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‘Il ballo delle pazze’ di Mélanie Laurent su Prime Video: tra spiriti dell’aldilà e spiriti ribelli

Il thriller da empowerment di Mélanie Laurent, presentato al Festival di Toronto, ambienta nella Parigi positivista e perbenista di fine '800 la persecuzione di una donna che si scopre sensitiva e viene rinchiusa in una clinica per disturbi mentali

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il ballo delle pazze

Il rintocco delle campane a morto: al funerale, la donna, ripresa di spalle e vestita di fine sartoria borghese, quasi è inghiottita dalla folla. Se non la isolasse la macchina da presa, zoomando con tagli del montaggio. Sarà lei, Eugénie (Lou de Laâge), di cui ancora non vediamo il viso, la protagonista de Il ballo delle pazze (Le Bal des folles), approdato su Prime Video dopo la presentazione al Toronto International Film Festival. Scritto, diretto e interpretato da Mélanie Laurent, il film inizia dunque – e non sembra un caso – in presenza di un defunto.

La giovane, scopriamo precocemente, vede e sente gli spiriti. E se il racconto comincia all’ombra della morte, altrettanto presto si capisce che Eugénie è una donna piena di vita. Anche troppa, per il padre burbero e conformista, che le avrebbe probabilmente vietato di partecipare al rito funebre dello scrittore: un certo Victor Hugo. Alla cena, dall’atmosfera quasi più luttuosa del funerale, Eugénie deve mentire al genitore, che certo la preferirebbe casa e chiesa. E basta quella bugia bianca, il sorriso d’intesa col più condiscendente fratello e la chiara vivacità dello sguardo indomito, per capire che la ragazza ha spirito da vendere. Un bel problema, in quella famiglia; e di quei tempi.

La trama de Il ballo delle pazze

Parigi, 1885. Eugénie scopre di avere un dono: percepisce voce e presenza dei morti. Quando la famiglia viene al corrente del segreto, l’inflessibile padre (Cédric Kahn) la porta con l’inganno alla clinica “La Pitié Salpêtrière”, nonostante la muta opposizione dell’affezionato fratello (Benjamin Voisin). Qui, qualcuna è rinchiusa per aver spinto il marito nella Senna in uno scatto di gelosia; qualcun’altra rifiuta di parlare; altre ancora – isteriche, depresse o troppo loquaci – erano semplicemente un imbarazzo per le famiglie. Nell’ospedale psichiatrico, le sorti di Eugénie si legano a quelle di Geneviève (Mélanie Laurent), un’infermiera che soffre in silenzio la perdita della sorella. Il loro incontro cambierà il destino di entrambe, mentre nella clinica, diretta dal dottor Charcot, fervono i preparativi per il “ballo delle pazze”.

Prodotto da Amazon France, da un romanzo di Victoria Mas.

Un oscuro scrutare

Dietro le impeccabili sembianze scenografiche del film in costume, Il ballo delle pazze di Mélanie Laurent mostra presto di preferire alla lucentezza dei broccati, ai bagliori delle argenterie e ai riflessi dei candelabri, il gioco delle ombre: della psiche, degli interni mal illuminati, dei ghetti della clinica. Per come abborda la questione del trattamento dei disturbi mentali dopo l’ingresso di Eugénie alla Salpêtrière, si arriverebbe a sospettare una versione ottocentesca e female empowered di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ma per tutta la prima parte, tra sussurri e grida a lume di candela, c’è piuttosto un’atmosfera alla The Others, da fantasmi (o scheletri) nell’armadio.

Eugénie in camera al buio con una candela

Il ballo delle pazze: Eugénie in camera al buio con una candela

Il modo in cui Eugénie entra in possesso di un trattato sullo spiritismo – Le livres des esprits, 1857, di Allan Kardec – sembra in realtà un po’ facilone. A prestarglielo è un giovanotto incontrato per caso in un cafè dove la donna si reca, all’insaputa del padre, per attività altamente compromettenti: leggere e fumare. È tuttavia dallo spirito vagamente bohémien della giovane, che ben si coglie nell’episodio, ad intuirsi tutta l’altra dimensione che Mélanie Laurent intende scrutare: non solo i fantasmi come entità soprannaturali, o i fantasmi della mente, bensì quelli di una società dall’apparenza florida e positivista, ma con zone d’ombra inquietanti e dolorose.

Eugénie la fou

È forse persino troppa la materia oscura del film. C’è il conflitto tra la ragione e la spiritualità, che s’incarna nella gelida sicumera del luminare, il dottor Charcot (Grégoire Bonnet), opposta all’appassionata libertà della sensitiva, Eugénie. C’è, appunto, la questione delle origini misogine e brutali dei trattamenti psichiatrici. Ma c’è soprattutto, a proposito di libertà, una femminilità che prova ad affermare il proprio impulso vitalistico, incorrendo prevedibilmente nelle catene di uno stigma: stregoneria o follia. L’ha ben capito la stessa Eugénie, quando urla all’impassibile scienziato, reduce dall’aver prescritto a una compagna l’ennesimo (mal)trattamento:

Siete voi che le fate questo. Voi ci rendete folli!

Peggio ancora se l’abbrutimento avviene con la connivenza di una donna. Per la serie guardia buona/guardia cattiva, non manca l’infermiera aguzzina (Emmanuelle Bercot), lei sì, una strega. Di contro, è solo nella solidarietà femminile, in particolare con l’infermiera “buona”, Geneviéve/Laurent, che traspare per Eugénie una possibilità di salvezza.

Eugénie trasportata di peso nella clinica psichiatrica

Il ballo delle pazze: Eugénie trasportata di peso nella clinica psichiatrica

D’altronde, cos’altro fare? Nel mondo de Il ballo delle pazze, gli scienziati sono arroganti e gli uomini ottusi o patriarchi. Ce ne fosse almeno uno un po’ più simile a Victor Hugo.

Il ballo che smaschera

Sul rapporto tra Eugénie e Geneviéve, forse, il film avrebbe potuto meglio costruire la propria linea di luce. Di donne sole – che provano a brillare, dopotutto. Ma ciò non toglie che, a dispetto di qualche limite presunto, Il ballo delle pazze resti un film attraente. Per la ragione, e per lo spirito (cinefilo). Nel primo caso: per la sfida intellettuale dei temi affrontati. Nel secondo: per il piacere dell’eleganza formale. Acuti montaggi paralleli, stacchi frontali inattesi, il violoncello aguzzo del commento musicale e la stessa fotografia di scena sono raffinatezze dispensate quasi sempre con estro e misura. Quasi: perché nell’ultima parte la colonna sonora diventa anche troppo mélo.

Eugénie e Geneviève nella clinica psichiatrica

Il ballo delle pazze: Eugénie e Geneviève nella clinica psichiatrica

Nondimeno, il film corre verso la sua fine senza infiacchirsi, concedendosi anzi il crescendo di un thriller drammatico. Verso il ballo delle pazze: un ballo che smaschera, dove capire chi sia davvero il folle. O l’anima morta, per troppo conformismo. E se le idee di Mélanie Laurent, eccellente attrice, sono così vive, speriamo torni presto a vestire la maschera della regista.

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Il ballo delle pazze

  • Anno: 2021
  • Durata: 121'
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Thriller, storico, drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Mélanie Laurent
  • Data di uscita: 17-September-2021