
Alphaville Cineclub           propone, dall’11 al 16 maggio prossimi nella sua sede di             Via del Pigneto 283 alle ore 21.00, la rassegna           cinematografica ‘A proposito di Cannes’, selezione di           autori in questi giorni sulla Croisette per partecipare alla           64°edizione del Festival di Cannes 2011, qui idealmente           presenti con un lungometraggio del loro passato anche recente,           quasi un memo, per noi spettatori, del loro stile e delle loro           caratteristiche narrative.
“Il festival è un           “no man’s land” apolitico, un microcosmo rappresentativo di           quello che sarebbe un mondo dove gli uomini potrebbero           relazionarsi tra loro direttamente e parlare la stessa           lingua.” Con questa frase J. Cocteau descrive l’intento, ma           anche la realtà oggettiva che da sempre è il filo conduttore           del Festival di Cannes, evento cinematografico che si svolge ogni anno a           maggio per due settimane. Nato alla fine degli anni ‘30 per           volere di Jean Zay, ministro francese della Cultura, indignato           per l’ingerenza delle istituzioni italo/tedesche dell’epoca           relativamente alle selezione dei film della mostra di Venezia,           vide la sua prima edizione, presieduta da Louis Lumière, nel           settembre del 1939.
Celebre l’edizione           nel 1968 in cui fece scalpore l’interruzione delle proiezioni           in programma per solidarietà con gli operai e gli studenti in           sciopero in quei giorni, firmata F. Truffaut, C. Berri, J.L.           Albicocco, C. Lelouch, R. Polanski e J.L. Godard. Avvenimento           cinematografico che, nel corso dei decenni, ha trasformato la           sua atmosfera da pigramente provinciale a freneticamente           sofisticata e produttiva, per l’edizione 2011 prevede un           nutrito gruppo di autori contemporanei in gara, di cui           Alphaville ha curato una rapidissima selezione attraverso la           proposta di opere del loro passato che permettano allo           spettatore un breve ‘ripasso’ dello stile e dell’istanza           narrativa di ognuno.
Mercoledì 11             maggio Gus             Van Sant è protagonista della serata con il           lungometraggio Belli e dannati (1991), raffinata storia di ispirazione             shakespeariana ad alto impatto figurativo imperniata sulle             vicende di due ragazzi di vita a cui farà seguito, giovedì 12 maggio,il bel lavoro di Bruno Dumont L’umanità (1999), finto poliziesco di stampo             realista, estremo nell’annullamento quasi totale dei             riferimenti sociologici e nell’indugio sui corpi e la             fisicità del sesso, in cui si racconta di un ispettore             vedovo e della sua ricerca dell’invisibile attraverso il             caso di una violenza omicida ai danni di una ragazzina … Doppio l’appuntamento di venerdì13 maggio; alle 21.00 sarà             possibile rivedere Zelig (1983), straordinario lavoro d’antan di un Woody Allen al massimo della potenza             satirica, interprete di un ebreo americano che, pur di             essere amato ed accettato, si trasforma camaleonticamente in             qualunque essere umano incontri casualmente … a cui farà             seguito la proiezione del disturbante Idioti (1998), film di Lars von               Trier, fondatore del movimento danese Dogma 95 insieme             al collega Vitenberg, qui alle prese con un gruppo di finti             idioti che si diverte a testare la tolleranza degli altri             attraverso la diversità patologica. Anche sabato 14 doppio appuntamento con           il cinema d’autore;  ad             inizio serata sarà possibile (ri) vedere l’opera prima           di Nanni Moretti,in gara oggi con ‘Habemus           papam,Io               sono un autarchico (1976), avventure e non solo di un gruppo di           teatranti impegnati ad allestire uno spettacolo off off in una           delle tante cantine romane dell’epoca … sotto tiro, in questo           super 8 d’esordio proiettato al Filmstudio per 10 giorni nel           1976, la falsa autenticità della controcult