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Tilda Swinton e Ann Hui riceveranno il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia

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In attesa della conferenza stampa prevista per il 28 Luglio, in cui scopriremo come verrà organizzata questa particolare edizione del Festival di Venezia condizionata dall’emergenza Coronavirus, sono stati annunciati i leoni alla carriera che andranno rispettivamente alla regista di Hong Kong Ann Hui e all’attrice londinese Tilda Swinton.

Ann Hui nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Sono davvero felice di ricevere questa notizia e sono onorata per il premio! Sono così felice che non riesco a trovare le parole. Spero solo che nel mondo tutto volga presto per il meglio e che ognuno possa sentirsi di nuovo felice come io mi sento in questo momento.”

Tilda Swinton nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Porto nel cuore questo grande festival da tre decenni: è con grande umiltà che ricevo questo riconoscimento. Sarà per me una vera gioia venire a Venezia, soprattutto quest’anno, per celebrare l’immortale arte del cinema e la sua ribelle capacità di sopravvivenza di fronte a tutte le sfide che il cambiamento può porre a noi tutti.”

Alberto Barbera ha così motivato le sue scelte: ”Ann Hui è una delle registe più apprezzate, prolifiche e versatili del continente asiatico, la cui carriera copre quattro decenni e attraversa tutti i generi cinematografici. Da subito riconosciuta come una delle figure cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave, il movimento cinematografico che tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta rivoluzionò il cinema hongkonghese, trasformando la città cosmopolita in uno dei centri creativi più vivaci del decennio, ha diretto film di generi molto diversi, dal melodramma alla ghost story, dal film semi-autobiografico all’adattamento di importanti testi letterari, senza trascurare i drammi familiari, i film di arti marziali e il thriller. È stata anche uno dei primi registi della scena hongkonghese a unire materiale documentario al cinema di finzione. Pur prestando attenzione anche all’aspetto commerciale del cinema e riuscendo a riscuotere ampio successo di pubblico, il cinema di Ann Hui non ha mai abbandonato la prospettiva autoriale. Nel suo cinema ha sempre mostrato particolare interesse per le vicende umane e sociali, raccontando con sensibilità ma anche con la raffinatezza dell’intellettuale, storie individuali che intrecciano temi sociali importanti quali quelli dei rifugiati, degli emarginati e degli anziani. In modo pioneristico, il suo linguaggio e la sua peculiare impronta visiva non solo hanno saputo cogliere gli aspetti più specifici della città e dell’immaginario di Hong Kong ma hanno anche saputo trasporli e tradurli in una prospettiva universale”.

Tilda Swinton è unanimemente riconosciuta come una delle interpreti più originali e intense affermatesi sul finire del secolo scorso” prosegue Barbera. “La sua unicità riposa su una personalità esigente ed eccentrica, una versatilità fuori del comune, la capacità di passare dal cinema d’autore più radicale a grandi produzioni hollywoodiane, senza mai rinunciare al proprio inesausto bisogno di dar vita a personaggi inclassificabili. Ogni sua interpretazione è una sfida temeraria alle convenzioni, siano esse artistiche o sociali, il frutto della necessità di mettersi continuamente in gioco senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti, e il desiderio di esplorare risvolti inediti dei comportamenti e delle emozioni umane, che la Swinton non si limita a veicolare ma di cui offre la personificazione più sorprendente e straniante. Ha lavorato con alcuni dei maggiori registi contemporanei, ma è soprattutto fedele ad alcuni autori, di cui è stata una musa più che una semplice attrice prediletta. Esemplare, ad esempio, il sodalizio con Derek Jarman, del quale interpretò tutti i film dal 1985 alla morte del regista inglese avvenuta nel 1994, e quello con Luca Guadagnino, con il quale ha realizzato quattro film, condividendone il progetto di dar vita a un cinema fuori degli schemi. In questo senso, Tilda Swinton si conferma come l’interprete per eccellenza del cinema contemporaneo, che non si accontenta della semplicità e del richiamo delle mode, ma aspira all’inosabile”.

