In occasione del rilascio della nuova versione in 4K, si torna a parlare di Quasi Famosi film cult scritto e diretto da Cameron Crowe (Jerry Maguire, Vanilla Sky ), uscito in Italia ormai vent’anni fa.
La pellicola vinse il Premio Oscar per la Migliore sceneggiatura originale e due Golden Globe per Miglior film commedia o musicale e per la Migliore attrice non protagonista, Kate Hudson.
Quasi famosi la storia
Per chi non ricorda la trama, il film parla del giovane William Miller (Patrick Fugit), aspirante giornalista musicale, che accetta di seguire il tour di una band emergente per conto della rivista Rolling Stone.
Poco a poco si innamora di Penny Lane (Kate Hudson). Nonostante il film sia pieno di scene memorabili (per ulteriori approfondimenti c’è la nostra recensione), ce n’è una particolarmente interessante per la sua umanità.
Quasi famosi. Le lacrime di William Miller
Sembra che tutto vada alla grande per il giovane William: la rivista per cui lavora gli sta affidando sempre più compiti e ha appena perso la verginità in una nottata passata con tre ragazze.
Mentre qualsiasi autore avrebbe potuto raccontare un William vincente, Crowe ci dà un esempio di realtà e umanità spiazzante. Il ragazzo, nel corridoio di un hotel, si mette a piangere. In fondo è un ragazzo di quindici anni il quale è stato rifiutato dalla ragazza che gli piace, la quale è anche andata a letto con la star che lui deve intervistare.
Cameron Crowe si siede con lui in una maniera non banale. Nessuno si avvicina a William per svelargli delle verità incredibili, nessuno prova a consolarlo. Solo un ragazzo e una macchina da presa. Nonostante sia pieno di “amici”, è veramente solo. È lontano da casa e piange. Perché in fondo era ancora un bambino quando aveva iniziato un lavoro da fan del rock mentre ora è stanco: sta crescendo.
Un film senza tempo che, a distanza di vent’anni, non smette di emozionare e di raccontare dei temi universali. Un classico restaurato immancabile sugli scaffali di tutti gli appassionati.
Film e sogno: il Cinema specchio dell’onirico