‘Bang Bang Baby’ la recensione della serie televisiva di Amazon Prime Video
La recensione di Bang Bang Baby, la serie televisiva in dieci episodi disponibile sul catalogo Amazon Prime Video dal 28 aprile. Protagonista è Alice (Arianna Becheroni), una ragazza di sedici anni, timida e insicura, che entra a far parte di una banda della criminalità organizzata per conquistare l'amore del padre.
Bang Bang Baby, la seconda serie televisiva italiana di Amazon Prime Video, dopo Vita di Carlo, è disponibile sul catalogo dal 28 aprile. La serie, prodotta da The Apartment e Wildside, composta da dieci episodi, diretta da Michele Alhaique, Margherita Ferri e Giuseppe Bonito, vede come protagonista Arianna Becheroni nei panni di Alice Giammatteo, una ragazza di sedici anni, timida e insicura, che viene a conoscenza che suo padre, che credeva morto, è in realtà in carcere. L’uomo appartiene a un’importante famiglia della criminalità organizzata.
Il racconto dell’adolescenza all’età adulta nella serie Bang Bang Baby
Fa parte di un progetto ambizioso Bang Bang baby, ideato e scritto da Andrea Di Stefano insieme a ValentinaGaddi e a Sebastiano Melloni, poiché racconta il percorso di crescita di una timida adolescente, ignara della famiglia di origine del padre, che tra l’altro credeva defunto, appartenente a una famiglia della ‘ndrangheta calabrese. L’impressione che si ha nel vedere i primi cinque episodi della serie (il secondo blocco sarà disponibile dal 19 maggio) è quello di un prodotto curato nei minimi dettagli.
L’idea nasce da Andrea Di Stefano dopo aver letto L’intoccabile, il romanzo di Marisa Merico, edito da Sperling&Kupfer, che sceglie di soffermarsi sul percorso di crescita di una ragazza di sedici anni, cresciuta con la madre, un’operaia femminista, che l’ha preservata da eventuali contatti con la famiglia paterna, i Barone, una potente famiglia della ‘ndrangheta calabrese, trapiantata a Milano. La nonna Lina, interpretata da una bravissima Dora Romano, attrice campana che sfodera con grande bravura un accento calabrese, è la leader della famiglia Barone, madre di Santo (Adriano Giannini).
Una serie crime che si differenzia dalle altre
Di serie crime ce ne sono tante, basti citare Gomorra o Suburra, ma Bang Bang Baby si differenzia dalle altre per le immagini suggestive, grazie alla meravigliosa fotografia di Daria D’Antonio, Timothy Aliprandi e Vittorio Omodei Zorini, i costumi di Luca Canfora e la scenografia di Tamara Marini che ci immergono nella magica atmosfera della Milano degli anni Ottanta, influenzata in maniera vorticosa dalla cultura pop. La mdp si muove seguendo il flusso emotivo di Alice, senza mai essere puramente descrittiva.
L’intento della serie è quello di prendere lo spettatore per mano e condurlo nel caleidoscopico mondo di Alice, in cui dominano la musica e la cultura degli anni Ottanta, quelle che hanno reso celebre la Milano da bere, mostrandogli in maniera grottesca e surreale il mondo della criminalità organizzata. Le Big Babol, il poster delle Charlie’s Angels, Cher, George Micheal e i cantanti italiani che sono stati in pole position nell’ambiente discografico fanno parte del racconto di formazione di questa timida e insicura sedicenne, e ci regalano un prodotto che non sbaglia un colpo. Anche la colonna sonora è curata nei minimi dettagli. Fra i tanti titoli spicca L’eccezione di Madame.