra in pensione, trascorre i suoi giorni in resort di lusso nel sud dell’Inghilterra. Soffre da tempo di Alzheimer e viene spesso assalito da ricordi improvvisi che poi, puntualmente, dimentica.

Vive con la paura che la malattia possa cancellare il suo passato, fatto di fama e di successi. Ma soprattutto dell’amore di sua moglie Amelia (Giovanna Rei), morta anni prima, e di sua figlia Michela (Beatrice Arnera) che spera un giorno di ritrovare in un posto lontano dal tempo…

La realtà si confonde tra flashback e visioni immaginarie, fino a portare lo spettatore a vivere in prima persona, attraverso gli occhi del protagonista, il terrore della malattia.

Quel posto nel tempo

Quel posto nel tempo, viaggio nell’Alzheimer

Alla base del lungometraggio ci sono due opere precedenti di Nuzzo: il cortometraggio Lettera a mia figlia (2016) e il documentario Manuale sull’Alzheimer (2019). Se il primo era un approccio personalissimo e intimo (attingendo dalla storia della nonna), che ha vinto oltre 120 riconoscimenti nei festival internazionali, il documentario è un’analisi esterna, didattica, per comprendere e far comprendere la malattia.

Pertanto Quel posto nel tempo può essere interpretato anche come una sintesi che raccoglie le due opere precedenti, che attraverso un racconto – fittizio – intimo, ovvero la tragedia di Mario, rende palpabile il disgregamento della memoria con un’osservazione esterna.

Il dolore della malattia è ancor più profondo perché il protagonista è cosciente di ciò che gli sta capitando, nei suoi ormai rari momenti di lucidità, ed è per questo che soffre. Per costruire questo viaggio nella malattia, il film si muove su quattro spazi temporali: il presente, il passato, l’onirismo e il futuro sognato.

Da un primo approccio esterno, piano piano entriamo nella mente di Mario, e anche noi riusciamo a vivere assieme a lui i suoi sfalsamenti tra realtà e immaginazione. Possiamo percepire la sua debolezza fisica e la sua solitudine, poiché rimasto solo. Un’emarginazione non voluta, ma accaduta nel peggior modo. E Giuseppe Nuzzo mostra visivamente bene questa lenta dissolvenza di Mario dalla realtà, utilizzando la città di Napoli in modo inedito: notturna, vuota, quasi surreale.

Quel posto nel tempo

 Le relazioni interpersonali, belle e complicate

Racconto incentrato sull’Alzheimer che deperisce il protagonista, ma anche carica storia sulle relazioni interpersonali tra Mario e la moglie e tra Mario e la figlia. Da un lato un amore bellissimo precocemente stroncato, che fa soffrire ancora il protagonista (tra gli ultimi pezzi della sua memoria, ci sono i momenti vissuti con la moglie Amelia e l’accidentale morte), e dall’altro il difficoltoso rapporto con la figlia Michela, che non è riuscito ricucire prima della tragedia.

Il rapporto con la figlia è anche frutto di un’incomunicabilità, nata dal primo dolore che ha afflitto e dato un primo duro colpo alla vita di Mario, e che purtroppo si è ripercossa su Michela, che era ancora piccola e non riusciva adafferrare completamente il modo di (re)agire del padre. Ma è pur vero che l’atteggiamento di Mario, all’inizio, non è del tutto scusabile, poiché si ravvisa un suo piccolo egocentrismo, rinchiudendosi nella composizione musicale, per cercare un’eternità.

A interpretare la moglie Amelia c’è Giovanna Rei, che la vediamo sempre attraverso i ricordi e gli onirismi di Mario. Una bellezza eterea, sinonimo di quella tranquillità e dolcezza perduta. Mentre Michela è interpretata dalla giovane Beatrice Arnera, che lavora di sottrazione, dando al personaggio quella durezza che si acquisisce nella vita.

 

 

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Quel posto nel tempo

  • Anno: 2022
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Data di uscita: 21-September-2022