Ann Hui On-Wah è una regista cinese di Hong Kong nata da padre cinese e madre giapponese. È una delle registe più acclamate nella scena new wave di Hong Kong. Leone d’oro alla carriera 2020. Hui è nata ad Anshan, in Cina. La sua famiglia si trasferì successivamente a Macao, e poi ad Hong Kong quando lei aveva solo cinque anni. Ann ha studiato alla St. Paul’s Convent School. Ha studiato inglese e letteratura comparata all’università di Hong Kong fino al 1972, quando ha ricevuto il master, prima di passare due anni alla London International Film School. Tornò ad Hong Kong nel 1975, ed entrò nell’emittente TVB come regista, dirigendo diverse serie televisive e documentari su 16 mm. Durante questo periodo, è da ricordare in particolare il ruolo che ha ricoperto come assistente di King Hu. Il più importante lungometraggio che produsse in questo periodo è stato Boy From Vietnam (1978), il suo primo film sul Vietnam, nonché prima parte della sua “trilogia vietnamita”.

Hui lasciò nel 1979 le produzioni televisive, eseguendo il suo primo lungometraggio cinematografico The Secret, un thriller misterioso basato su un caso realmente avvenuto di omicidio, la cui attrice protagonista era la taiwanese Sylvia Chang. Esso fu immediatamente indicato come film importante della storia della new wave hongkonghese. The Spooky Bunch (1981) è stato il tentativo di Ann nel genere delle ghost story, mentre The Story of Woo Viet (1981) segnava il continuo della sua trilogia vietnamita. Hui ha sperimentato diversi effetti speciali ed angolazioni audaci; la sua preoccupazione in materia politica e sociale è ricorrente nella maggior parte dei suoi film seguenti. Boat People (1982), la terza parte della sua trilogia vietnamita, è il più famoso dei suoi film degli inizi. Esamina le sofferenze degli immigrati vietnamiti dopo la guerra del Vietnam.

Durante la metà degli anni ’80, Hui continuò a produrre una sequenza di opere acclamate dalla critica. Love in a Fallen City (1984) era basato su un romanzo di Eileen Chang. L’ambizioso adattamento wuxia in due parti del primo romanzo di Louis Cha, The Book and the Sword, fu diviso in The Romance of the Book and Sword (1987) e Princess Fragrance (1987). Il 1990 vide venire alla luce uno dei suoi lavori più importanti finora realizzati, il semi-autobiografico The Song of Exile. Il film esamina a fondo la perdita d’identità, il disorientamento e la disperazione che si trova ad affrontare una madre in esilio, ed una figlia che deve affrontare scontri di culture e storicità. Nel film come nella realtà, la madre di Hui è giapponese.

Dopo una breve pausa, durante la quale tornò momentaneante alle produzioni televisive, Hui è tornata con il film Summer Snow (1995), la storia di una donna di mezza età che prova a tener testa ai problemi giornalieri della sua famiglia ed un suocero malato di Alzheimer. Eighteen Springs (1997) riprende un romanzo di Eileen Chang. Il suo Ordinary Heroes (1999), storia degli attivisti politici cinesi e di Hong Kong dagli anni ’70 agli anni ’90, le ha fatto vincere il premio come “Miglior lungometraggio” ai Golden Horse Awards.

Nel 2002, il suo July Rhapsody, film compagno di Summer Snow in quanto storia di un insegnante uomo di mezza età che si trova a fronteggiare la sua crisi di mezza età, è stato pubblicato ad Hong Kong e dintorni con giudizi favorevoli. Il suo film Jade Goddess of Mercy (2003) è un adattamento di un romanzo dello scrittore cinese Hai Yan.

Tilda Swinton, all’anagrafe Katherine Matilda Swinton (Londra, 5 novembre 1960), è un’attrice britannica. Ha esordito nel 1986 con il film Caravaggio di Derek Jarman. Nel 1992 ha interpretato Isabella di Francia in Edoardo II, per il quale vince la Coppa Volpi alla miglior attrice alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2007 ha ricevuto il plauso della critica per la sua interpretazione nel film Michael Clayton, per il quale ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista e un BAFTA nella medesima categoria. Ha continuato a recitare in numerosi film noti, tra i quali Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio (2005), Il curioso caso di Benjamin Button (2008), Le cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008), Io sono l’amore (2009), Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero (2010), …e ora parliamo di Kevin (2011), Snowpiercer (2013), Grand Budapest Hotel (2014), A Bigger Splash (2015), Ave, Cesare! (2016), Doctor Strange (2016), Suspiria (2018) e Avengers: Endgame (2019).