Sceneggiata da David E. Kelley anche produttore esecutivo insieme a Nicole Kidman,The Undoing è la nuova serie firmata HBO con Nicole Kidman e Hugh Grant.
David E. Kelley e Nicole Kidman sono già reduci dal successo di Big Little Lies, trasmesso sempre su Sky.
Adattamento di un romanzo di Jean Hanff Korelitz, Una famiglia felice, la serie, divisa in sei episodi, sembra costruita sulle caratteristiche dell’attrice protagonista.
The Undoing, trasmessa in America tra ottobre e novembre 2020, va ora in onda in Italia su Sky Atlantic e Now Tv ed é già disponibile on demand da subito. Una scelta che si è dimostrata un successo per il pubblico.
Chi ha ucciso Elena Alvez? È questa la domanda centrale di un serial che non si identifica propriamente come un giallo ma piuttosto è un dramma- thriller che racconta anche di vita matrimoniale, di segreti e di bugie e soprattutto di ” maschere ” sociali. E questo è sia il punto di forza che la debolezza della serie Sky.
Trama The Undoing
Grace Fraser (Nicole Kidman) è una psicologa che vive a Manhattan insieme al marito Jonathan (Hugh Grant), oncologo pediatrico, e al figlio Henry, studente di una prestigiosa scuola privata.
É il classico ritratto di una famiglia felice, apparentemente adagiata su uno strato di perfezione ed equilibrio e con affetti sinceramente condivisi.
Un giorno, Grace conosce Eléna Alvez (Matilda De Angelis), giovane madre di due figli, uno dei quali frequenta la stessa scuola di Henry. Eléna è una ragazza molto particolare, quasi evanescente, avvolta da un alone di carnale mistero. Fisicamente disinibita, sembra voler richiamare spesso le attenzioni della psicologa. Qualche giorno dopo, Eléna viene ritrovata brutalmente uccisa nel suo studio e, nello stesso giorno, Jonathan scompare nel nulla lasciando Grace sola col figlio e disorientata. La donna cercherà sostegno nella figura forte del padre ( Donald Sutherland).
C’è un legame tra i due eventi? Può essere stato suo marito l’assassino della ragazza? Sono le prime domande che fanno da traino al resto di una storia da non svelare ovviamente. Una storia che non si concentra solo sulle indagini e sul caso da risolvere, ma che indaga a fondo sulla maschera indossata da ognuno di noi.
In Undoing la domanda più importante delle altre è: conosciamo davvero le persone che amiamo?
L’aspetto più sconvolgente per Grace non è tanto l’omicidio in sé quanto il fatto di assistere allo sgretolamento delle sue certezze. Tutto il mondo costruito fin ora attorno a lei non ha consistenza. La realtà conosciuta si frantuma pezzo dopo pezzo, celata dietro un’apparenza di perbenismo, perfezione e vita coniugale e familiare confortante.
Questo ritratto di eccezionalità rivestita di normalità si riflette anche in uno stile di vita impeccabile. Dall’outfit di Nicole Kidman agli arredi degli ambienti fino alla mise en scene di eventi e situazioni varie, tutto è perfettamente mai fuori posto per buona parte della serie. La nota disordinata e stonata è data solo dal personaggio di Eléna, una bravissima Matildede Angelis, che irrompe in video lasciando ogni volta uno strato di disturbante diversità.
Il personaggio di Eléna si fa carico di un erotismo che si scontra con la freddezza di tutto il resto, mostrando il lato più fragile e anche indifeso diremmo della protagonista. Nonostante il suo lavoro sia di indagare sulla natura umana, Grace si troverà in difficoltà nel far fronte al capovolgimento di un’esistenza ben confezionata.
Regia sensoriale.
La regia della Bier mira a colpire lo spettatore a livello sensoriale con un montaggio centrato soprattutto sulla protagonista. Il punto di vista principale è quello di Grace. Con lei “viviamo” la storia e tutto viene filtrato attraverso i suoi occhi.
Grace trasmette la sua insicurezza e le Sue debolezze anche allo spettatore che si ritrova smarrito in un continuo rimescolarsi delle ipotesi. Tutti sembrano colpevoli e nessuno in realtà è ben identificabile e qui sta il meglio della serie, in quest’ansia palpabile che convoglia nei primi episodi.
Qualcosa poi si perde peró nei tre successivi, troppo incentrati sulla vicenda personale e meno sul thriller. Tutto accade un po’ troppo rapidamente e molte cose sono date per scontate e non approfondite.
Resta comunque sulla serie un giudizio globale positivo, anche per l’interpretazione dei personaggi da parte di un cast ben riuscito. Hugh Grant, lontano dai suoi ruoli di infantile mascalzone, convince con un personaggio negativo dai lati oscuri. Nicole Kidman, esteticamente vicina ai lontani giorni di Cuori ribelli , mantiene la giusta tensione senza sfociare nel macchiettismo e Donald Sutherland è immenso come sempre.
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