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Netflix Film

‘Fear Street Parte 2: 1978’ lo slasher horror di Netflix

La regista e gli sceneggiatori, utilizzando le principali caratteristiche dello slasher horror, creano un universo malefico, in bilico tra razionalità e irrazionalità.

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Fear Street Parte 2: 1978

Fear Street Parte 2: 1978 di Leigh Janiak, scritto con Zak Olkewicz e prodotto da Chernin Entertainment, è disponibile su Netflix.

Il film riesce a mantenere costantemente alta la tensione e quasi mai cade in banalità. La regista e gli sceneggiatori, utilizzando le principali caratteriste dello slasher horror, creano un universo malefico, in bilico tra razionalità e irrazionalità.

Fear Street Parte 2: 1978, la recensione del secondo capitolo dell'horror Netflix

La trama

La vicenda è ambienta nel 1978 in un campeggio. Ziggy, Cindy e Alice cercano di fermare la furia omicida di Tommy, caduto in un maleficio creato da una strega vissuta nel XVII secolo. Alice ritrova la mano perduta della strega e può fermare la catena di morte. Cindy, invece, accorre in aiuto della sorella, pugnalando il suo fidanzato, proprio nel momento in cui stava per ucciderla.

Un balzo indietro nel tempo

Leigh Janiak realizza il secondo capitolo della trilogia ispirata all’omonima serie di romanzi per ragazzi di R. L. Stine.

Fear Street Parte 2: 1978 compie un balzo indietro nel tempo di circa vent’anni, rispetto al primo capitolo della trilogia e, sebbene mantenga un forte legame narrativo con il film precedente, è godibile anche in maniera autonoma.

La storia viene evocata attraverso un lungo flashback e i protagonisti e gli interpreti sono diversi, a parte l’inizio e la fine del film.

Lo spettatore fa finalmente la conoscenza di Catheryn Berman, ossessionata dal ricordo di quella tragica avventura vissuta quando era una giovane e ribelle adolescente.

La maledizione di Sarah Fier

È lei, infatti, la sopravvissuta alla maledizione di Sarah Fier, la strega che da secoli tormenta la cittadina di Shadyside.

Nonostante il contesto festoso, con alcuni riferimenti al mondo hippy statunitense degli anni ‘70, l’atmosfera malefica è subito evocata. Ziggy, la giovane protagonista, è inseguita da alcuni suoi coetanei, legata a un albero e accusata di essere una strega.

Ma Ziggy non è una strega, almeno per il momento, è semplicemente una ragazzina ribelle. Lei appare sempre sola e l’unica sua amica è Mary Lane, l’infermiera del campo.

È, appunto, dallo scatto d’ira dell’infermiera che Fear Street Parte 2: 1978 vira verso il genere horror. Il mondo giovanile, spensierato e spregiudicato, dove non manca il sesso libero e l’uso di droghe, viene soppiantato dalla morte.

Non solo horror

L’isola felice del campeggio diventa una trappola per topi, dove i giovani protagonisti vengono inseguiti da un pazzo maniaco che cerca di ucciderli con un’ascia.

Tra riti magici, cunicoli sotterranei e ossa malefiche si sviluppa l’arco narrativo. Ma non è una semplice esibizione del male con l’obiettivo di procurare il terrore.

Fear Street Parte 2: 1978, infatti, con leggerezza, ma senza essere superficiale, affronta dei temi sociologicamente spinosi.

Il film, ma del resto l’intera trilogia, ha una sceneggiatura scritta molto bene e con poche battute, dove, senza mai essere pedante, viene presentato il background dei principali personaggi. Come i tentativi di suicidio della spregiudicata Alice, i problemi familiari di Ziggy e Cindy e il futuro di Nick.

Da questo universo sono assenti gli adulti. La loro assenza non è solo strutturale, ma sostanziale. Sembra evocare una mancanza di controllo sulla vita dei giovani, costretti a schiantarsi con avvenimenti tragici e sconosciuti.

È uno scontro tra razionalità e irrazionalità, tra magia e realtà, tra sacro e profano. Ma il mistero spaventa e, dunque, meglio ricondurre il tutto alla pazzia.

Il cast del film: Gillian Jacobs, Sandie Sink, Kiana Madeira, Bejamin Flores Jr, Oliva Welch.

Il film è disponibile al seguente Link

Leggi anche: ‘Fear Street Parte 1: 1994’ Netflix fa rivivere il mondo orrorifico di R. L. Stine

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Fear Street Parte 2: 1978