Fear Street Parte 3: 1666, diretto da Leigh Janiak, scritto da Philip Graziadei e Kate Trefry, è disponibile su Netflix.

Il film, ultimo capitolo della trilogia basata sull’omonima serie di libri di R. L. Stine, è prodotto da Chermin Entertainment.

Come i due precedenti capitoli, anche Fear Street Parte 3: 1666 usa il genere horror per parlare d’altro. Il vero leitmotiv del film è il trionfo dell’amore, che riesce a superare ogni ostacolo e donare la vera libertà alle due protagoniste. Interessante, poi, è come vengono trattati i temi della stregoneria, della sessualità e la condizione della donna in un epoca ormai lontana.

La trama

La prima parte del film è ambientata nel 1666 in una colonia chiamata Union, che poi sarebbe stata divisa in Shadyside e in Sunnyvale. Sarah (Kiana Madeira) e le sue amiche lavorano duro, ma non disdegnano qualche diversivo con i loro coetanei. Durante una notte di luna piena si riuniscono bevendo sidro di mele e consumando speciale bacche allucinogene. Tra Sarah e Hannah (Oliva Scott Welch), la figlia del pastore, nasce una particolare amicizia, che presto sfocia in amore. La mattina dopo, il villaggio è colpito dalla pestilenza e le due ragazze vengono accusate di stregoneria. Nella seconda parte del film si ritorna nella comune cittadina americana anni ‘90, dove i ragazzi devono sconfiggere le forze del male.

La maledizione di Shadyside

Fear Street Parte 3: 1666 va alle origini della maledizione che da secoli colpisce Shadyside. L’anonima, ma per nulla tranquilla cittadina, è colpita da una serie di crudeli delitti.

La matrice malefica è subito palese; le autorità, però, riconducono tutto a patologie mentali dell’omicida.

In questo terzo capitolo, lo spettatore fa la conoscenza diretta di Sarha Fier, la famigerata strega.

Ma Sarha è in realtà una giovane donna dedita al lavoro, che vive insieme al fratello e al padre. Non ha nulla di malefico: l’unica sua colpa è quella di essere innamorata di una sua amica.

La caccia alla strega

Il 1666 che appare nel titolo è un prezioso riferimento simbolico e storico. La presenza dei tre 6 consecutivi è una palese allusione al diavolo e al mondo malefico. Ma il 1666 è anche l’anno in cui nel vecchio continente e in parte anche in America dilaga la caccia alle streghe.

Un merito di Fear Street Parte 3: 1666 è quello di accennare a un fatto storico che rivela perché la stragrande maggioranza di persone accusate di stregoneria appartenesse al gentil sesso.

Nel XVII secolo, le condizioni sociali ed economiche non erano certo favorevoli alle donne. E se queste mostravano un minimo di risentimento nei confronti dell’autorità maschile, venivano emarginate e da qui  all’accusa di stregoneria il passo era davvero breve.

Sarha Fier in molte occasioni mette in dubbio l’autorità maschile; in più viene scoperta la sua omosessualità. Un vero abominio!

La protagonista di Fear Street Parte 3: 1666, dunque, rappresenta la donna che per secoli è stata condannata da pregiudizi bigotti e sessisti della società patriarcale.

L’amore e l’incarnazione

L’amore che prova per Hannah è il motore delle sue azioni, ciò che le permette di contrastare apertamente l’autorità e di affrontare la morte con coraggio.

L’amore supera ogni ostacolo: è questa la premessa del film e non fa nessuna differenza se il nemico da sconfiggere è così potente come il diavolo.

In Fear Street Parte 3: 1666 diventa evidente che i personaggi protagonisti sono l’esatta incarnazione di un’esistenza del passato. Deena, infatti, è l’incarnazione di Sarha Fier e Hannah diventa Samantha.

L’incarnazione del diavolo, invece, si realizza in pieno nell’identità del potere maschile nella persona dello sceriffo Nik Goode, discendente di una dinastia maledetta.

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Fear Street Parte 2: 1978’ lo slasher horror di Netflix

Il film è disponibile al seguente link