For Life, la serie televisiva in tredici episodi creata da HankSteinberg (disponibile su Netflix dal 2 gennaio), si ispira liberamente al caso giudiziario di Isaac Wright Jr., condannato all’ergastolo nel 1991 per un crimine che non ha commesso.
La seconda stagione, tuttora inedita in Italia, comprende dieci episodi, girati negli Stati Uniti nel 2020.
For Life: la trama
La storia ruota attorno ad Aaron Wallace (Nicholas Pinnock), proprietario di alcune discoteche, che viene accusato di un crimine che non ha commesso. L’uomo, costretto a scontare una condanna per ergastolo per una serie di loschi traffici di droga, si ritrova a vivere una realtà che non conosceva.
La reclusione permette ad Aaron di studiare legge per diventare avvocato. Dopo aver completato gli studi, inizia a difendere alcuni detenuti, supportato da Safiya Masry (Indira Varma), la direttrice del carcere, una donna dal carattere forte e sposata con Anya Harrison (Mary Stuart Masterson), che concorre per l’incarico di procuratore generale dello stato di New York.
La recensione:
Partendo da un caso giudiziario realmente accaduto, lo showrunner Hank Steinberg (The Nine, The Last Ship) costruisce un’avvincente sceneggiatura incentrata sull’ingiustizia di dover scontare una pena per un crimine non commesso, arrivando a toccare con grande delicatezza importanti temi come quello della discriminazione razziale e sessuale.
Nicholas Pinnock (Barbarians – Roma sotto attaccato, Criminal: Regno Unito) riesce con bravura a dare anima e corpo a un uomo che cerca in tutti i modi di riscattarsi, venendo fuori da un’accusa che non gli lascia nessuna possibilità di potersi difendere.
Profondamente deluso dalla moglie Marie (Joy Bryant) che non si sente di proseguire il matrimonio (inizia una relazione con Darius, il suo migliore amico), Aaron intraprende un lungo percorso che lo porterà a conseguire gli studi in legge per diventare avvocato e difendere i più deboli.
Il mondo del carcere
La struttura narrativa ci immerge nel mondo del carcere, mostrandoci la vita dei detenuti, le atroci ingiustizie e le mille difficoltà della detenzione. Ogni singolo episodio è incentrato su un caso che viene risolto, con flashback che mostrano alcuni avvenimenti capitati nel passato ai protagonisti. Ma soprattutto viene descritta la difficile situazione in cui versano le persone di colore non benestanti, vittime di un razzismo imperante.
La serie, per certi versi, riprende vagamente il tema di Orange is the New Black, serial in cui vengono mostrate le numerose difficoltà del sistema carcerario, la vita condotta dai detenuti e il loro percorso di reinserimento sociale.
Lodevoli le interpretazioni di Indira Varma e di Boris McGiver che veste i panni del perfido procuratore Glen Maskins. L’uomo, che ha accusato ingiustamente Aaron, nasconde diversi scheletri nell’armadio ed è profondamente invidioso del successo professionale che il suo ‘nemico’ sta vivendo.
For Life è una serie originale che, attraverso una solida sceneggiatura e le convincenti interpretazioni dei suoi interpreti, ci introduce nel mondo dei detenuti, mostrandoci una realtà fatta di ingiustizie e in cui, accanto ai detenuti che hanno commesso gravi crimini, ci sono soprattutto coloro che lottano per dimostrare la propria innocenza.
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