Isabel Sandoval l’avevamo già vista a Venezia 76, dove con il suo terzo film Lingua Franca aveva fatto parlare di lei. Passata alla storia per essere stata la prima regista transgender selezionata al Festival, siamo sicuri non sia la prima transgender ad aver attraversato le tante porte del Lido. In questa occasione la presenza di Isabel Sandoval è un evento unico per tanti di quei Festival A-list che difficilmente aprono le loro porte al nuovo.
Isabel Sandoval: Lingua Franca (2019)
Abbiamo (ri)visto Lingua Franca di Isabel Sandoval in occasione della decima edizione di Divergenti – Festival Internazionale di Cinema Trans. Un evento dedicato al tema del transessualismo/ transgenderismo e all’identità di genere, realizzato dal M.I.T. Movimento-Identità-Trans, associazione ONLUS impegnata nella difesa e tutela dei diritti, del benessere e della dignità delle persone trans fin dal 1981.
Nell’ambito di Divergenti Lingua Franca vince una Menzione Speciale assegnata dalla Giuria composta da: Lina Pallotta, Giorgina Pi e Jonathan Bazzi.
“Una storia d’amore nell’ambiente politicamente corrotto dell’America trumpiana che rompe stereotipi, nuovi autoritarismi e paure normative. Un film che colpisce per la straordinaria adesione psicologica e poetica tra estetica cine-fotografica e corpo della protagonista-autrice.”
Il film è un’opera indipendente, cupa e silenziosa, che si inserisce in un filone di slow cinema americano tipicamente indie, di ispirazione bergmaniana o semplicemente europea (nell’accezione americana del termine).
La transgender filippina Olivia vive n una New York stranamente poco affollata, più precisamente in una Brooklyn poco vicina al nostro immaginario. Contempliamo Olivia, molto donna e poco affine all’immagine della transgender che ci urlano i media e i movimenti legati all’identità di genere. La trans – non il trans come direbbero (leggi l’articolo di Andrea Pinna su Il Fatto Quotidiano su questo tema) – è fotografata nel nostro immaginario come una maschera.
Il ritratto della trans che ci regala Isabel Sandoval, mettendosi in prima persona davanti alla macchina da presa, è elegante e minimalista. Olivia per noi è una donna, immigrata come tanti negli Stati Uniti che vive una vita silenziosa, quasi invisibile. Il film ci racconta una breve parentesi della sua vita. Isabel è una donna come tante altre che vive una storai d’amore e affronta la sua vita scendendo a compromessi con il suo desiderio di indipendenza.
Il film è un low budget (500.000 dollari statunitensi) girato in 16 giorni e montato dalla stessa Sandoval.
Chi è Isabel Sandoval?
Isabel Sandoval è nata a Cebu, seconda area metropolitana delle Filippine dopo Manila. Sandoval firma i suoi due primi lungometraggi con il nome Vincent Sandoval. Il suo primo lungometraggio Señorita(2011) è ambientato in una città più piccola della provincia di Cebu, chiamata Talisay. In Señorita Sandoval veste i panni di Donna.
Isabel Sandoval: Señorita (2010)
Isabel Sandoval: Apparition (2012)
Apparitionè un dramma psicologico filippino. Secondo lungometraggio della regista Sandoval, racconta la storia di un gruppo di suore che vivono in un convento durante la presidenza di Ferdinand Marcos.
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