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L’altra verità

“La prima vittima della guerra è la verità. Questa consapevolezza che Eschilo ci ha trasmesso è il tema fondante del film di Ken Loach”.

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La prima vittima della guerra è la verità. Questa consapevolezza che Eschilo ci ha trasmesso è il tema fondante del film di Ken Loach.

I protagonisti di cui seguiamo la storia sono Fergus e Franckie, due contractors, ovvero soldati privati, legati da una profonda amicizia che li ha portati a condividere anche questa estrema esperienza durante la seconda guerra irakena. Quando Fergus perderà il suo amico, morto in circostanze misteriose, comprenderà di aver bisogno di ristabilire la verità per riprendersi un barlume di dignità e far fronte al proprio senso di colpa. Nel suo percorso alla ricerca della verità Fergus si scontrerà con la resistenza delle lobbies della guerra che prosperano nella mistificazione della realtà, ed avvierà un doloroso processo di maturazione ed evoluzione che gli permetterà di comprendere lo stato di corruzione morale nel quale era precipitato, ma ciò non sarà sufficiente per la sua salvezza.

La storia di Fergus e Frankie fornisce a Ken Loach l’opportunità di descrivere lo scenario della seconda guerra in Iraq, in cui hanno trovato pieno sviluppo le moderne strategie di combattimento che prevedono l’uso massiccio di milizie private, che in Iraq sono arrivate a contare fino a 160.000 soldati. L’utilizzo di queste truppe offre il vantaggio di diminuire nella contabilità dei morti il numero di soldati dell’esercito regolare degli Stati Uniti e offre la grande opportunità di arricchire le casse delle società private che li forniscono. Il fatto che una di queste società fosse la Halliburton, il cui amministratore delegato è stato Dick Cheney, vicepresidente degli USA al tempo di Bush e della guerra in Iraq, ha tutta l’aria di non essere una casualità. Il modus operandi di queste truppe private è stato spesso connotato dal disprezzo di ogni rispetto delle normative internazionali per la tutela dei civili e dei prigionieri e, spesso, si sono macchiate di crimini gravissimi, essendo tutelate dal cosiddetto Ordine 17 che garantiva loro l’impunità da ogni legge.

Il combinato disposto della privatizzazione delle truppe da combattimento e il loro esonero da ogni legge mostrano lo stato di sviluppo del capitalismo che ha trasceso la necessità di servirsi esclusivamente dell’istituzione dello stato-nazione per realizzare le guerre di proprio interesse ed è riuscito a congegnare meccanismi nuovi che rendono sostanzialmente autonomo il capitale nell’esercizio della forza. Tale trasformazione produce un’innovazione anche del concetto di imperialismo che è agito direttamente dai centri di potere economico, controllati dalla borghesia globalizzata.

Con L’altra verità il regista britannico ritrova, pur senza riuscire ad esercitare un forte coinvolgimento emotivo, una vena drammatica credibile che prova a sfuggire a cadute didascaliche a cui Loach è stato spesso soggetto, probabilmente spinto dalla sua forte ansia di comunicazione politica. I titoli di coda del film precisano che i personaggi hanno nomi di fantasia, ma lo sceneggiatore Paul Leverty dichiara che la storia prende spunto da fatti realmente accaduti. L’intreccio narrativo ha un piccolo debito verso il film di Paul Haggis, Nella valle di Elah (2007) .

Pasquale D’Aiello

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