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Mubi Film

You deserve a lover di Hafsia Herzi su MUBI: dell’amore e dei suoi demoni

Dalla Settimana della Critica di Cannes 2019, il debutto alla regia dell’attrice di Couscous con un film sensoriale e sensibile

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You deserve a lover Mubi

Quando nei primi minuti di You deserve a lover la camera a spalla segue Lila (Hafsia Herzi, anche regista, sceneggiatrice e produttrice del film), fino alla scenata di gelosia con Remi, sarà per l’instabilità della macchina da presa o per la repentina eruzione emotiva, ma si ha sin da subito la sensazione di un altro film di amanti sull’orlo di una crisi di nervi. Pressappoco – ammettendo, però, che l’amore è sempre sull’orlo di una crisi di nervi: fin quando non trovi quello giusto.

Trama

Tradita da Remi, la giovane parigina Lila affronta i tormenti del “tira e molla” di fine rapporto: lui parte per la Bolivia in cerca di sé stesso, non prima di rinnovate e pompose dichiarazioni d’amore; lei si strugge un po’, chiede persino aiuto a un guru dei sortilegi d’amore, ma poi si barcamena, confusa e infelice, tra una serie di avventure amorose: un giovanotto che l’approccia al parco, un bellimbusto incontrato a una festa, persino la tentazione più audace di un ménage-a-trois. L’unica a capirla, sembra, è il timido fotografo di origini polacche, che le chiede di posare per lui (Anthony Bajon, visto in La prière di Cédric Kahn), lo stesso che le recita i versi di Frida Kahlo da cui prende il titolo il film: “Ti meriti un amore/ (…) con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire”.

L’amore tossico

Oscillando tra la macchina da presa e il ruolo di protagonista di You deserve a lover, Hafsia Herzi confeziona un film di dirompente fisicità e costante tensione emotiva, che riesce a mantenere, a dispetto del dramma di facciata e della camera spesso attaccata al volto piangente di Lila, una certa leggerezza da Nouvelle Vague postmoderna. È sempre l’amore a prendersi la scena, o meglio, la sua ricerca affannata, anche quando a vent’anni – come suggerisce l’esuberante miglior amico di Lila – sarebbe forse meglio l’antistress delle scappatelle in serie, che la seriosità straziata del “sarà l’uomo giusto per me?”. Anche perché, che la forza distruttiva dell’amore sia spesso in agguato, e il thanatos pronto a prevalere sull’eros, lo sanno la stessa Lila, le sue amiche, i suoi amici, tutte le volte che parlando d’amore, volenti o nolenti, s’ingarbugliano nel piccolo vocabolario da amore tossico: stress, dolore, fa male e simili. La sintesi è nel dialogo con Remi, prima di un amplesso: “Ami le infezioni? – Solo le tue”.

Filosofie al tavolino del Bar

E l’amore è un talk, appunto. Soprattutto nelle chiacchiere, un po’ sofferte e un po’ sognanti, il film trova i principali momenti di distensione: in strada, in cameretta, mentre si mangia, al tavolino di un bar. Sono quegli inserti misto vita di tutti i giorni ed esistenzialismo spicciolo di tanto cinema francese chiacchierato, della stessa Nouvelle Vague. A loro modo, insieme alle innocenti evasioni delle avventure di Lila, equilibrano un film che si muove tra sfogo fisico e sfogo verbale: un film che, anche per l’uso della camera a spalla, risulta spesso epidermico, vulcanico. Alla lunga, questa storia e queste storie che sembrano aver portato lo spettatore a toccare la pelle di Hafsia Herzi, sanno infine diventare toccanti, creando un’empatia al di là del bollore.

Il trailer di You Deserve a Lover

Kechiche e il suo french touch

Nei titoli di coda, tra i ringraziamenti, si legge anche quel nome che in fin dei conti era sempre stato in filigrana: Abdellatif Kechiche, il regista francese di origini tunisine con cui Hafsia Herzi aveva fatto il proprio schiantante debutto sul grande schermo nel 2007 con Couscous, vincendo il César quale miglior attrice esordiente. La Herzi porta You deserve a lover alla Settimana della Critica di Cannes 2019 col carico di un’esperienza frattanto accresciutasi con Bertand Bonello, Alain Guiraudie e Sylvie Verheyde (tra le attrici del film), oltre che con lo stesso Kechiche, con la nuova collaborazione di Mektoub My Love. Da lì, forse, quella tendenza a mobilitare la spontaneità delle interpretazioni attoriali e quella viva presenza di ogni personaggio sul set. Ma è più, crediamo, del tocco dello stesso Kechiche: c’è una visione già stilisticamente matura di un’autrice e attrice dalla sensibilità complessa e dal tocco svelto, che parla d’amore tra i massimi sistemi e i piccoli dettagli. Un cinema che merita, se non amanti, un elementare atto d’amore: l’attenzione.

Antonio Maiorino

You deserve a lover di Hafsia Herzi é visibile in streaming on demand su MUBI

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