
Anno: 2011
Distribuzione: Noodles Production
Durata:82’
Genere: Drammatico
Nazionalità: Francia
Regia: Gilles Martinerie
Si schiude una porta nella penombra di una stanza e per un istante il profilo di un bambino si affaccia a scrutare ciò che vi capita all’interno. Poi, di fronte allo spettatore, dirompe l’estate francese: pioggia, pedalate, campagne, sentieri, laghi e grandi distese battute da due fratellini di undici e sette anni, Xavier (Quentin Grosset) e Jacques (Paul François). La macchina da presa li rincorre nelle loro avventure selvatiche, indugia sulle scoperte di questi esploratori impavidi assecondandone i movimenti: le corse, le rotolate, le nuotate, lo sguardo che insegue una lucertola tra i sassi, il polso che stana un calabrone, i piedi che dondolano sul ciglio dell’acqua. E cattura i minuscoli dettagli: il cinguettare degli uccellini e la goccia che stilla dalle lenzuola frizionate un attimo prima di essere stese al sole. In un gioco di colori e di luci che sembra richiamare lo stile pittorico impressionista.
È bella, potente, intensa, l’opera prima di Gilles Martinerie, scritta insieme con Nicolas Peufaillit (César 2010 della migliore sceneggiatura originale per Il profeta) e in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2011 nella sezione Alice in città.
Uniti da un legame esclusivo, suggellato in un ambiente familiare deprivato e senza regole, i bambini vivono con una donna anziana e con un papà spento e taciturno che non esercita alcuna autorevolezza su di loro. Si tuffano in una natura verdeggiante che li avvolge e che, lungi dal costituire un mero sfondo, viene inequivocabilmente eletta dal regista a terza protagonista della storia. Madre universale, espressione di un’energia primigenia e fertile, la natura li accoglie sul suo grembo quando, accoccolati nella luce tenue del giorno ancora da venire, si interrogano sull’esistenza di un’entità superiore che regola l’universo.
Un giorno i fratellini scoprono accidentalmente che alla fine dell’estate verranno separati e che Jacques sarà trasferito in un Istituto Speciale in città. Lo scenario di un’imminente separazione scatena la furia giovane e indomita di Xavier, che non si rassegna all’idea di separarsi da Jacques e vi si oppone con irrefrenabile ostinazione. Mosso ad agire da un impulso radicale e potente che sembra originarsi in quell’area più inconsapevole del mentale, Xavier è drammaticamente pronto a tutto pur di tenere il fratello con sé, lontano da un mondo che sente nemico e contro il quale è ingaggiato in un conflitto inconciliabile, come un eroe tragico. E come un eroe tragico va incontro al proprio destino: annientare ciò che ama. “Picchi il tuo miglior amico, dici di amare gli animali e li uccidi…hai il diavolo in corpo…”, commenta in una scena il padre, inerme di fronte al figlio.
Favorito dalla recitazione intensa e commovente dei due giovani attori, Gilles Martinerie ha realizzato un’opera prima di struggente bellezza, indovinando tutti i tempi della narrazione e fornendo allo spettatore degli indizi sulla storia senza mai renderla prevedibile: gli oggetti ritornano nel susseguirsi delle scene e svolgono delle funzioni all’interno del racconto, tutti fatalmente al servizio del disegno che si deve compiere.
Manuela Materdomini