‘Deliver us from evil’ con un inaspettato (e spietato!) Lee Jung-jae
La seconda serata del Korea Film Fest 2022 ha visto la consegna del più che meritato premio all'attore Lee Jung-jae, incredibile "cattivo" nel film di Hong Won-chan
Un Lee Jung-jae, ospite d’onore della serata, ma anche dell’edizione 2022 del Korea Film Fest con una retrospettiva, in una veste molto particolare per il suo ruolo in Deliver us from evil. Se il volto dell’attore è quello di un simpatico coreano di 50 (!) anni e se con il celebre Squid Game lo abbiamo apprezzato per la sua magnanimità e bontà, nel film di Hong Won-chan assume vesti opposte. E si trasforma in uno spietato killer.
La trama di Deliver us from evil con Lee Jung-jae
Dopo uno scioccante caso di rapimento in Thailandia In-nam, un ex agente delle operazioni segrete diventato ora mercenario, scopre che quel crimine riguarda qualcuno a lui molto vicino e decide di recarsi a Bangkok. Nel frattempo Ray, criminale della Yakuza, scopre che In-nam è stata una delle persone che ha ucciso suo fratello in Giappone e farà di tutto per vendicarsi. (Fonte: Korea Film Fest)
Un thriller d’azione
Etichettato, appunto, come thriller e film d’azione, il lungometraggio di Hong Won-chan mescola sapientemente i due generi, inserendo anche momenti divertenti e momenti ai limiti dello splatter. Una corsa contro il tempo che vede due schieramenti. Ma per chi fare il tifo? Per il buono che poi tanto buono non è o per lo spietato killer assetato di vendetta che resta coerente con le proprie decisioni e azioni per tutta la durata del film?
Hwang Jung-Min e Lee Jung-Jae: i due protagonisti di Deliver us from evil
Oltre alla struttura della storia e alla sceneggiatura con continui intrecci, tutto ruota intorno ai due personaggi principali: In-nam e Ray. Bravissimi gli interpreti, sia Hwang Jung-Min che Lee Jung-jae. Perfette, tecnicamente parlando, le scene d’azione che li vedono protagonisti. E perfette anche le loro interpretazioni. Spesso al limite del reale, i due si trovano a lottare da soli contro decine di avversari. Scene che, come ha affermato lo stesso spietato interprete, hanno richiesto una lunga preparazione. Una in particolare è quella che colpisce: dopo una lotta all’ultimo sangue, Ray prende del ghiaccio che si trova in un apposito recipiente e se lo passa più volte intorno al viso, per rinfrescarsi e lavare via il sangue. Impossibile non rimanerne incantati.
La costruzione dei personaggi
L’abilità del regista è quella di farci entrare in contatto con i personaggi, pur non sapendo nulla di loro. Qualcosa su In-nam, si può intuire, ma di Ray, oltre al fatto che è il fratello della vittima, non sappiamo niente. Per questo motivo Lee Jung-jae ha lavorato a stretto contatto con il regista di Deliver us from evil arrivando a proporre atteggiamenti, modi di fare e anche accessori, tatuaggi e vestiario. Il tutto per una contestualizzazione che doveva andare di pari passo con l’ambientazione di Bangkok, resa magnificamente dalla scelta dei colori.
Tematiche d’impatto
La potenza delle immagini è una delle caratteristiche principali del Deliver us from evil con Lee Jung-jae. Una potenza che fa riferimento alla violenza delle scene che tendono allo splatter e, in alcuni casi, anche all’horror. Ma anche una violenza soltanto accennata. La si intuisce, ma non ci viene mostrata fino in fondo, come nel caso delle torture subite dai bambini. Sfruttando lo shock provocato nello spettatore, Hong Won-chan porta alla luce temi importanti, riesce a far empatizzare con i personaggi coinvolti e mostra la spietatezza di un mondo reale, ma sconosciuto ai più.
Lee Jung-jae in Deliver us from evil: un cattivo che ruba la scena
Senza nulla togliere al protagonista che interpreta In-nam, è senza dubbio Ray il personaggio più interessante dell’intera vicenda. La cattiveria, la spietatezza e il non fermarsi letteralmente davanti a niente e nessuno sono le sue caratteristiche principali. Che, come già detto, restano coerenti per tutto il film. E che, proprio per questo, lo fanno apprezzare ancora di più. Un vero cattivo più che convincente. Una prova d’attore incredibile da parte di Lee Jung-jae che si è divertito molto a interpretare Ray, conosciuto prima di Squid Game. A tal proposito, infatti, ha commentato:
Per poter interpretare il “buono” in Squid Game ho dovuto provare a fare il cattivo.
E ci è decisamente riuscito!
L’importanza della lingua
Ultimo elemento, ma non meno importante, l’utilizzo di una lingua composita. Non c’è solo il coreano: in più occasioni si mescolano coreano, giapponese, cinese e non solo perché è l’origine dei personaggi a richiederlo. Al di là quindi della preparazione dei personaggi, questo continuo cambio di lingua dà anche vita a momenti spassosi che strappano una risata in mezzo all’azione e alla drammaticità del racconto. Uno su tutti quello della traduzione alla stazione di polizia: degna dei migliori film comici.
Il trailer
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