The Boy from Medellin: un ritratto appassionato del “Principe del reggaeton”
È disponibile su Prime Video The Boy from Medellin di Matthew Heineman, docufilm incentrato sulla figura di J Balvin, star internazionale del reggaeton
The Boy From Medellin, firmato dal regista Premio Oscar e vincitore di un Emmy Matthew Heineman segue J Balvin nei giorni che precedono il concerto più importante della sua carriera.
Colombiano di Medellin, seconda città del paese per numero di abitanti dopo la capitale Bogotà, José Álvaro Osorio Balvin, in arte JBalvin ha raggiunto la notorietà a livello mondiale, tanto da essere citato anche da Barak Obama in un suo intervento.
Milioni e milioni di like e di visualizzazioni sui social lo hanno reso un fenomeno mediatico in grado di fare il tutto esaurito in ogni luogo in cui si esibisce.
The Boy from Medellin: la trama
The Boy from Medellin di Matthew Heineman (City of Ghosts, A Private War), disponibile dal 7 maggio su Prime Video, racconta la settimana antecedente il concerto finale del tour mondiale che il cantante ha tenuto nel 2019 nello stadio della sua città natale e si concentra non solo sugli impegni finalizzati alla promozione dell’immagine dell’artista e del concerto ma, anche, sui momenti di vita privata con amici e familiari e su quelli più intimi. Con l’ansia e la paura di doversi presentare davanti al pubblico della sua città e, soprattutto, con la sincerità e il coraggio di confessare la propria depressione che lo porta, spesso, a soffrire di attacchi di panico.
The Boy from Medellin: la recensione
Con The Boy from Medellin Matthew Heineman riesce a farci appassionare a J Balvin, svelandolo lentamente e, quasi, coccolandolo e proteggendolo.
Nonostante una iniziale diffidenza nei confronti del personaggio che, a uno sguardo superficiale, potrebbe apparire piuttosto qualunquista, interessato solo alla fama ottenuta con la sua musica da ballo che mischia il reggae a ritmi dell’America Latina e alla musica hip hop, ci lasciamo pian piano trascinare nel suo mondo.
Heineman è bravo nel disvelare la vera natura di un uomo che va oltre la figura della star
Impariamo così ad apprezzare un ragazzo che, al di là delle apparenze frivole e kitsch, cela una profondità d’animo e una sensibilità che, alla fine, ci commuove. Un uomo di circa trentacinque anni cosciente di aver raggiunto quella notorietà che sin da ragazzino sognava ma che, allo stesso tempo, è consapevole della dicotomia che c’è in lui: da un lato José, l’uomo spesso indifeso, timido, che si mette a nudo parlando dei propri problemi psichici – la depressione, gli attacchi di panico – dall’altro l’artista idolatrato da milioni di fan.
Alla fine, le due personalità in qualche modo confluiscono l’una nell’altra
Accade nel momento in cui José, tornato in Colombia per il concerto, si rende conto che nel paese è in atto un violentissimo scontro sociale. Numerose proteste scoppiano in varie città, fra cui Medellin, contro la politica oppressiva del governo neoliberista presieduto da Ivan Duque, che vengono represse dalla polizia con numerosi morti e feriti.
Ecco quindi che in José, pressato dalle critiche di apatia e qualunquismo ricevute sui social, si insinua il dubbio che il personaggio pubblico J Balvin non possa restare in silenzio di fronte alla gravità dei fatti e che, al contrario, debba prendere posizione.
Lo farà condannando, con un post su Instagram, la violenza della polizia e, successivamente, dedicando, durante il concerto allo stadio, un minuto di silenzio a tutte le vittime innocenti morte chiedendo una vita migliore. Un momento di grande intensità che nobilita uno spettacolo, nel suo genere, grandioso che ha registrato il tutto esaurito.
The Boy from Medellin è il ritratto appassionato di un artista molto legato alla sua gente (a un certo punto J Balvin dichiara di voler continuare a cantare in spagnolo per rimarcare le proprie radici) e a una città che ci appare, grazie all’ottima fotografia curata dallo stesso regista insieme a Drew Daniels, Clair Popkin e Max Preiss, estremamente interessante e vitale.